Vittoria di Pirro di Milei-Trump in Argentina

Il governo di Javier Milei e il suo partito La Libertad Avanza hanno vinto le elezioni parlamentari intermedie di domenica 26 ottobre. Hanno ottenuto il 40,84% dei voti in tutto il Paese rispetto al peronismo-kirchnerismo che ha quasi raggiunto il 35% dei voti. Affluenza al 67,85%, la più bassa dal ritorno alla democrazia.

Riflessioni preliminari* di Sergio Ferrari
Traduzione a cura del Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati

Sulla base di questi risultati (si trattava di un rinnovo solo parziale del parlamento) Fuerza Patria (peronismo-kirchnerismo) rimane con 96 deputati (perde solo 2 seggi); La Libertad Avanza di Javier Milei avrà 93 seggi (+ 56); Provincias Unidas (peronismo delle province e alcuni governatori del Partido Radical) 17 deputati; il PRO (Propuesta Republicana) dell’ex presidente Mauricio Macri esce sensibilmente ridimensionato, avendo perso 21 seggi e rimanendo con soli 14. I restanti 25 deputati rappresentano gruppi minori e regionali-provinciali (immagine 1). Al Senato, Fuerza Patria avrà 26 seggi; La Libertad Avanza 19; il Partido Radical 10; i rappresentanti provinciali 10; Provincias Unidas 5, e il PRO, ormai ridotto ai minimi termini, avrà solo 5 seggi.

Immagine 1: la nuova composizione della Camera argentina

Tuttavia, nonostante questo risultato apparentemente positivo per il governo, 6 elettori su 10 NON HANNO SOSTENUTO NÉ RATIFICATO le politiche di Javier Milei: il suo progetto di totale dipendenza dal capitale internazionale e di smantellamento dello Stato sociale.

L’analisi dettagliata dei voti mostra che la vittoria di Javier Milei non significa una crescita reale del suo elettorato. Al contrario, La Libertad Avanza ha ottenuto 15 punti in meno rispetto al 2023. L’apparente crescita significa, soprattutto, uno SPOSTAMENTO DEI VOTI INTERNI ALLA DESTRA dal PRO di Mauricio Macri verso Milei. La forza dell’ex presidente Mauricio Macri in queste elezioni è di fatto confluita in La Libertad Avanza. Ciò significa che il progetto neoliberista di destra Milei-Macri raggiunge oggi un tetto massimo con il 40% dell’elettorato.

Il risultato delle elezioni di domenica 26 ottobre descrive anche un’opposizione ancora debole che non riesce a “conquistare” l’elettorato con una PROPOSTA ALTERNATIVA COERENTE DI GOVERNO. Né il peronismo-kirchnerismo con il suo quasi 35% dei voti, né Provincias Unidas, la terza forza a livello nazionale con poco più del 7% dei voti, riescono oggi a diventare un progetto alternativo convincente. Provincias Unidas è una nuova creazione di 6 governatori (tra cui quelli di Córdoba e Santa Fe, importanti distretti elettorali), in maggioranza peronisti, anche se con qualche ingrediente dell’antico Partido Radical, un’altra forza che in queste elezioni è quasi scomparsa dallo spettro politico.

In termini reali, in questa nuova fase Milei NON AVRÀ LA MAGGIORANZA né alla Camera dei Deputati né al Senato, costringendolo a negoziare con le forze provinciali per poter legiferare.  Ciò che è riuscito a ottenere è superare la percentuale necessaria per impedire al parlamento di porre il veto alle leggi e ai decreti del presidente. In questo senso, istituzionalmente, Milei esce rafforzato da queste elezioni intermedie.

Impossibile non tenere conto dell’altissimo costo economico che ha sostenuto questa vittoria elettorale di Milei. Come sottolinea l’analista Felipe Yapur in un commento pubblicato all’alba di lunedì 27 ottobre sul quotidiano Página 12, la vittoria di Milei “è stata garantita da un aumento netto del debito estero di 40 miliardi di dollari inviati dalla Casa Bianca. Per ora ha superato il primo ostacolo, quello elettorale”. Si riferisce all’importo che Trump e il suo segretario al Tesoro hanno promesso a Milei nelle ultime quattro settimane per garantire una certa stabilità finanziaria di fronte ai segni evidenti di una crisi senza ritorno con rischio di esplosione. L’Argentina esce da queste elezioni parlamentari con un aumento senza ritorno del suo già enorme debito estero.

Le elezioni del 26 ottobre ricordano che i processi politici sono e continueranno ad essere lenti, hanno i loro ritmi, sono attraversati da contraddizioni e molteplici sorprese. I tempi storici non hanno molto a che vedere con le ansie individuali di essere protagonisti del cambiamento. Nulla nel cammino dei popoli è lineare. Tutto è complesso e dialettico.

Oggi, 27 ottobre, la stampa internazionale ci informa della “sorpresa” argentina. Tuttavia, da un punto di vista strategico, a medio e lungo termine, ciò che questa mattina la stampa internazionale presenta come la grande vittoria di Milei, non è altro che una piccola vittoria di Pirro. Che può far male, ma non paralizza.

*trattandosi di riflessioni preliminari scritte all’alba del 27 ottobre, i dati potrebbero subire modifiche nelle prossime ore.

CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK

Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.