Russia: le proposte dei comunisti al nuovo governo Mišustin

Dal 16 gennaio, Michail Vladimirovič Mišustin ha assunto la guida del governo della Federazione Russa. I comunisti russi sono pronti a collaborare con il nuovo esecutivo, a patto che questo voglia implementare le proposte del partito guidato da Gennadij Zjuganov.

Tre giorni fa, la politica russa è stata scossa dalla mossa del presidente Vladimir Putin, che dopo quindici anni di stretta collaborazione ha deciso di rimuovere il suo braccio destro Dmitrij Medvedev dal ruolo di primo ministro. Medvedev, che aveva occupato anche la poltrona presidenziale dal 2008 al 2012, è stato sostituito dal cinquantatreenne Michail Mišustin (in foto), economista che negli ultimi dieci anni ha diretto il Servizio fiscale federale.

Soprattutto la stampa occidentale, ha letto la mossa di Putin come funzionale alla riorganizzazione dell’assetto politico russo in vista della fine del suo mandato presidenziale, dopo il quale non potrà più candidarsi. In realtà, la rimozione di Medvedev arriva anche in seguito ai tanti segnali di dissenso giunti sia da parte dei partiti dell’opposizione che delle masse popolari. La fine del governo Medvedev, infatti, è stata accolta con soddisfazione anche dal Partito Comunista della Federazione Russa (in russo: Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ; traslitterato: Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF), il cui leader, Gennadij Zjuganov, ha optato per l’astensione al momento del voto di fiducia al nuovo primo ministro Michail Mišustin.

I comunisti russi, dunque, non hanno votato contro il nuovo esecutivo, considerando comunque l’aspetto positivo della rimozione di Medvedev dal suo ruolo, ma non hanno neppure espresso un parere favorevole nella Duma. Il KPRF si è detto disponibile a collaborare con il nuovo governo, a patto che questo decida di implementare delle misure che fanno parte del programma formulato dal Partito Comunista, che consta di dieci punti fondamentali, denominati “dieci passi verso una vita dignitosa“.

La prima e più importante proposta del KPRF riguarda la reindustrializzazione del Paese, Secondo i comunisti, questo obiettivo può essere raggiunto solamente attraverso la rinascita della Gosplan, la Commissione statale per la pianificazione (Государственный комитет по планированию; Gosudarstvennyj komitet po planirovaniju), fondata nel 1921 in Unione Sovietica, ma scomparsa con la fine dell’URSS. La Gosplan era responsabile della creazione e dell’amministrazione dei piani quinquennali che hanno governato l’economia sovietica, contribuendo alla rapida industrializzazione di un Paese prevalentemente agricolo. I comunisti propongono poi l’abolizione di alcune tasse, come l’IVA e le imposte sui trasporti, e l’istruzione gratuita per tutti.

Il Partito Comunista ha salutato favorevolmente anche la riforma istituzionale e costituzionale proposta da Putin, che permetterà un migior bilanciamento dei poteri. I partiti e la Duma avranno una maggiore influenza nella formazione del governo, che oggi invece è una prerogativa spettante al presidente.

Nel suo discorso alla Duma, Zjuganov ha proposto “di discutere su come costruire una giusta politica finanziaria, economica e fiscale che permetta ai cittadini di lavorare in maniera efficiente, ottenendo stipendi e pensioni dignitosi“. Il leader comunista ha poi affermato di condividere i principali obiettivi esposti da Putin per i prossimi anni: “entrare nel novero dei cinque Paesi più industrializzati al mondo; superare la povertà; combattere contro l’estinzione della popolazione russa; implementare il settore delle nuove tecnologie“; tuttavia, per Zjuganov il raggiungimento di questi obiettivi dipenderà da “un cambiamento della situazione politica e morale“, migliorando le condizioni di vita della popolazione russa, anche attraverso “il raddoppio dell’allocazione dei fondi per il settore sociale“.

Nel prossimo futuro vedremo quali programmi e quale squadra di governo verranno proposti da Mišustin e dal presidente Putin. Il nostro partito è pronto a reagire favorevolmente a tutte le iniziative che rispondano ai requisiti del nostro programma politico ed alle richieste dei cittadini“, ha concluso Zjuganov.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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