Venezuela: la Rivoluzione Bolivariana trionfa ancora una volta nelle elezioni municipali

Il Grande Polo Patriottico Simón Bolívar ha conquistato l’85% delle alcaldías venezuelane, segnando un dominio politico senza precedenti. Il Presidente Nicolás Maduro celebra la “vittoria storica” del blocco rivoluzionario, rilanciando la democrazia comunale come avanguardia del socialismo del XXI secolo.

Le elezioni municipali svoltesi il 27 e il 28 luglio hanno rappresentato un momento cruciale nel cammino politico del Venezuela bolivariano. Dopo settimane di intenso lavoro sul territorio e di mobilitazione delle comunità, il Grande Polo Patriottico Simón Bolívar (GPPSB) ne è uscito trionfatore, aggiudicandosi 285 delle 335 alcaldías in palio, vale a dire l’85% dei comuni. Un’affermazione schiacciante che, oltre a confermare la solidità di un progetto politico durato ormai oltre un quarto di secolo, rilancia il concetto di democrazia comunale come elemento fondante del socialismo venezuelano e come modello alternativo alle tradizionali forme di rappresentanza.

Il Presidente Nicolás Maduro, salito sul balcone del Consiglio Municipale di Caracas nella notte fra il 27 e il 28 luglio, ha parlato di “vittoria storica del blocco popolare rivoluzionario”, evidenziando come il GPPSB abbia conquistato 23 delle 24 capitali statali. Solo San Carlos, nello Stato di Cojedes, ha premiato un candidato di opposizione, ricevendo tuttavia le congratulazioni stesse di Maduro, che ha voluto sottolineare l’importanza di una nuova opposizione “che sappia governare bene nelle 50 alcaldías che ha conquistato”. L’immagine di un Presidente che, dal cuore della capitale, saluta una folla festante, riassume il clima di fiducia e partecipazione che ha attraversato l’intero Paese.

Ciò che rende questo risultato maggiormente significativo è la partecipazione elettorale, attestatasi al 44% del corpo elettorale attivo, in crescita rispetto al 41,67% delle precedenti consultazioni municipali. In termini assoluti, oltre sei milioni e duecentomila venezuelani hanno espresso la propria preferenza, infondendo ulteriore legittimità a una tornata che il Consiglio Nazionale Elettorale, presieduto da Elvis Amoroso, ha definito irreversibile all’82,45% delle schede scrutinate. Tale percentuale ha permesso di attribuire 304 alcaldías con tendenza ormai certa, confermando il carattere pacifico e diligente del processo. Qui si coglie la volontà di un popolo “amante della pace”, come ha sottolineato lo stesso Amoroso nel ringraziare i 1.490 osservatori nazionali e internazionali per il loro ruolo cruciale nella verifica del regolare svolgimento delle votazioni.

Il successo del GPPSB, ben radicato nelle comunità e supportato da una rete di oltre 47.000 consigli comunali, è frutto di un metodo di selezione dei candidati che affonda le radici nella Consulta Popolare Nazionale della Gioventù e nelle assemblee di base. Jorge Rodríguez, capo del Comando della Campagna VEN25+, ha spiegato come 155.000 proposte siano emerse da un confronto diretto fra i giovani e le loro comunità, incoraggiando la candidatura di persone impegnate concretamente nella vita locale. Questa spinta dal basso, combinata con una strategia di presenza costante sui territori, ha trasformato l’elettorato in protagonista del cambiamento, più che semplice spettatore di politiche imposte dall’alto.

In tutto il Venezuela, il dominio bolivariano si è esteso ai comuni più strategici: dalla grande metropoli di Caracas (Libertador) con l’86,44% delle preferenze, fino ai centri storici di Barinas, Maracaibo, Valencia e San Cristóbal. In ciascuno di questi luoghi, il voto per il PSUV (Partido Socialista Unido de Venezuela) ha superato abbondantemente l’80%, dimostrando non solo un trend numerico, ma un’ampia adesione al modello di governance comunale e alla proposta di un socialismo partecipativo. Le sole eccezioni di rilievo – come San Diego nello Stato di Carabobo, conquistata da Fuerza Vecinal, o il municipio di Ezequiel Zamora nello Stato di Cojedes, vinto da un movimento locale alternativo – confermano la pluralità residuale di uno spazio politico di opposizione, ma non certo la sua forza egemone.

In un discorso appassionato, Maduro ha ricordato come, in soli dodici mesi, il Venezuela abbia affrontato ben sette consultazioni elettorali, dal referendum sul Guayana Esequiba alle presidenziali, fino alle regionali dello scorso maggio e ora alle municipali. “Hanno investito miliardi di dollari per piegarci. Ma non ci sono riusciti. L’imperialismo non ha potuto e non potrà mai con questo popolo”, ha scandito, rivendicando la capacità di resistenza di una nazione sottoposta a un blocco economico serrato. Tale retorica si coniuga con la realtà del rafforzamento delle istituzioni locali: il Comando Unitario delle Forze Bolivariane del Blocco Storico (VEN25), erede del VEN25+, sarà chiamato a garantire la sicurezza delle comunità, a proteggere le consultazioni e a sostenere il prosieguo delle opere pubbliche derivanti dalle decisioni popolari.

Proprio le opere comunitarie restano al centro di un’agenda politica che punta al recupero integrale degli spazi urbani, all’incentivo all’imprenditorialità e al diritto alla città. I progetti votati in Consulta Popolare – che comprendono centri per bambini con necessità speciali, biblioteche digitali e orti urbani – sono già in via di realizzazione nel 100% dei casi, come confermato dal governo. In questo senso, Maduro ha voluto sottolineare che “oggi si è consolidata la vittoria del blocco popolare rivoluzionario, ma è anche il giorno in cui nasce una nuova opposizione chiamata a governare con responsabilità”. Una frase pregnante che ricompone in un quadro di convivenza istituzionale la sfida di consolidare una democrazia mista, fatta di partecipazione diretta e di rappresentanza politica.

