Pakistan: Shehbaz Sharif primo ministro, ma Imran Khan resta il politico con più consensi

Shehbaz Sharif è stato eletto primo ministro del Pakistan per il secondo mandato dopo un’elezione controversa. L’opposizione guidata da Imran Khan contesta il risultato, con il leader del PTI che continua a restare in carcere.

Shehbaz Sharif (in foto) è stato eletto primo ministro del Pakistan per il secondo mandato dopo le controverse elezioni del mese scorso, nelle quali a vincere è stato Partito Tehreek-e-Insaaf (PTI) dell’ex primo ministro Imran Khan, attualmente incarcerato. Il Paese dell’Asia meridionale ha votato l’8 febbraio in un’elezione segnata da accuse di brogli su larga scala e ritardi nei risultati. Domenica scorsa, l’Assemblea Nazionale (Aiwān-e-Zairīñ), come viene chiamata la camera bassa del parlamento, si è riunita per eleggere il premier.

Shehbaz Sharif è stato dichiarato primo ministro della Repubblica Islamica del Pakistan“, ha proclamato, dopo il voto, il presidente dell’Assemblea Nazionale Ayaz Sadiq. Shehbaz, leader della Pakistan Muslim League (Nawaz) o PML(N), ha ottenuto 201 voti sui 336 membri dell’Assemblea Nazionale, soprattutto grazie ai voti delle formazioni minori, prevalendo comodamente sul rivale Omar Ayub Khan, rappresentante del PTI, che ne ha ottenuti 92. Il vincitore aveva bisogno di almeno 169 voti per raggiungere la maggioranza assoluta.

Nonostante la vittoria alle elezioni, dunque, il PTI non ha avuto la possibilità di ottenere la guida del nuovo esecutivo, anche per via della persecuzione politica operata dall’attuale governo. La candidatura di Khan è stata infatti sostenuta dal Sunni Ittehad Council (SIC), il gruppo politico a cui si sono uniti i legislatori del Partito Tehreek-e-Insaaf dell’ex primo ministro Imran Khan dopo che al PTI è stato impedito di concorrere con il suo vero nome per presunte violazioni delle leggi elettorali.

Dal canto suo, Sharif, 72 anni, è stato primo ministro dall’aprile del 2022 fino all’agosto dell’anno scorso, quando l’Assemblea Nazionale è stata sciolta per fare spazio a un governo di transizione, incaricato di tenere le elezioni nazionali. In precedenza Sharif era salito al potere in seguito a quello che in molti hanno definito come un golpe contro il governo di Imran Khan, sostenuto anche da potenze esterne, che non hanno apprezzato la politica estera non allineata del leader del PTI.

Shehbaz Sharif è inoltre il fratello minore del primo ministro per tre volte Nawaz Sharif, fondatore del partito PML(N), che ha stratto una alleanza con il Partito Popolare Pakistano (PPP) di Bilawal Bhutto Zardari, che con i suoi 54 seggi ha permesso al nuovo governo di ottenere la maggioranza in parlamento. Nawaz è stato condannato per corruzione nel 2018 quando è andato nel Regno Unito in esilio autoimposto, tornando in patria solamente lo scorso ottobre in vista delle nuove elezioni.

Nel suo intervento, il leader dell’opposizione in parlamento, Omar Ayub Khan, ha difeso il suo leader detenuto, Imran Khan, e ha accusato Shehbaz di non rispettare la legge. “Hanno messo i nostri leader in prigione, ci hanno tolto il simbolo elettorale, hanno truccato le elezioni, ma siamo rimasti in piedi, e resteremo saldi“, ha detto al parlamento. Il nuovo primo ministro ha invece svolto il suo primo discorso come capo dell’esecutivo nascente accolto dai rumoreggiamenti dell’opposizione, che ha anche intonato un coro al grido di “ladri!“.

Le due camere del parlamento pakistano si riuniranno nuovamente sabato 9 marzo per eleggere il nuovo presidente del Paese.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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