Nel panorama politico sloveno, Levica rappresenta oggi la forza che coniuga la difesa dei diritti civili con un progetto di democrazia economica fondata sulla partecipazione dei lavoratori e una politica estera apertamente critica verso la NATO e l’Israele di Netanyahu, in rottura con i dogmi dell’euro-atlantismo dominante.
Levica, il partito della sinistra radicale, ha avuto un ruolo fondamentale nel riconoscimento della Palestina da parte della Slovenia e in altre politiche portate avanti dal governo di Lubiana.
Il ballottaggio del 13 novembre ha visto Nataša Pirc Musar conquistare la presidenza della Slovenia, divenendo la prima donna a capo dell’ex repubblica jugoslava.
Il prossimo 23 ottobre avra luogo il ballottaggio delle elezioni presidenziali slovene, che vedrà la sfida tra il candidato di destra Anže Logar e l’indipendente Nataša Pirc Musar.
Le elezioni legislative slovene hanno visto la pesante sconfitta di Janez Janša a vantaggio del nuovo partito ecologista fondato dal “liberalista verde” Robert Golob. Janša era stato tra i maggiori sostenitori europei dell’Ucraina.
Il referendum sulle acque dello scorso 11 luglio ha assestato un duro colpo al governo di Janez Janša, proprio quando la Slovenia ha assunto la presidenza dell’Unione Europea.
Ci sono voluti più di due mesi, ma alla fine la Slovenia è pronta ad avere un nuovo governo: a guidarlo sarà un ex attore comico, Marjan Šarec, sostenuto da una coalizione composta da cinque forze politiche.
Sono oramai passati quasi due mesi dalle elezioni legislative che hanno designato la nuova composizione del parlamento unicamerale della Slovenia (Državni zbor Republike Slovenije – Assemblea nazionale della Repubblica di Slovenia), ma il Paese alpino non si è ancora dotato di un nuovo governo. Come avevamo preannunciato all’epoca, infatti, il raggiungimento di una maggioranza si è rivelata essere un’impresa ancora più difficile rispetto alle vicende vissute precedentemente in Italia.
Le elezioni legislative dello scorso 3 giugno hanno dato un responso che potrebbe gettare la Slovenia in una crisi ancora più profonda e di difficile risoluzione rispetto a quella vista in Italia negli ultimi mesi.
Nelle giornate del 22 ottobre e del 12 novembre, i cittadini della Slovenia sono stati chiamati alle urne per assegnare il nuovo mandato presidenziale. Le elezioni sono però state caratterizzate soprattutto dall’affluenza alle urne, la più bassa mai registrata nel Paese sin dall’indipendenza del 1991: 44.24% al primo turno, 41.84% al secondo.
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