
Proseguono ancora le trattative tra il governo colombiano e le FARC-EP (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pubelo), iniziate lo scorso 19 novembre a L’Avana, la capitale cubana, con la mediazione della Norvegia e della stessa Cuba. Quello che si sta tenendo tra giugno e luglio, infatti, è già il decimo ciclo di colloqui tra le due parti, che fino ad ora hanno trovato pochi punti in comune nonostante i grandi sforzi profusi.
Le FARC, come sempre per bocca del portavoce Iván Márquez, hanno proposto innanzi tutto di spostare di un anno le elezioni colombiane e di aprire un dibattito nazionale sul tema, attraverso la convocazione di un’Assemblea Costituente apposita.
Le FARC hanno anche pubblicato dieci proposte minime per discutere il secondo punto dell’agenda dei colloqui di mediazione, la partecipazione politica. I rappresentanti del movimento di guerriglia, hanno infatti fatto sapere che uno degli elementi cardine per la riappacificazione delle parti dovrà essere un avanzamento verso il “necessario e improrogabile processo di reale democratizzazione dello Stato“, come ha dichiarato un altro membro della delegazione delle FARC, Ricardo Téllez.
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