Riarmo: se lo sostieni non hai capito che lo finanziano con i soldi destinati a pensioni, sanità e salari.

La storia dovrebbe averci insegnato che, quando i lavoratori abbracciano le tesi del nazionalismo e del riarmo dimenticando di migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro, diventano carne da macello in qualche guerra o gendarmi della reazione contro le proteste sociali e sindacali. L’odio per la storia e la costruzione di una società omologata agli interessi di chi la dirige vanno di pari passo: riarmo europeo significa maggiori risorse alla difesa, meno spese sociali e forse anche più tasse per i salariati, dopo averci fatto credere che gli sgravi avrebbero superato la progressiva erosione del potere di acquisto dei salari. Il militarismo è da sempre lo strumento privilegiato anche per contrarre gli spazi di libertà e democrazia.
Bisogna far sentire la nostra voce partecipando alle mobilitazioni di giugno contro il Riarmo e farlo con parole d’ordine semplici e dirette, ma il vero problema sta proprio nell’incapacità di costruire delle mobilitazioni serie e di massa, privilegiando la visibilità di singole organizzazioni.
Un po’ come accaduto con il pacchetto sicurezza, qui si sta a rievocare zone rosse e terminologie di 20 anni fa, senza far capire che la contrazione degli spazi di agibilità e di libertà collettiva accompagna la costruzione della società del riarmo. Purtroppo, si preferiscono schemi ideologici di facile presa su qualche corpo militante a una lettura obiettiva e diretta della realtà.
- L’aumento delle spese militari mette a rischio la stabilità finanziaria europea, indebita i paesi in una fase storica in cui le economie sono ferme e minacciate dai dazi USA: spese che presto graveranno sulle finanze, costringendo ad alcuni tagli che riguarderanno le spese sociali, ossia sanità, scuola, salari e pensioni.
- Sospendono alcune regole della Ue per favorire in una certa misura l’indebitamento, ma restano pur sempre vigenti, spostati di qualche anno magari, gli obiettivi di riduzione del deficit e contenimento del debito. A breve, per far tornare i conti, arriveranno nuove tasse (“nuove entrate”) o tagli di spesa.
- Più cannoni e meno burro: i tempi bui stanno tornando.
- Ricordate i fondi del PNRR? Dovevano servire in buona parte a progetti sociali e di manutenzione del territorio, ma poi li hanno indirizzati ad altro, e oggi sperano nelle “ricadute tecnologiche sulle industrie civili”, un po’ come quando dicevano che la ricchezza esponenziale di pochi avrebbe portato qualche beneficio a tutti gli altri, che invece sono diventati sempre più poveri.
E riarmo significa privatizzazioni (pardon, liberalizzazioni), ma anche il perdurare di un sistema fiscale che non chiede ai redditi elevati un contributo proporzionale.
Per l’aumento “necessario” delle spese militari serviranno “nuove entrate e la ridefinizione delle priorità di bilancio”, quindi nel nome del Riarmo taglieranno le spese sociali, imponendo contratti al ribasso. I nostri salari perderanno potere di acquisto, come anche le pensioni, e curarsi diventerà un lusso.
Fermiamo la macchina del riarmo prima che depredi le ricchezze sociali di ogni paese Ue.
È sempre utile conoscere direttamente la fonte:
Revisione della stabilità finanziaria, maggio 2025
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