Radio Grad esprime piena solidarietà a Cestes e all’Osservatorio: il 4 novembre l’aggiornamento “La scuola non si arruola”, con oltre 1.300 adesioni, è stato sospeso dal ministero. Un atto censorio che colpisce libertà d’insegnamento e di critica al riarmo, mentre si spalancano le scuole alla propaganda militare.

Il 4 novembre avrebbe dovuto tenersi l’iniziativa di aggiornamento per docenti “La scuola non si arruola”, nell’ambito delle iniziative attivate anche dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università con una quarantina di piazze e di manifestazioni contro il Riarmo e la militarizzazione che si terranno il 4, giornata in cui si celebra l’unità d’Italia e l’esercito.
L’incontro è stato sospeso per intervento del ministero dopo avere raccolto oltre 1300 adesioni., a conferma che l’intervento del Ministero suona come una presa di posizione politica per impedire che nelle scuole si parli di genocidio, di Riarmo, di risorse sottratte alla istruzione e alla sanità. Come radio Grad e redazione della rubrica di Oltre Confine pensiamo invece che le scuole di ogni ordine e grado debbano essere luoghi deputati alla critica e alla discussione e gli stessi percorsi formativi debbano essere tutelati anche quando vertono su argomenti scomodi ai governanti.
Il ministero ha compiuto una inaccettabile limitazione del principio di libertà di insegnamento che assume connotati paradossali: ai docenti, la cui finalità principale è quella di formare cittadini consapevoli, vengono posti inaccettabili paletti nel trattare argomenti legati agli sviluppi della nostra società, impedendo di affrontare la preoccupanti dinamiche del riarmo, della militarizzazione e dell’economia di guerra, mentre al contempo si vedono di buon occhio e si agevolano gli interventi delle forze armate e di polizia nelle scuole tesi alla promozione della cultura di guerra e a favorire l’arruolamento degli studenti.
In pratica secondo il ministero gli insegnanti non possono trattare con gli studenti argomenti inerenti alla sfera militare mentre le forze armate vengono incentivate a farlo nelle scuole con la loro impostazione culturale militaresca.
Procedendo in questa direzione, non ci meraviglieremo se il prossimo passo del ministero verso le scuole-caserme potrebbe essere quello di riservare, nei prossimi concorsi per il reclutamento degli insegnanti, cattedre appositamente per i militari.
Come radio ospiteremo allora le voci dissidenti per salvaguardare il patrimonio culturale e formativo indispensabile per il mondo della istruzione.
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