Appello per un libro collettivo sulla storia del materialismo dialettico, a firma di Daniele Burgio, Giulio Chinappi, Massimo Leoni, Vanna Melia, Davide Rossi, Roberto Sidoli e Pietro Terzan.

Il moderno movimento comunista, per affrontare con successo i grandi problemi planetari del Ventunesimo secolo, deve possedere grandi prospettive sia sul piano pratico che su quello teorico: sotto quest’ultimo aspetto risulta sempre utile il concetto espresso dal creativo filosofo sovietico E. Ilienkov all’inizio della sua opera Logica dialettica, secondo cui “il metodo più ricco di prospettive per la soluzione di qualsiasi problema scientifico è l’impostazione storica del problema medesimo”.
Intendiamo pertanto proporre ai compagni interessati l’avvio di un processo di costruzione di una storia del bisecolare materialismo dialettico, che parta come punti di analisi dall’essere quest’ultimo:
– parte integrante e struttura di inquadramento del marxismo: schema e “coordinate generali” (Antonio Banfi) della conoscenza umana da cui dipende il realismo gnoseologico e il materialismo ontologico del comunismo marxiano, la soluzione del rapporto generale tra essere e pensiero (quest’ultimo inteso splendidamente da Marx, nel suo poscritto del gennaio 1873 al Capitale, come “l’elemento materiale trasferito e tradotto nel cervello degli uomini”), la necessità, potenzialità e possibilità di trasformare il mondo (undicesima delle Tesi su Feuerbach); oltre che il “punto di vista” e la prospettiva del comunismo (decima tesi);
– dotato di una resilienza temporale ormai bisecolare, a partire dal 1841-45 (fin dalle sue Tesi su Feuerbach, tra l’altro, Marx utilizzò il termine di “nuovo materialismo”) per arrivare via via all’inizio del terzo millennio;
– la filosofia più importante, a livello globale e senza soluzione di continuità, dopo il 1917 e fino ai nostri giorni;
– capace di appropriarsi correttamente dei risultati ottenuti dalle scienze naturali riconoscendo la materia e l’intero cosmo come un ente plurilivellare ma interconnesso che, partendo dal gradino quantistico con l’unione dialettica tra vuoto e particelle- antiparticelle virtuali, arriva via via fino al livello superiore delle categorie e leggi scientifiche elaborate dalla conoscenza e creatività umana: ossia fino allo spirito inteso come il “più alto prodotto della materia” (Lenin, Quaderni filosofici);
– una filosofia in grado di individuare non solo i molteplici livelli di organizzazione della materia, ma anche le loro rispettive specificità (il binomio tra progettualità e pratica non genetica nell’uomo, per il Marx de l’ape e l’architetto), l’interconnessione tra i vari gradini di strutturazione del cosmo e la simultanea presenza di leggi generali comuni a tutti loro, scoperte dalla scienza e dalla dialettica materialistica;
– una teoria in cui il nucleo più antico e duraturo dell’intera matrice marxista del mondo è proprio il prometeismo cooperativo e umanista elaborato da Marx fin dalla sua tesi di laurea del 1841, a cui il geniale pensatore rivoluzionario di Treviri diede quasi subito seguito con i Manoscritti economico-filosofici del 1844 e le Tesi su Feuerbach per arrivare, dopo quasi due secoli, anche all’esplicito elogio del marxista cinese Xi Jinping rispetto alla figura di Prometeo effettuato in terra olandese, nel marzo 2014;
– un “cantiere aperto” e in via di sviluppo a cui hanno partecipato sicuramente Marx, Engels e Lenin, ma anche figure importanti e creative come A. Labriola e G. Plekhanov, I. V. Stalin e Mao Zedong, G. Politzer e A. Gramsci, G. Lukacs e H. Lefebvre, per limitarci all’analisi del periodo 1841-1938;
– una corrente teorica che tuttora agisce su scala planetaria a livello intellettuale, massmediatico e di percezione di massa, dagli Stati Uniti alla Cina passando per Cuba e Vietnam, Russia e Laos, ecc.: per fare un solo esempio concreto Xi Jinping, segretario generale del Partito Comunista Cinese, in un suo articolo apparso sulla rivista teorica Qiushi nel 2019 sottolineò che “il materialismo dialettico è la visione del mondo e la metodologia dei comunisti cinesi”;
– la sola corrente filosofica che, nel corso degli ultimi decenni, ha prodotto alcuni stimolanti sviluppi creativi quali ad esempio la regola logica generale per cui A=A e non A, la riscoperta delle quattro leggi generali della dialettica giustamente enucleate da Stalin nel 1938, e così via;
– l’unica forma di pensiero che, almeno in parte, ha inoltre inglobato al suo interno gli elementi teorici migliori della teologia della liberazione, a partire dal compagno Fidel Castro che in un incontro del 1986 con Frei Betto rilevò che la religione poteva diventare, a seconda delle fasi e circostanze storiche, una forma spirituale di oppio dei popoli o, invece, uno strumento di liberazione delle masse oppresse: come avvenne del resto concretamente nel Nicaragua sandinista e nel Venezuela di Chávez e Maduro;
– capace e in grado di trasformare realmente la filosofia in una scienza, attraverso il “magico” quadrilatero formato dall’interconnessione tra materialismo- realismo ontologico, dialettica, praxis sociale complessiva intesa quale criterio decisivo di verità e prometeismo di matrice collettivistica;
– una tendenza teorica ingiustamente disprezzata da larga parte della sinistra “antagonista” occidentale: una ragione in più, a nostro avviso, per avviare la creazione di un libro specifico sulla lunga e contraddittoria dinamica di sviluppo della filosofia marxista;
– una corrente di pensiero che merita un libro ad hoc utilizzando anche notevoli opere, ormai dimenticate, del materialismo dialettico italiano quali quelle di Antonio Banfi (l’uomo copernicano, il marxismo come distruzione teoretica del dogmatismo metafisico, ecc.) e di Ludovico Geymonat sulla filosofia della scienza: stando ben lontani, invece, dalle biografie su Marx e dalle storie del marxismo pubblicate nel mondo occidentale durante gli ultimi quattro decenni, nel migliore dei casi modeste ed esangui opere di filologia accademica nelle quali elementi centrali come il materialismo dialettico, il partito comunista e la dittatura del proletariato di marxiana memoria risultano solo dei blasfemi orrori sfuggiti, evidentemente per errore, alla penna di Marx e Engels.
Milano, 10 aprile 2025
Daniele Burgio
Giulio Chinappi
Massimo Leoni
Vanna Melia
Davide Rossi
Roberto Sidoli
Pietro Terzan
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