In occasione della Conferenza COP25 sull’ambiente di Madrid, il Quotidiano del Popolo (人民日报, Rénmín Rìbào) ha pubblicato un interessante articolo dal titolo “Il cambiamento climatico come sfida comune globale ha bisogno di sforzi multilaterali“, che vi proponiamo di seguito.

Poiché i dati hanno ripetutamente sottolineato l’urgenza di azioni rapide, è giunto il momento di agire per affrontare il cambiamento climatico, una piattaforma importante per il multilateralismo.
L’attuale venticinquesima sessione della Conferenza delle Parti (COP25) alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Madrid è diventata un esempio di come funziona il multilateralismo, anche se gli Stati Uniti hanno formalmente avviato il processo di ritiro dall’Accordo di Parigi del 2015.
Poiché l’ambiente globale si trova ad affrontare un futuro incerto a causa del cambiamento climatico sempre più visibile, sono necessari sforzi multilaterali per affrontare la sfida, e la Cina sta svolgendo un ruolo attivo ampiamente riconosciuto.
Il momento di agire
La frase “il momento di agire” (“time for action”) è letteralmente ovunque a Madrid dopo che gli organizzatori l’hanno scelta come motto per la conferenza e come hashtag su Twitter.
Ed è davvero giunto il momento di agire per affrontare il cambiamento climatico, poiché i dati hanno ripetutamente sottolineato l’urgenza di azioni rapide.
Giorni prima della conferenza, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha pubblicato un rapporto, in cui si afferma che le crescenti emissioni di gas a effetto serra stanno mettendo la Terra in rotta per un aumento della temperatura di 3,2 gradi Celsius entro la fine di questo secolo, rispetto all’obiettivo fissato di 2 gradi Celsius.
Mercoledì, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) ha pubblicato un rapporto, secondo cui le temperature medie dell’ultimo decennio sono quasi sicuramente le più alte mai registrate, mentre l’OMS ha scoperto che il cambiamento climatico è una minaccia per la salute umana con problemi come stress termico, condizioni meteorologiche estreme e malaria.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato alla cerimonia di apertura della COP25 che l’inquinamento atmosferico “uccide 7 milioni di persone” ogni anno e che il cambiamento climatico è “una minaccia diretta per la sopravvivenza umana e la sicurezza umana”.
“Il punto di non ritorno non è più oltre l’orizzonte, è a vista e sfreccia verso di noi”, ha avvertito.
“Ho lavorato per la mitigazione dei cambiamenti climatici e ho speso 25 anni a lanciare allarmi sull’urgenza climatica e, dopo l’urgenza, si inizia a parlare di emergenza”, ha detto Oswaldo Lucon, coordinatore esecutivo del Forum brasiliano sui cambiamenti climatici, che lavora anche per Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC).
Secondo Carolina Schmidt, presidente dell’evento e ministro cileno dell’ambiente, COP25 si concentrerà sui dettagli dell’attuazione dell’accordo di Parigi del 2015, in particolare l’articolo 6, che comprende misure per promuovere la cooperazione volontaria internazionale pagando un prezzo sui sistemi di scambio di emissioni di carbonio e altri meccanismi di mercato.
Gli organizzatori dicono che stanno lavorando insieme per rendere la COP25 il più sostenibile e rispettosa del clima possibile, con misure per ridurre l’uso della carta e gestire lo smaltimento dei rifiuti. Le emissioni inevitabili di gas a effetto serra associate alla COP25 saranno documentate in un rapporto sulla carbon footprint preparato dalla Spagna che sarà pubblicato la prossima primavera.
Il tempo del multilateralismo
Oltre 26.000 persone provenienti da circa 200 paesi e regioni partecipano all’evento, suddiviso in due zone, la zona blu per la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e la zona verde per la società civile, le ONG, le imprese e altri.
Gli Stati Uniti hanno avviato il processo di recesso formale dall’accordo di Parigi in novembre. Tuttavia, il multilateralismo continua a prevalere nelle questioni relative ai cambiamenti climatici.
