Addio Hong Kong, Shenzhen sarà la vetrina del socialismo cinese

Se Hong Kong continua ad essere sconvolta dalle proteste – spesso violente – contro l’amministrazione di Carrie Lam, il governo centrale di Pechino ha individuato in Shenzhen la nuova vetrina del progresso economico e tecnologico del socialismo cinese.

Per Hong Kong, le lunghe settimane di proteste, spesso degenerate in violenza, attuate da una parte della popolazione, rischiano di concludersi con una sonore sconfitta. La regione amministrativa speciale guidata da Carrie Lam sta infatti perdendo sempre più la sua centralità agli occhi del governo della madrepatria, dal quale Hong Kong dipende sotto tutti i punti di vista, poiché la città ha ricevuto negli ultimi vent’anni ingenti finanziamenti da Pechino, oltre a non essere autosufficiente nella produzione di beni di prima necessità.

Se Hong Kong, che nel 2047 tornerà ad essere parte integrante della Repubblica Popolare Cinese, sembra volersi rifiutare di prendere parte al progetto di sviluppo nell’ambito del socialismo di mercato firmato Xi Jinping secondo il principio “un Paese, due sistemi”, il Partito Comunista Cinese (中國共產黨, 中国共产党, Zhōngguó Gòngchǎndǎng) ha già individuato la città destinata a rubare la scena all’ex colonia britannica: pochi chilometri più a nord, infatti, si trova Shenzhen, fino a poco tempo fa una cittadina di poche anime, ma oggi metropoli modello dello sviluppo cinese abitata da oltre 12.5 milioni di persone.

Con questa mossa, il governo cinese vuole naturalmente dimostrare che Hong Kong non è affatto indispensabile, e potrebbe presto essere ridotta a centro di secondo piano rispetto alle principali città della Cina continentale: Pechino, Shanghai e la nuova vetrina del socialismo cinese, Shenzhen. Secondo il China Sunday, Shenzhen diventerà “un’area di dimostrazione per il socialismo con caratteristiche cinesi“, portandola a raggiungere standard di vita superiori a quelli della vicina Hong Kong. Tale disegno è sostenuto da un documento ufficiale pubblicato dal governo di Pechino, e si inserisce all’interno del più ampio progetto di sviluppo della Grande Baia Guangdong – Hong Kong – Macao.

Shenzhen diventerà dunque il nuovo cuore pulsante della regione, che in totale conta 71.16 milioni di persone. L’area metropolitana in questione produce inoltre un PIL di 1.6 trilioni di dollari l’anno (dati del 2018), preceduta a livello mondiale solamente dalle aree metropolitane di Tokyo e New York.

In un’intervista al Global Times, il professor Tian Feilong, specialista delle questioni riguardanti Hong Kong presso l’Università Beihang di Pechino, ha affermato che “Hong Kong resterà un centro finanziario internazionale, ma non è adatto a ricoprire il ruolo principale nella strategia di sviluppo della Grande Baia”, che invece spetta ad una città della terraferma. Ovviamente, la situazione di tensione che al momento continua ad avere luogo ad Hong Kong ha giocato un ruolo determinante in questa decisione.

Un tempo piccolo villaggio di pescatori, Shenzhen è stata protagonista di uno sviluppo accelerato fortemente sostenuto dal governo centrale e, nel 2018, ha superato per la prima volta Hong Kong in termini di PIL, diventando il maggior centro produttivo della Grande Baia. L’instabilità politica di Hong Kong rischia solamente di allargare questo divario, limitando le possibilità di sviluppo dell’ex colonia britannica, mentre Shenzhen continua sempre più spedita nella sua crescita economica, commerciale e tecnologica.

Il governo, infine, prevede di mettere in atto un piano per attirare manodopera qualificata e talenti in ogni settore, recrutando anche lavoratori stranieri. Alcuni di questi potrebbero decidere presto di lasciare Hong Kong per approfittare dei nuovi vantaggi e delle nuove opportunità offerte da Shenzhen.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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