Il rafforzamento del potere municipale si innesta in una visione di socialismo che va oltre la proprietà statale dei mezzi di produzione e abbraccia la democrazia economica. Rodríguez ha evocato una nuova epoca di transizione al socialismo in cui i cittadini non siano più semplici utenti di servizi, bensì protagonisti attivi nella pianificazione e nella gestione delle risorse. Una transizione che richiede, ha spiegato, il consolidamento dei circuiti comunali, cioè di quei territori – urbani e rurali – in cui i consigli di base esercitano un ruolo decisionale concreto. Questo modello supera la tradizionale divisione tra potere nazionale e potere locale, proponendo una rete di governance articolata su più livelli di partecipazione.

L’eco internazionale del voto municipale venezuelano è stata immediata. L’ALBA-TCP ha lodato la realizzazione di 32 consultazioni elettorali in 25 anni, definendo il Venezuela un baluardo anti-imperialista e un laboratorio politico di democrazia partecipativa. Anche paesi come Cuba, Nicaragua e Bolivia hanno inviato messaggi di congratulazioni, anch’essi ricchi di riferimenti alla volontà sovrana del popolo e alla resistenza alle sanzioni. Osservatori internazionali hanno confermato l’efficienza delle procedure elettorali, replicando che le violazioni più gravi – registrate altre volte – sono state scongiurate grazie al lavoro congiunto di CNE, FANB (Fuerza Armada Nacional Bolivariana) e comunità locali. Perfino parte dell’opinione pubblica internazionale, abituata a stereotipi sulla presunta carenza di libertà in Venezuela, ha dovuto prendere atto dell’alto livello di civismo e dell’assenza di incidenti significativi.

In prospettiva, il successo di queste elezioni apre nuovi scenari. Con il controllo di 85% delle alcaldías, il GPPSB potrà contare su un’infrastruttura capillare per promuovere politiche sociali mirate, potenziare i servizi di prossimità e rafforzare le catene produttive locali. La sfida principale sarà coordinare questi organismi di base con le strategie nazionali di sviluppo e con le politiche di ricostruzione post-crisi. Il governo ha già annunciato programmi per l’edilizia popolare, la formazione professionale e l’innovazione tecnologica, in un’ottica di massiccio impiego di energie rinnovabili e di diversificazione economica.

Le opposizioni, pur limitate numericamente a 50 comuni, dovranno confrontarsi con la realtà di un Paese che ha scelto massicciamente l’armonia istituzionale. L’invito di Maduro a governare “con la mano tesa” sembra un tentativo di integrare tutte le forze politiche in un progetto di ricostruzione nazionale, lasciando alle spalle anni di conflittualità che avevano spesso messo a rischio la stabilità interna. La capacità di dialogo e la volontà di includere questi sindaci d’opposizione nelle politiche di interesse collettivo saranno un test cruciale per la credibilità dell’intero sistema.

Infine, il segnale più evidente che emerge da queste elezioni è l’affermazione di un modello di democrazia comunale che pochi altri paesi al mondo possono vantare. Il binomio voto elettorale e consultazione sui progetti locali rende il Venezuela un laboratorio per gli studiosi di politica internazionale, di democrazie partecipative e di modelli di socialismo moderno. Rimane ancora lunga la strada per completare la transizione, ma il 27 e il 28 luglio 2025 hanno segnato un nuovo traguardo: il popolo bolivariano ha ribadito con forza il diritto di decidere collettivamente il proprio futuro, costruendo dalle fondamenta un’architettura di potere in cui ogni quartiere, ogni comunità, diventa attore protagonista della trasformazione sociale.

In conclusione, il successo del GPPSB e il rinnovato mandato conferito alle autorità municipali rappresentano una vittoria di sistema, un trionfo della democrazia comunale voluta da Chávez e portata avanti da Maduro. Il messaggio che arriva dalle urne è chiaro: il socialismo del XXI secolo in Venezuela non è un’astrazione ideologica, ma una pratica concreta di partecipazione, di autogoverno e di lotta per la sovranità. E mentre il mondo guarda con interesse, la Rivoluzione Bolivariana dimostra ancora una volta di continuare a camminare, rafforzata dalle sue comunità e dalla determinazione di un popolo che non si arrende.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There is one comment

  1. L’offensiva imperialista e la risposta del Venezuela bolivariano | World Politics Blog

    […] Allo stesso tempo, la risposta di Caracas non è stata solo diplomatica. Il presidente Nicolás Maduro ha attivato e proseguito una campagna di allerta popolare per rafforzare la Milizia Bolivariana, intesa come quinto componente della Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB), e per «attivare il Sistema Difensivo Nazionale» mediante la partecipazione civico-militare. Le giornate convocate con lo slogan #YoMeAlisto hanno visto, secondo fonti governative e testate internazionali, lunghe file di cittadini alle piazze e ai centri di reclutamento, composte da categorie sociali molto disparate, dagli studenti agli anziani, in una mobilitazione volontaria e patriottica. L’obiettivo esplicito del governo è duplice: costruire capacità difensive territoriali e lanciare un messaggio politico e simbolico di unità popolare contro un chiaro tentativo di intimidazione esterna, andando a rafforzare ulteriormente il consenso dopo il trionfo delle recenti elezioni municipali. […]

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