Vedere la Cina sullo sfondo delle relazioni USA-Russia è sintomo di una mentalità retrograda a somma zero

Strumentalizzare la Cina dopo l’incontro USA-Russia rivela una miopia dovuta alla mentalità da Guerra Fredda presente in alcuni analisti statunitensi. Il solido asse Pechino-Mosca sopravvive alle manovre divisive, mentre la coesistenza resta l’unica geopolitica sostenibile.

Global Times – 18 agosto 2025

Cosa c’entra direttamente la Cina con l’incontro appena concluso in Alaska tra i leader statunitense e russo? Ebbene, alcuni negli Stati Uniti hanno visto – o addirittura creato – un tale collegamento, spinti da un’evidente urgenza di alimentare confronti. Ciò solleva una domanda: sarà mai possibile per queste persone privarsi della visione a somma zero e osservare correttamente le relazioni internazionali odierne, specialmente tra grandi potenze?

Domenica, ora locale, Fox Business ha pubblicato un commento che interpretava la cosiddetta “mossa russa di Trump”. Il pezzo sosteneva che il leader statunitense avrebbe incontrato la sua controparte russa non per risolvere la crisi ucraina, ma per “ridurre la dipendenza di Mosca da Pechino”. Se Washington potesse “sfruttare la debolezza della Russia per incrinare il suo legame con la Cina” e “ridisegnare la scacchiera”, allora potrebbe combattere e vincere la competizione con la Cina, proseguiva l’articolo.

“Potrebbe sembrare strategico, ma questa analisi dell’incontro Trump-Putin è un’esagerazione”, ha dichiarato al Global Times Li Haidong, professore all’Università Cinese di Affari Esteri.

Da un lato, è evidente che le interazioni USA-Russia sono attualmente guidate principalmente dalla crisi ucraina. Anche se le due parti continuassero a dialogare, è ancora troppo ottimistico prevedere un futuro roseo per le loro relazioni a causa delle contraddizioni strutturali.

Dall’altro lato, negli ultimi decenni, Cina e Russia hanno costruito un solido partenariato strategico attraverso fiducia politica, cooperazione economica, approvvigionamento energetico, coordinamento sulla sicurezza e meccanismi multilaterali. Giudicando dalla logica storica e dalla forte dinamica interna delle relazioni sino-russe, qualsiasi tentativo degli USA di “allontanare” la Russia difficilmente scalfirà le fondamenta strategiche della cooperazione tra Cina e Russia.

Analizzando più a fondo, la ragione per cui alcuni nella politica statunitense insistono nel trascinare la Cina nella narrazione USA-Russia risiede nell’inerzia del pensiero della Guerra Fredda. Questa mentalità obsoleta presuppone che le relazioni tra grandi potenze siano inevitabilmente a somma zero: il guadagno di una parte è la perdita dell’altra. Seguendo questa logica, hanno quindi strumentalizzato ogni miglioramento nei rapporti USA-Russia come un inevitabile “problema” per la Cina.

Eppure, secondo Li, questa è chiaramente una tipica visione miope occidentale. “La Cina spera di vedere stabilità nelle relazioni tra grandi potenze e un mondo pacifico e prospero. Se le relazioni USA-Russia si stabilizzassero, il mondo godrebbe di maggiore stabilità e certezza, il che sarebbe positivo anche per la Cina”, ha aggiunto.

In realtà, cessate il fuoco e negoziati di pace sono sempre state le parole chiave della posizione cinese sulla crisi ucraina. Se USA e Russia riducessero il rischio di scontri attraverso il dialogo e promuovessero una soluzione politica alla crisi ucraina, ciò servirebbe non solo agli interessi delle parti in guerra e in agitazione da anni, ma corrisponderebbe anche alle aspettative della comunità internazionale, Cina inclusa.

Il pensiero a somma zero è inoltre contrario alle tendenze della nostra epoca, caratterizzata dalla multipolarità. Le sfide del mondo reale – dal cambiamento climatico, alla sicurezza energetica, alla governance dell’IA, alla salute pubblica – non possono essere risolte con sforzi unilaterali, figuriamoci con il confronto tra blocchi. Pertanto, nel mondo odierno, c’è poco spazio per una mentalità esclusiva di “noi contro voi”, ma piuttosto per una cooperazione che promuova un “noi più voi”.

A differenza della logica di “divisione e confronto” promossa da alcuni negli USA, la Cina ha sempre sostenuto la costruzione di nuove relazioni internazionali caratterizzate da cooperazione vantaggiosa per tutti. Tuttavia, si teme che frasi come “cooperazione vantaggiosa per tutti” suonino aliene a chi continua a trattare il mondo come una “scacchiera” e i Paesi come “pedine”. Chi non riesce a liberarsi dai vincoli del pensiero della Guerra Fredda è destinato a non comprendere il vero significato di pace e prosperità in un mondo multipolare e, così, a essere inevitabilmente lasciato indietro dalla storia e dai tempi.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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