Nato e Ue preparano nuove grandi infrastrutture a fini militari

L’UE investe 17 miliardi in infrastrutture militari sotto pressione NATO, sacrificando welfare sull’altare della guerra con la Russia. Corridoi logistici e tecnologie duali mascherano la militarizzazione dell’Europa, mentre Germania e Polonia trainano il progetto dei “Tre Mari”.

La prossima manovra di Bilancio europeo dedicherà ampi spazi alla difesa, alle tecnologie e alle infrastrutture, per queste ultime il fabbisogno stimato è di 17 miliardi di investimenti per trovarsi preparati in un eventuale scontro con la Russia.

Prima del Bilancio pluriennale comunitario, per lunghi mesi, è stata focalizzata l’attenzione sugli interventi necessari e sulle cosiddette tecnologie duali, la logistica viene annunciata come una necessità per l’economia del vecchio continente ma è indubbio che l’investimento guarderà soprattutto ai pesi prossimi al confine Russo.

Fino a prova contraria non ci sembra che la Ue sia in lotta con la Russia, anzi se acquistasse il gas e il petrolio dalla Russia (che poi è lo stesso ad arrivare in Ucraina dopo alcuni giri) ne trarrebbe un indubbio vantaggio economico, del resto la crisi economica è indissolubilmente legata al costo dell’energia (e gli Usa ben sapevano che diventando i rifornitori ufficiali dell’Europa avrebbero messo questa in ginocchio).

Come avvenne con la guerra nei Balcani e i corridoi energetici ridefiniti dopo quell’aggressione al popolo della ex Jugoslavia, si torna a parlare di corridoi da potenziare come la Rete Trans-Europea di Trasporto (Ten-T) a cui aggiungere il vecchio, risale al 2017\8 ossia prima della guerra in Ucraina, Piano di azione per la mobilità militare Piano d’azione sulla mobilità militare: un’iniziativa concreta per un’Unione della difesa.

La nuova Manovra pluriennale di bilancio decida ampio spazio alle infrastrutture e alla tecnologia e lo fa con grande attenzione all’utilizzo duale per evitare sul nascere polemiche interne ad alcuni paesi, in grave difficoltà, che mal sopporteranno i tagli al sociale.

E per questa ragione tra i papaveri di Bruxelles si parla di  rafforzare le politiche di rilancio della difesa e degli investimenti strategici, prevedendo , da qui al 2030, una guerra su larga scala per affrontare la quale serve un ammodernamento della logistica e già nel Gennaio 2024 la Germania con altri paesi europei (Paesi Bassi e Polonia ad esempio) aveva sottoscritto una intesa per dare vita a una grande e rinnovata rete di logistica e mobilità militare, da tempo si studia un progetto destinato a integrare i Tre mari ossia Baltico, Adriatico e Mar Nero. In questa grande opera il ruolo di Germania e Polonia dovrebbe essere quello di guida e non è casuale visto che stiamo parlando dei paesi che più degli altri hanno accresciuto la spesa bellica. 

Solo poche settimane fa la Rete di infrastrutture è tornata al centro della attenzione del Parlamento UE e della Nato, prova ne sia la pubblicazione di alcuni documenti ufficiali che il pacifismo italiano ignora o preferisce dimenticare per riproporci in autunno, la solita sequela di luoghi comuni.

Military mobility

La manovra di Bilancio è quindi risultata della sinergia tra Ue e Nato, dalla cooperazione per dare vita a una grande rete infrastrutturale a fini di guerra, è del resto uno degli impegni assunti da Bruxelles per disimpegnare gli Usa da parte delle spese sostenute per la difesa proprio come chiesto da Trump.

E se qualcuno ha già parlato di una sorta di “Schengen militare”:
PIANI MILITARI UE: L’ITALIA SNODO CRUCIALE
Ue, avanti tutta sulla mobilità militare

L’Italia non sta a guardare come dimostra il grande accordo, che opera da battistrada nella UE, tra Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana di quasi due anni:
L’asse Leonardo-Rete Ferroviaria Italiana per la mobilità militare

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About Federico Giusti

Federico Giusti è delegato CUB nel settore pubblico, collabora coi periodici Cumpanis, La Città futura, Lotta Continua ed è attivo sui temi del diritto del lavoro, dell'anticapitalismo, dell'antimilitarismo.

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