Macron invoca un riequilibrio dei rapporti UE-Cina e mette in guardia contro i dazi

In un editoriale sul Financial Times, Macron invoca un “riequilibrio” dei rapporti economici UE-Cina, avvertendo che dazi e quote sarebbero una risposta non cooperativa. Esperti cinesi: dialogo e cooperazione, non confronto, per affrontare squilibri e rafforzare competitività europea.

di Ma Tong (Global Times) – 17 dicembre 2025

Il presidente francese Emmanuel Macron martedì ha firmato un intervento in cui sollecita un riequilibrio delle relazioni economiche tra UE e Cina, sottolineando che imporre dazi e quote sulle importazioni cinesi sarebbe «una risposta non cooperativa».

L’articolo, pubblicato dal Financial Times, delinea i passi che, secondo Macron, entrambe le parti devono compiere per affrontare gli squilibri esistenti, evidenziando il potenziale di cooperazione con la Cina nell’energia pulita e nei servizi e ribadendo che un quadro ottimale per entrambe le regioni è «un quadro cooperativo».

La questione della bilancia commerciale riflette molteplici fattori strutturali e un’eccessiva enfasi sul disavanzo dell’UE con la Cina rischia di semplificare eccessivamente la natura complessa dei legami economici bilaterali, hanno affermato esperti cinesi. Sono concordi nel ritenere che dialogo e cooperazione, piuttosto che il confronto, offrano un percorso più costruttivo e vantaggioso per tutti per affrontare gli squilibri.

Nell’articolo, Macron richiama l’attuale surplus commerciale di 300 miliardi di euro che la Cina registra nei confronti dell’UE, che a suo dire «non è sostenibile» — né per l’Europa né per la Cina.

Nel contempo, il presidente francese riconosce che lo squilibrio non può essere attribuito a una singola causa, osservando che le sfide attuali sono legate anche alla «debole produttività dell’UE». Ha avvertito che dazi e quote sulle importazioni cinesi sarebbero una risposta non cooperativa e potrebbero innescare «una grave disputa commerciale».

Macron ha invece scritto che sia la Cina sia l’UE hanno i mezzi per «invertire gli squilibri». Dal lato europeo, ha sostenuto che la priorità dovrebbe essere varare una nuova agenda economica fondata su competitività, innovazione e protezione.

Rivolgendosi alla Cina, Macron ha affermato che è essenziale affrontare gli squilibri interni e riequilibrare i flussi di investimenti diretti esteri, pur evidenziando il forte potenziale di cooperazione.

«Oggi [la Cina] è leader nella transizione energetica e nelle tecnologie per la mobilità pulita, mentre l’Europa continua a primeggiare in molti settori dei servizi. Un quadro ottimale per le nostre due regioni è un quadro cooperativo», ha scritto Macron.

Ma il presidente francese ha anche sottolineato che una strategia di protezione richiede che l’UE sappia difendersi. Ha scritto che il blocco dispone di una serie di strumenti di protezione commerciale, inclusi dazi e misure anti-coercizione, affermando che «nessuno dovrebbe dubitare della nostra volontà di usarli».

L’articolo di Macron assume in larga misura un tono pragmatico, ma è chiaramente radicato in una prospettiva «Europe-first», ha dichiarato mercoledì al Global Times Jian Junbo, direttore del Centro per le Relazioni Cina-Eura presso l’Istituto di Studi Internazionali dell’Università Fudan.

Pur sottolineando la cooperazione e respingendo un confronto commerciale tout court, il suo appello al «riequilibrio» è plasmato principalmente dalle preoccupazioni per la competitività industriale dell’Europa e per le pressioni economiche interne, ha affermato Jian.

Jian ha sottolineato che gli attuali squilibri commerciali non vanno considerati in isolamento, ma come risultato di molteplici fattori, tra cui l’ambiente economico globale, il rallentamento dell’economia europea e l’impatto delle politiche tariffarie statunitensi.

«Il calo della competitività industriale e di prodotto dell’Europa ha eroso la sua posizione nel mercato cinese, rendendo sempre più difficile per i beni europei competere», ha aggiunto.

Sun Yanhong, ricercatrice senior presso l’Istituto di Studi Europei dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali, ha evidenziato che lo squilibrio commerciale riflette gli effetti combinati di differenti stadi di sviluppo economico, strutture industriali, dimensioni di mercato e modelli di domanda su entrambi i lati.

La forte competitività delle esportazioni della Cina è emersa naturalmente dalla divisione internazionale del lavoro, sostenuta dalla sua robusta capacità manifatturiera e da una filiera industriale completa, ha affermato Sun. Per contro, ha osservato che la competitività complessiva dell’Europa è stata indebolita negli ultimi anni da alti prezzi dell’energia, costi del lavoro crescenti e un calo della produttività del lavoro post-pandemico — fattori che hanno limitato la sua capacità di espandere le esportazioni verso la Cina.

Macron ha visitato la Cina all’inizio di dicembre ed è stato accolto calorosamente durante le sue visite all’Università del Sichuan. Nel corso del viaggio, ha dichiarato che la Francia è pronta a lavorare con la Cina per promuovere gli investimenti reciproci, rafforzare la cooperazione in settori quali economia, commercio ed energie rinnovabili, e approfondire gli scambi culturali amichevoli, secondo l’agenzia Xinhua.

La Francia accoglierà più investimenti cinesi e fornirà un ambiente imprenditoriale equo e non discriminatorio, ha affermato Macron durante la visita.

Tuttavia, in una successiva intervista a un media francese, Macron ha sostenuto che «la Cina vuole colpire al cuore il modello europeo di industria e innovazione», una dichiarazione che, secondo esperti cinesi, riflette il suo tentativo di trovare un equilibrio nella sua postura verso la Cina.

Sia Jian sia Sun hanno avvertito che il protezionismo non è una soluzione di fondo, e che solo la cooperazione offre una via più costruttiva. «Sebbene il protezionismo possa fornire un sollievo a breve termine, alla fine rischia di indebolire ulteriormente la competitività e di danneggiare entrambe le parti», ha detto Jian.

Sun ha osservato che espandere gli investimenti della Cina nell’UE, rafforzare la cooperazione in tecnologia e innovazione e approfondire la collaborazione industriale potrebbe accrescere la competitività europea e allentare le tensioni.

«Man mano che il manifatturiero cinese si integra con la tecnologia e il capitale europei, i benefici condivisi aumenteranno e gli squilibri commerciali diventeranno progressivamente meno rilevanti», ha aggiunto Jian.

La Cina è pronta a lavorare con la Francia per promuovere lo spirito che ha guidato l’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Francia, intensificare la comunicazione strategica, approfondire la cooperazione pratica e rafforzare il coordinamento negli affari multilaterali, ha dichiarato il 1° dicembre Lin Jian, portavoce del Ministero degli Esteri cinese, commentando le relazioni tra Cina e Francia.

«Insieme, le due parti possono compiere nuovi progressi nella loro partnership strategica complessiva, promuovere lo sviluppo sano e stabile delle relazioni Cina-UE e contribuire maggiormente al multilateralismo e a un mondo pacifico, stabile e prospero», ha affermato Lin.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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