Siria: una escalation della guerra voluta dai presunti pacificatori in Medio Oriente

La Siria è al centro di un’escalation geopolitica che intreccia interessi di USA, NATO, Turchia, Russia e Iran. L’attacco qaedista ad Aleppo, sostenuto da Ankara, rivela una strategia regionale complessa, aggravata dai bombardamenti israeliani e dalle tensioni con Hezbollah.

Quanto accade in Siria dovrebbe riguardarci perchè non siamo in presenza di una rivoluzione ma di un attacco pianificato e presumibilmente sostenuto dalle forze militare Usa e Nato e con la Turchia a svolgere, ancora una volta, un ruolo assai ambiguo negli scenari di guerra medio orientali. 

Alcuni analisi internazionali documentano la presenza turca dietro l’attacco alla Siria con la occupazione di Aleppo da parte di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), una costola di Al Qaeda contro i quali stanno combattendo in queste ore non solo l’esercito siriano ma soprattutto le milizie Kurde perchè l’attacco contro la Siria è anche funzionale a portare il conflitto contro Mosca fuori dall’Ucraina.

Nelle mani degli jihadisti è caduta la principale arteria del paese che collega Aleppo e Damasco con il sostegno della Turchia in funzione non solo anti russa ma soprattutto anti iraniana.

L’escalation non casualmente è arrivata a 48 ore dalla tregua con Hezbollah che tuttavia non ha impedito ad Israele di continuare a bombardare la striscia di Gaza.

E alla vigilia dell’escalation non sono sembrate causali le dichiarazioni del Premier israeliano al giornale The Jerusalem Post:

L’IDF deve essere libero di sventare il contrabbando di armi al confine libanese-siriano – Netanyahu

In un discorso alla Knesset, Netanyahu si è impegnato a continuare gli attacchi ad Hezbollah:

“Questo sarà fatto sotto il fuoco e molto fuoco”, ha detto Netanyahu mentre esponeva tre richieste israeliane per l’accordo, spiegando che Israele non permetterà a Hezbollah di riguadagnare la forza che aveva prima del 7 ottobre 2023. La richiesta più basilare, ha detto, è che Hezbollah venga spostato dietro il fiume Litani, lontano dal confine settentrionale di Israele.

Netanyahu: l’IDF deve fermare il contrabbando di armi al confine tra Libano e Siria – The Jerusalem Post

E meglio di noi spiega gli scenari attuali Michele Giorgio da Pagine Estere:

SIRIA. I qaedisti approfittano della crisi regionale e attaccano in massa – Pagine Esteri

Si tratta di una guerra annunciata già da due mesi e prova ne sia l’allarme ascoltato delle Nazioni Unite:

L’inviato dell’ONU avverte che la Siria si trova di fronte a un’allarmante ricaduta regionale | Notizie dall’ONU

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About Federico Giusti

Federico Giusti è delegato CUB nel settore pubblico, collabora coi periodici Cumpanis, La Città futura, Lotta Continua ed è attivo sui temi del diritto del lavoro, dell'anticapitalismo, dell'antimilitarismo.

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