La crescita economica globale nel 2024 delude le aspettative, tra guerre e instabilità finanziaria. L’UE affronta stagnazione e debolezze strutturali, mentre la speculazione finanziaria pesa su famiglie e imprese. Crescono dubbi su previsioni ottimistiche e sostenibilità economica futura.

Nel 2024 l’economia mondiale è cresciuta a ritmi modesti e assai inferiori alle previsioni avanzate solo pochi mesi prima. Le previsioni per il 2025, poi, non si discostano dai dati dell’anno in corso. Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente fanno crescere alcune economie, gettandone molte altre nella stagnazione, e oggi la UE si trova alle prese con una crescita nulla della propria economia in un quadro di crescente instabilità economica e finanziaria.
I mercati finanziari internazionali hanno beneficiato di politiche monetarie meno restrittive, registrando risultati superiori alle previsioni. Intanto, alcuni Stati stanno introducendo nelle manovre di bilancio nazionale sistemi di tassazione delle plusvalenze per ricavare risorse destinate alla sanità e all’istruzione pubblica, depotenziate da decenni di austerità e di tagli.
Negli Stati Uniti, la vittoria di Trump alle presidenziali, secondo Banca d’Italia, “ha determinato una ricomposizione dei portafogli degli investitori dai titoli pubblici a quelli azionari”. Tuttavia, la minaccia di imporre dazi alle merci europee potrebbe rappresentare un ulteriore fattore di crisi e di grande debolezza per l’economia UE, tanto che i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine risultano assai incerti e, in sostanza, al ribasso.
In Italia, la riduzione dei tassi di interesse darà forse un impulso positivo all’economia nazionale, mentre i dati macroeconomici palesano invece crescenti difficoltà.
L’economia, nei prossimi anni, crescerà in media attorno all’1%, ma le previsioni sono suscettibili di essere riviste al ribasso, visti gli scenari internazionali e la debolezza strutturale dell’economia del vecchio continente.
Se l’indebitamento dell’Italia è destinato a diminuire, stando almeno ai bilanci previsionali presentati a Bruxelles, i dati economici restano ancora incerti e tali da indurre al massimo scetticismo.
Nel corso degli ultimi dieci anni la differenza di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi è diminuita, ma la crisi ormai investe tutti i mercati europei, e la stagnazione economica della Germania avrà presto effetti nefasti su tutta la UE.
Numerose aziende, fin dall’estate 2024, hanno palesato l’impossibilità di chiudere l’esercizio in utile (e i costi dei prodotti energetici, la carenza di investimenti e i processi innovativi ne sono le cause). Crescono quindi i debiti delle famiglie ma anche quelli delle aziende, e aumenteranno ancora di più, specie se dovesse profilarsi all’orizzonte la necessità di repentini processi di ristrutturazione, imposti magari dalla riconversione al green.
https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/sondaggio-imprese/2024-sondaggio-imprese/index.html
Siamo di fronte a una speculazione finanziaria e immobiliare fuori controllo. Le famiglie vedono erodersi il loro potere d’acquisto per il rincaro dei prodotti energetici e dei generi alimentari: il costo della vita cresce il triplo dei salari e, di conseguenza, anche i consumi interni navigano in acque perigliose. Pensare, allora, che una famiglia media abbia soldi da investire è ormai una visione astratta della realtà.
Prova ne sia la crescita dei collocamenti di certificates: parliamo di strumenti criticati dalla stessa Banca d’Italia, che lamenta la possibilità di esporre i detentori a perdite consistenti in caso di scenari avversi. Quanto avvenuto in questi anni con la crisi economica della UE dovrebbe indurre a dubitare fortemente dei mercati finanziari e delle offerte lanciate ai piccoli risparmiatori.
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