Pubblichiamo il secondo comunicato del Prof. Angelo d’Orsi sulla vergognosa censura subita dalla città di Torino. Buona lettura.

Pubblicato su L’AntiDiplomatico
COMUNICATO di Angelo d’Orsi
n. 2 – 14 novembre 2025
Dopo la magnifica risposta collettiva che si è data alla infame censura (l’on. Picierno si adonta quando si usa questa parola) di cui sono stato vittima il 12 novembre, occorre non lasciar cadere la spontanea mobilitazione creatasi nei giorni scorsi, culminata nella manifestazione di quella stessa sera.
Innanzi tutto voglio ringraziare l’ARCI di Torino, il circolo La Poderosa, e Stefano Alberione, che ne coordina le attività culturali, i compagni e le compagne del Circolo e di Rifondazione Comunista, e Paolo Ferrero che pur di lontano ha contribuito a gestire una situazione complicata.
E grazie ai “compagnii di cordata”: Vincenzo Lorusso, Alessandro Dibattista, Moni Ovadia e anche Alessandro Barbero, il quale ha testimoniato una immediata solidarietà, e che soltanto per un soffio non è riuscito a partecipare, all’incontro.
Abbiamo portato in sala oltre 500 persone, con migliaia che ci hanno seguito da remoto (GRAZIE!!!), abbiamo, in tempi brevissimi, superato ostacoli tecnici e burocratici, e abbiamo resistito alla tempesta mediatica abbattutasi ovviamente in particolare sul sottoscritto.
Abbiamo compiuto un miracolo? No. Abbiamo dimostrato che la mobilitazione dal basso funziona, e che non siamo una minoranza, ma, al contrario, io credo una netta maggioranza, di cittadini e cittadine che non ci stanno a farsi sopraffare dalla narrazione menzognera UE-NATO, a farsi ingannare dalla informazione falsa e tendenziosa che ha il solo obiettivo di generare odio verso la Russia, e persuadere che occorre “difendersi”, quindi acquistare armi, “investire in difesa”. Insomma portarci, ridotti a gregge, nella fornace della guerra.
Perciò occorre silenziare i dissenzienti, far tacere il pensiero critico, annullare il dissenso ancor prima che venga espresso, impedire che il dibattito politico venga connotato dalla conoscenza storica, che rende più difficile la costruzione della menzogna.
La censura decisa di concerto da ANPPIA, Polo del 900, con la connivenza dell’Amministrazione Comunale, a partire dalla spinta di dirigenti PD, dell’onnipresente Carlo Calenda, del gruppetto dei Radicali e “europeisti” di Torino, guidati da uno squalificatissimo personaggio, colpendo Angelo d’Orsi, colpisce tutti noi oggi e si prepara a dare colpi ben più micidiali domani.
Perciò occorre reagire, occorre cogliere questa occasione – per la quale alla fine dobbiamo ringraziare gli stessi censori, nella loro stolta cecità – per rilanciare e anzi ricostruire dal basso un movimento contro la censura, per la libertà di opinione, di pensiero, di organizzazione, che in questo tempo di guerra, annunciata ma presente in varia forma tra noi, significa innanzi tutto seminare odio verso la Russia. La mia conferenza ha dato fastidio fin dal titolo, perché lorsignori negano che esista una “russofobia” (che è insieme paura e disprezzo per quella nazione), e chi ne parla viene ormai catalogato come nemico interno, che opera di concerto con quello esterno, che ovviamente sarebbe appunto la Federazione Russa.
La posta in gioco dunque è altissima. Alla loro narrazione fasulla dobbiamo opporre la ricerca della verità, che si fonda innanzi tutto sulla storia, e dobbiamo usare ogni spazio, ogni occasione, per farlo. È questa “propaganda”? Coloro come i dirigenti del Polo del ‘900, che hanno censurato la mia conferenza, non si sono fatti scrupoli, però, a organizzare un evento lo scorso anno smaccatamente, grottescamente rovescistico, fin dal titolo (“201-2024. Dieci anni di aggressione russa all’Ucraina”, con intervento istituzionale dell’Assessora Cultura, la stessa che aveva telefonato su mandato del sindaco per “verificare” in merito alla mia conferenza).
Evidentemente la libertà per i sedicenti liberali va difesa solo ci si piega a ripetere i loro slogan. Rifiutare la logica del pensiero binario (o con me o contro di me), respingere la militarizzazione di scuole e università, in corso, contrastare una legislazione fascistoide che mira a impedire ogni espressione di dissenso, rivendicare per l’Italia una politica estera degna di questo nome. Questi obiettivi possono essere definiti e portati avanti proprio a partire dalla serata del 12 novembre.
Perciò sto preparando, con pochi altri, una grande assemblea da tenersi e entro un mese, che chiami a raccolta quanti condividano tali obiettivi, e che non ci stanno a ritornare nel ruolo di sudditi passivi.
Chi volesse dare una mano, su tutti i piani, batta un colpo. Abbiamo trasformato la sconfitta in vittoria, ora quella vittoria diventi il primo passo di un percorso necessario e urgente.
Quanto a me, ribadisco la decisione di rinunciare a presenziare o collaborare ad ogni futura iniziativa del Polo del 900; e necessariamente, annuncio di rinunciare alla tessera onoraria dell’ANPPIA, e a quella dell’ANPI. Il mio gesto è polemico verso la prima associazione, per quello che ha fatto, ossia annullare la conferenza (mi riferisco al livello nazionale, non a quello locale che anzi mi aveva invitato e poi ha subito il diktat romano…), e verso la seconda associazione (ANPI) per quello che non ha fatto. Dalla gloriosa ANPI mi aspettavo una presa di posizione ufficiale, tanto più necessaria dopo il fervore speso per “condannare” i “facinorosi” che hanno contestato all’Università di Venezia, un ex deputato (ma non gli è stato certo annullato l’evento, e vi ha poi fatto ritorno a braccetto con la ministra, protetto dalla polizia).
Ringrazio le singole sezioni ANPI (pochissime, tutte di piccole realtà locali) che hanno fatto comunicati o inviato messaggi di solidarietà. Ma non è sufficiente perché io rimanga socio di un’Associazione che non si è accorta o ha finto di non accorgersi della gravità (ben oltre offesa alla mia persona) di quello che è accaduto a Torino e non ha compreso che dalla mobilitazione contro la censura poteva essere enormemente rafforzata la lotta contro un fascismo che sta riemergendo, protetto e incoraggiato, in forme sempre più gravi e preoccupanti.
Noi cittadini e cittadine lo faremo, diremo NO a tutto questo. Vogliamo vivere e non finire – noi, i figli, i nipoti e bisnipoti – nel vortice osceno della guerra.
P.S.: PER CHI NON L’AVESSE ANCORA LETTO, IL LIBRO CHE ROMPE LA PARCONDICIO (BIPARTISAN):

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