Sintesi comparata della Risoluzione 2797 (2025) del Consiglio di Sicurezza e delle differenze rispetto alla Risoluzione 2756 (2024)

Adottata il 31 ottobre 2025, la Risoluzione 2797 rinnova la MINURSO fino al 2026, respingendo il tentativo USA-marocchino di imporre l’“autonomia” come unica soluzione: nessun riconoscimento di sovranità, autodeterminazione riaffermata. Linguaggio più cauto della 2756, ma mandato invariato.

La Risoluzione 2797 (2025), adottata il 31 ottobre 2025, rinnova il mandato della Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) fino al 31 ottobre 2026. Il testo nasce da una forte pressione iniziale degli Stati Uniti, che nella bozza preliminare avevano introdotto riferimenti espliciti alla presunta “sovranità” marocchina e alla “proposta di autonomia” come soluzione più realistica. Tali elementi hanno rappresentato una deviazione seria dai principi del diritto internazionale e dal quadro ONU sulla decolonizzazione.

Grazie alla posizione ferma del Frente POLISARIO e ai voti e alle prese di posizione della Federazione Russa, della Cina, dell’Algeria e di altri Stati, i riferimenti più controversi sono stati ridimensionati. La risoluzione finale riafferma il quadro classico del Consiglio: impegno verso una soluzione giusta, duratura e reciprocamente accettabile che garantisca il diritto all’autodeterminazione del popolo saharawi. Non vi è alcun riconoscimento della “sovranità” marocchina sul territorio né alcuna imposizione della proposta marocchina come unico quadro negoziale. La MINURSO viene prorogata per 12 mesi senza modifiche sostanziali al mandato.

Elementi principali in cui la 2797 differisce dalla risoluzione precedente, la 2756 (20254):

1. Equilibri politici

La Risoluzione 2756, adottata un anno prima, manteneva un linguaggio più equilibrato e meno influenzato dalle pressioni di alcuni membri permanenti. La 2797 mostra invece un tentativo statunitense più marcato di imporre nel testo elementi favorevoli al Marocco, tentativo però neutralizzato dal processo negoziale.

2. Riferimenti alla proposta marocchina

La 2756 menzionava la proposta di autonomia in modo parallelo ad altre iniziative, senza attribuirle centralità né valore superiore. La 2797 conserva un riferimento nel preambolo, ma l’impianto finale non la considera base esclusiva dei negoziati né parametro privilegiato. In questo senso, la 2797 non rappresenta il salto qualitativo che il Marocco aveva cercato di ottenere.

3. Autodeterminazione

Nella 2756 il principio era richiamato con maggiore frequenza e chiarezza. La 2797 ne mantiene la sostanza, ma con un linguaggio più cauto, frutto della lunga trattativa. Nonostante ciò, il riferimento resta pienamente valido e intatto, e continua a costituire il fondamento della soluzione politica richiesta dal Consiglio.

4. Mandato della MINURSO

Entrambe le risoluzioni rinnovano la MINURSO per 12 mesi. Tuttavia, la 2797 respinge il tentativo statunitense di ridurre il mandato a tre mesi o modificarlo per piegarlo agli obiettivi politici di Rabat. Il mandato resta invariato, in continuità con la 2756.

5. Posizioni degli Stati membri

La 2756 era stata approvata con un equilibrio politico più ampio, mentre la 2797 vede tre astensioni significative (Russia, Cina, Pakistan) e la non partecipazione dell’Algeria, che ha voluto segnalare che il testo finale non riflette in modo pieno la dottrina ONU sulla decolonizzazione. Diversi Stati membri (tra cui Slovenia e Danimarca) hanno aggiunto dichiarazioni di voto per chiarire che il loro sostegno non implica alcun riconoscimento della “sovranità” marocchina.

Conclusione comparata

La Risoluzione 2797 non produce lo slittamento giuridico e politico auspicato da Marocco, Stati Uniti e Francia. Nonostante un contesto più difficile rispetto alla Risoluzione 2756, il testo finale mantiene saldi i capisaldi del processo ONU: il conflitto non è risolvibile senza il popolo saharawi e senza il suo diritto all’autodeterminazione; la proposta marocchina non è l’unica base possibile; il mandato della MINURSO resta quello originario. La continuità sostanziale con la 2756 dimostra che il Consiglio di Sicurezza non ha accettato la narrativa marocchina e non ha introdotto alcun riconoscimento della presunta sovranità di Rabat sul Sahara Occidentale.

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About Andrea Vento

Andrea Vento, docente di geografia economica presso l’Istituto Tecnico Commerciale «Antonio Pacinotti» di Pisa, si è laureato nel 1988 presso la facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Pisa con corso di laurea in geografia e tesi in geografia economica. Appassionato di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare predilezione per il Medio Oriente e l’America latina, ha focalizzato le proprie ricerche e la propria attività sull’analisi di specifiche tematiche di carattere geoeconomico e geopolitico. Al centro del suo lavoro vi è il tentativo di ampliare - tramite scritti e conferenze - la conoscenza di particolari sfere economico-geografiche del mondo attuale. Nel 2013 - assieme ad alcuni colleghi - ha fondato il GIGA (Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati).

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