I governi stanno mostrando i loro risultati e le loro ambizioni nella mitigazione dei cambiamenti climatici, mentre, negli stand delle istituzioni finanziarie multilaterali per lo sviluppo o delle agenzie delle Nazioni Unite, si parla di facilitare progetti pilota rispettosi del clima come l’energia eolica o solare nei paesi in via di sviluppo.
Certo, ci sono alcune differenze, come nel caso dei paesi in via di sviluppo che sperano di ricevere un maggior sostegno finanziario e tecnologico dai paesi sviluppati. Ad ogni modo, tutti i paesi sono seduti al tavolo dei negoziati.
“Stiamo mostrando come funziona il multilateralismo”, ha detto Schmidt in una conferenza stampa di mercoledì, “nessun paese può risolvere questo problema da solo. Noi rendiamo possibile l’impossibile.”
“Il cambiamento climatico è una piattaforma importante per il multilateralismo”, ha dichiarato Lucon, che ritiene che la minaccia del cambiamento climatico parli la stessa lingua per il Brasile, la Cina e qualsiasi altro paese.
“Il ritiro degli Stati Uniti non ha causato un’ondata di ritiri di altri stati. Quasi tutti i governi nazionali sono ancora coinvolti” ha detto il professor Ottmar Edenhofer, direttore dell’Istuto di Ricerca sull’Impatto Climatico di Potsdam (Germania, ndt).
“Questo perché sanno che ha molto senso aiutare a ridurre le emissioni di gas a effetto serra — è davvero nostro interesse comune proteggere ciò che tutti condividiamo, come l’atmosfera e, in ultima analisi, la stabilità climatica”, ha detto Edenhofer, che crede che sia triste che il governo degli Stati Uniti abbia scelto di negare la realtà, ma che, nel lungo periodo, Washington cambierà il suo atteggiamento, in quanto eventi climatici estremi continuano a colpire gli Stati Uniti.
Il ruolo critico della Cina
Il Padiglione cinese alla conferenza merita una visita. Le immagini sul muro del padiglione evidenziano i risultati e i piani della Cina per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Queste immagini mostrano gli sforzi sostenuti della Cina per preservare le sue zone umide, gestire i principali siti ecologicamente vulnerabili e combattere le emissioni di carbonio costruendo parchi eolici e utilizzando un numero crescente di veicoli ad energia rinnovabile.
Essendo uno dei più grandi emettitori annuali di gas a effetto serra e il più grande paese in via di sviluppo, la Cina svolge un ruolo centrale nella lotta ai cambiamenti climatici globali e il suo impegno per la questione è stato ampiamente riconosciuto durante l’evento.
“Per fermare il cambiamento abbiamo bisogno di tutto il mondo. Abbiamo lavorato a stretto contatto con la Cina e la sua gente per apportare tali modifiche”, ha dichiarato Schmidt. “Abbiamo l’impegno della Cina a lavorare ancora con noi per l’attuazione dell’accordo di Parigi”.
Lu Xinming, vicedirettore generale per il cambiamento climatico presso il Ministero cinese dell’ecologia e dell’ambiente, ha dichiarato ai giornalisti che la Cina vuole inviare un segnale politico forte a sostegno del multilateralismo alla COP25.
Tuttavia, alcuni paesi sviluppati hanno indicato che stanno considerando dei dazi alle frontiere sul carbonio.
“Questi atti unilaterali mineranno seriamente la volontà e la fiducia del mondo di far fronte ai cambiamenti climatici e in ultima analisi influenzeranno gli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico”, ha dichiarato Lu.
L’evento si svolge anche in un momento in cui il cambiamento climatico è diventato uno dei principali argomenti in tutto il mondo. Ad esempio, poco prima dell’evento, il Parlamento europeo ha dichiarato una “emergenza climatica e ambientale”.
Edenhofer crede che, sebbene l’UE voglia prendere l’iniziativa, non possa cambiare il mondo da sola.
“L’Europa è pronta a unire le forze con coloro che sono disposti ad agire, e la Cina può certamente essere un partner di importanza straordinaria”, ha detto Edenhofer.
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