Le presidenziali ivoriane del 25 ottobre hanno consegnato ad Alassane Ouattara un quarto mandato plebiscitario, ma in un contesto segnato dall’esclusione dei principali oppositori, da una forte astensione e da un modello di potere ancora saldamente allineato agli interessi di Parigi e dell’Occidente.
La Françafrique, simbolo delle relazioni neocoloniali tra Francia e Africa, è ormai al tramonto, mentre assistiamo ad una svolta storica verso l’indipendenza economica e politica dei paesi africani, accelerata da nuove alleanze globali e dal crescente sentimento antioccidentale nel continente.
L’Unione Africana e la CEDEAO hanno annunciato la sospensione della Guinea dopo il colpo di Stato militare che ha portato alla destituzione e all’arresto del presidente Alpha Condé.
Il RHDP del presidente Alassane Ouattara conserva la maggioranza, ma perde la maggioranza qualificata dei due terzi, necessaria per apportare le riforme costituzionali.
Il presidente ivoriano Alassane Ouattara ha ottenuto un terzo mandato alla guida del Paese africano. Polemiche da parte dell’opposizione, che giudica la sua elezione come incostituzionale.
Dopo la vittoria del 2011, ottenuta tra le violenze e con l’appoggio dei Paesi occidentali, in particolare della Francia, Alassane Ouattara è stato rieletto alla presidenza della Costa d’Avorio, Paese africano nel quale da sempre Parigi ha avuto forti interessi, rinnovati anche dopo la fine della colonizzazione.
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