Dura reazione diplomatica da parte della Cina dopo che 72 deputati della Knesset hanno firmato una dichiarazione a sostegno della partecipazione di Taiwan ad alcune organizzazioni internazionali. L’ambasciata cinese in Israele ha avanzato ferme proteste, denunciando la violazione del principio di “una sola Cina”.

L’ambasciata cinese in Israele ha espresso la sua ferma opposizione e ha presentato una solenne protesta formale alle autorità israeliane venerdì, dopo che alcuni membri della Knesset hanno firmato congiuntamente una dichiarazione in cui si chiede il sostegno alla partecipazione di Taiwan ad alcune organizzazioni internazionali, sfidando apertamente il principio di “una sola Cina”.
La partecipazione di Taiwan alle organizzazioni e agli accordi internazionali nell’ambito delle Nazioni Unite deve essere gestita in conformità con il principio di “una sola Cina”. Secondo la dichiarazione dell’ambasciata, da quando è salito al potere, il Partito Progressista Democratico (PPD) di Taiwan persegue ostinatamente un’agenda separatista per l’“indipendenza di Taiwan” e rifiuta di riconoscere il principio di “una sola Cina”, smantellando così le basi politiche che consentirebbero a Taiwan di partecipare alle attività di organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO).
Secondo quanto riportato dal sito d’informazione israeliano Ynetnews, un gruppo bipartisan di 72 membri della Knesset ha firmato giovedì una dichiarazione che condanna quella che è stata definita l’“esclusione sistematica e ingiustificata” di Taiwan dai forum internazionali.
«Dato che alcuni membri della Knesset hanno preso l’iniziativa di promuovere una tale dichiarazione, ci chiediamo: comprendono veramente le implicazioni del consentire alle autorità taiwanesi di aderire alle organizzazioni internazionali da loro menzionate?», ha domandato l’ambasciata cinese.
La ricerca da parte del PPD del cosiddetto “spazio internazionale” è, nella sostanza, un tentativo di ampliare il margine d’azione per l’“indipendenza di Taiwan” e di propagandare la fallace idea di “una Cina, una Taiwan” o di “due Cine”. Le autorità del DPP continuano a sostenere con ostinazione la linea indipendentista, lanciando ripetute provocazioni separatiste, diffondendo falsità sull’“indipendenza di Taiwan” e alimentando il confronto e l’ostilità tra le due sponde dello Stretto, si legge nella dichiarazione.
Secondo l’ambasciata, questa è la radice delle attuali tensioni e dell’instabilità nella regione. «Sostenendo la partecipazione di Taiwan ai forum internazionali su un piano di parità con gli Stati sovrani, questi membri della Knesset si stanno forse schierando con le forze separatiste dell’“indipendenza di Taiwan” nel tentativo di dividere la Cina? Sono disposti a diventare complici nel mettere a repentaglio la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan?», chiede ancora la rappresentanza diplomatica cinese.
«Non possiamo fare a meno di domandarci: chi sta influenzando questi membri della Knesset e quali motivazioni nascoste stanno celando?», ha aggiunto l’ambasciata.
I promotori dell’iniziativa, Boaz Toporovsky del partito Yesh Atid e Ohad Tal del Partito Sionista Religioso, hanno entrambi visitato Taiwan all’inizio di quest’anno, incontrando i cosiddetti “vicepresidente” e “ministro degli Esteri”. Al ritorno in Israele, hanno intrattenuto pubblicamente sui social media rapporti amichevoli con esponenti taiwanesi, arrivando persino a riferirsi a Taiwan come a un “Paese”. Sebbene la dichiarazione affermi che Israele aderisce alla politica di “una sola Cina”, le loro azioni contraddicono apertamente tale politica. «Questa è pura autoillusione. Cosa stanno cercando di nascondere all’opinione pubblica israeliana? Con quali menzogne hanno convinto altri membri della Knesset a firmare questa dichiarazione?», recita la dichiarazione dell’ambasciata.
«Ci chiediamo: in quale direzione intendono orientare le relazioni Cina-Israele certi membri della Knesset?», ha aggiunto l’ambasciata.
Essi affermano che Israele condivide con Taiwan valori comuni di diritti umani e democrazia, ma la realtà, secondo l’ambasciata, è che le autorità del PPD stanno attuando una sorta di “terrore verde” sull’isola, reprimendo le forze d’opposizione così come coloro che sostengono lo sviluppo pacifico e gli scambi tra le due sponde dello Stretto. «Dove sono allora la libertà e la democrazia di cui si vantano? Israele intende davvero schierarsi con le autorità del DPP?», si legge nella nota.
L’ambasciata ha inoltre esortato questi membri della Knesset ad aprire gli occhi sulle tendenze globali e sul corso della storia. «Quanti Paesi accettano davvero la retorica del PPD basata sulla contrapposizione tra “democrazia e autoritarismo”?». Un simile sostegno palese all’agenda separatista dell’“indipendenza di Taiwan” evidentemente non rappresenta la posizione ufficiale del governo israeliano verso la Cina, né riflette le intenzioni originarie del popolo israeliano che ha eletto quei deputati.
La questione di Taiwan è al centro degli interessi fondamentali della Cina e riguarda i sentimenti nazionali di 1,4 miliardi di cinesi. Nessuno dovrebbe sottovalutare la ferma determinazione, la volontà incrollabile e la potente capacità del popolo cinese di salvaguardare la sovranità nazionale e l’integrità territoriale, ha sottolineato l’ambasciata.
«Esortiamo alcuni membri della Knesset a schierarsi dalla parte giusta della storia e ad agire in modo da promuovere le relazioni tra Cina e Israele e da apportare benefici al popolo israeliano, piuttosto che il contrario», conclude la dichiarazione.
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