Il riarmo di Nato e Ue, con spesa militare in aumento dal 1,5 % del 2019 al 2 % nel 2024 e oltre il 3,5 %, aggrava inquinamento, emissioni di gas serra e rischi climatici, mentre tentativi ‘verdi’ restano ancora fin troppo insufficienti.

Il riarmo della Nato e della Ue avrà anche ripercussioni negative sull’ambiente, accrescendo inquinamento ed emissioni di gas serra. Armamenti e tecnologie inquinanti, guerre e conseguenti disastri ambientali sono state oggetto di studi e approfondimenti scientifici. Poi, se ci si limita all’opposizione alla guerra solo per ragioni ambientaliste, è un altro discorso.
Ma indagare il rapporto tra Armi, riarmo e guerre e ambiente o cambiamento climatico è ormai dirimente, tanto che perfino in ambito militare si stanno ponendo un problema di natura ambientale, ad esempio nel caso della costruzione di nuove basi, studiando, fino ad oggi con scarso successo, tecnologie e sistemi d’arma a basse emissioni. “È un terreno privilegiato per una svolta ambientalista del militare (in aperto contrasto con la realtà, visto che Riarmo e Militare portano alla crescita dell’inquinamento) ed è dato dai cosiddetti appalti ‘verdi’ standardizzati nelle forze armate dell’UE, richiesti dagli atlantisti dal cuore ecologista.
La spesa militare, dall’1,5% nel 2019, ha superato il 2% nel 2024, e il Rearm Europe la porterà in breve sopra il 3,5%”. E tanto cresceranno gli investimenti bellici quanto più aumenteranno le emissioni, visto che per muoversi le truppe utilizzano combustibili fossili.
E i danni all’ambiente sono causati dalla crescita della spesa militare.
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