“HANDS OFF”
Le riflessioni di Rodrigo Rivas su quanto accaduto negli ultimi giorni, dagli Stati Uniti all’Europa.
Le riflessioni di Rodrigo Rivas su quanto accaduto negli ultimi giorni, dagli Stati Uniti all’Europa.
Sin dall’inizio della guerra in Ucraina, l’Ungheria di Viktor Orbán ha mantenuto una posizione ambigua, cercando di equilibrare i rapporti con Mosca e l’asse Bruxelles-Washington, sollevando questioni sulla coerenza della sua politica estera.
Dopo la visita in Serbia, il Presidente cinese Xi Jinping ha completato il suo viaggio europeo facendo tappa in Ungheria, dove ha incontrato il Primo Ministro Viktor Orbán, con il quale ha concordato di innalzare le relazioni bilaterali verso un nuovo livello. Di seguito la traduzione dell’articolo del Global Times.
L’Ungheria continua ad essere la mina vagante della politica estera europea, con un approccio ambiguo tra la ratifica dell’adesione della Svezia alla NATO e il mantenimento dei legami con la Russia.
Più che unire il blocco occidentale, il vertice NATO di Vilnius sembra aver messo ulteriormente in evidenza la spaccatura interna all’Alleanza Atlantica, come dimostrano le parole del capo del governo ungherese, che continua a smarcarsi dalla linea dettata da Washington.
Vincitore delle elezioni legislative per la quarta volta consecutiva, Viktor Orbán resterà al governo dell’Ungheria per un altro mandato quadriennale, battendo ogni record nella storia del Paese magiaro.
Il 10 marzo, il parlamento ungherese ha eletto Katalin Novák alla presidenza del Paese, facendo di lei la prima donna capo dello Stato.
La sconfitta di Budapest costituisce una prima battuta d’arresto per il governo ungherese di Viktor Orbán. Ma la destra continua a dominare nel resto del Paese.
Oramai va di moda, per i leader politici di destra, richiamarsi alla formula del “sovranismo” per carpire i consensi delle masse elettorali. I fatti, però, mostrano che i governi guidati da questi sovranisti fasulli fanno tutt’altro che difendere la sovranità nazionale.
Oramai va di moda, per i leader politici di destra, richiamarsi alla formula del “sovranismo” per carpire i consensi delle masse elettorali. I fatti, però, mostrano che i governi guidati da questi sovranisti fasulli fanno tutt’altro che difendere la sovranità nazionale.