Da Londra esce rafforzata l’idea di una Europa di guerra e le posizioni inglesi e italiane sembrano sempre più vicine di quanto non fossero fino a poche settimane or sono.

Nel primo weekend del mese di Marzo si sono riuniti a Londra i leader europei, di Canada e Turchia per discutere della situazione in Ucraina al fine di inserirsi nelle trattative avviate da Russia e Usa.
Alla fine del summit intitolato “Securing Our Future” il premier inglese Starmer annuncia la nascita di una “coalizione dei volenterosi” a difesa della pace e dell’Ucraina e non sfugga la inquietante presenza del segretario generale della Nato Mark Rutte, lo stesso che da mesi chiede di tagliare il welfare per accrescere lo stato sociale.
È bene liberare il campo da due equivoci: il vertice non è in contrapposizione agli Usa ma rappresenta il tentativo della Ue di tornare in gioco, di sostenere maggiori spese militari rivedendo le norme che a livello comunitario disciplinano la spesa e l’indebitamento. Nell’arco di poche settimane la discussione sulla giustizia climatica e sulla transizione energetica, sulla ripresa della manifattura e dell’economia è stata progressivamente accantonata a favore del grande riarmo, paradossalmente oggi la Ue parla di pace duratura decidendo nuovi pacchetti di aiuti militari all’Ucraina e dovendo prima o poi fare i conti con una strategia comunitaria convincente in risposta ai dazi Usa.
“L’Europa deve fare il lavoro grosso” per il premier inglese ma “per la pace in Ucraina serve il sostegno degli Stati Uniti”.
Esce quindi sconfitta una linea isolazionista europea mentre prevale in sostanza la idea di un legame stretto con gli Usa come Inghilterra e Italia desideravano per un “piano condiviso” di pace. Ma condiviso con chi? Ovviamente con Trump presentandosi al contempo su posizioni concilianti con la Ucraina e in questo scenario arriveranno da Londra1,6 miliardi di sterline per 5mila missili a Kiev oltre al prestito da 2,2 miliardi di sterline già annunciato nei giorni scorsi (Zelensky a Londra da Starmer: prestito all’Ucraina da 2,6 miliardi di sterline | Euronews) utilizzando in buona parte i beni russi congelati.
Se la Ue critica Trump di umiliare l’Ucraina, la stessa Ue intende farlo con la Russia dimenticando i lunghi lustri di generose forniture di gas e petrolio a basso costo.
Gli aiuti inglesi serviranno per acquistare missili e droni a lunga e media gittata da lanciare verso il territorio russo, una strategia che inevitabilmente potrebbe portare al prolungamento della guerra e non alla annunciata pace duratura.
È nell’interesse Usa imporre condizioni alla Ue e all’Ucraina con un accordo destinato a crollare in poco tempo oppure il protagonismo guerrafondaio del vecchio continente è spinto da altre ragioni?
Può essere utile leggere le dichiarazioni della Von der Leyen:
“È ora di estrema importanza aumentare gli investimenti nella difesa per un periodo di tempo prolungato. È per la sicurezza dell’Unione Europea. E dobbiamo (…) prepararci al peggio“.
Ed è di pochi giorni fa la presentazione del piano Ue sostenuto da alcuni pilastri: l’allentamento delle regole fiscali per consentire un maggiore finanziamento pubblico, la mobilitazione di fondi comuni dell’UE e una maggiore partecipazione della Banca europea per gli investimenti.
All news about Ursula von der Leyen | Euronews
Se Trump si scontra, in conferenza stampa, con il presidente ucraino accusandolo apertamente di volere continuare la terza guerra mondiale, a distanza di poche ore la Ue che fa? Accoglie Zelensky, lo riempie di armi (che nel frattempo gli Usa continuano ad inviare) per continuare la guerra e cerca di mediare con Trump al fine di non essere messa in un angolo. Ma per tornare protagonisti sono perfino disposti a soffiare sui venti di guerra nel mondo, altro che Europa di pace e dei popoli.
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