Su La Nazione di oggi: intervento della Cub contro la precarietà.

«Cervelli in fuga? Precarizzazione sistematica»
«Sminuire ed eludere le problematiche del precariato e, davanti all’evidenza dei fatti, dare dei comunisti ai contestatori. La precarizzazione? Sistematica e tra le cause principali della fuga all’estero dei ricercatori. Le procedure di reclutamento? Inadeguate, tanto che il numero degli esclusi resta preponderante. Il PNRR ha alimentato nuova precarietà, perché le apposite norme di stabilizzazione non sono state estese all’Università e nella Pubblica amministrazione saranno risibili nei numeri».
Lo denunciano Federico Giusti del Pubblico Impiego Cub e Valentina Salada della Cub nazionale, secondo i quali il “Governo ha preferito buttare tutto in rissa: dalla Bernini che accusa gli studenti di medicina di essere “poveri comunisti”, fino a commenti e reazioni mediatiche che hanno finito per banalizzare il tema, solo poche centinaia di precari della ricerca legata al PNRR avranno la possibilità di essere confermati grazie alle risorse stanziate in manovra e la CRUI farebbe bene a prendere atto di questa realtà, disponendo dei numeri necessari per una valutazione onesta”. Secondo il sindacato di base, infatti, “50 milioni di euro in due anni, tra Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) e Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca (Foe), rappresentano una goccia nel mare eppure sarebbe stato sufficiente non destinare 2 milioni agli atenei privati per reperire altre risorse da investire per le assunzioni”. “Le scelte del Governo – concludono Giusti e Salada – appaiono invece chiarissime: accontentare il privato”.
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