Cina e Cuba unite in un percorso comune di lotta rivoluzionaria

Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha presieduto le celebrazioni per l’80° anniversario della vittoria nella guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese e nella guerra antifascista mondiale.

di Leticia Martínez Hernández (Granma) – 14 agosto 2025

«Cina e Cuba sono unite in un percorso comune di lotta rivoluzionaria per conquistare la piena indipendenza e sovranità, affrontando aggressioni di ogni tipo», ha affermato questo giovedì il membro dell’Ufficio Politico e ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla, intervenendo all’atto per l’80° anniversario della vittoria nella guerra di resistenza del popolo cinese contro l’aggressione giapponese e nella guerra antifascista mondiale.

Presieduta dal Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, la commemorazione ha riunito nel Palazzo della Rivoluzione dirigenti del Partito, dello Stato e del Governo, rappresentanti delle Forze Armate Rivoluzionarie, del Ministero dell’Interno, dell’Unione dei Giovani Comunisti e delle organizzazioni di massa; così come l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese, Hua Xin, funzionari della sua ambasciata, studenti e imprenditori di quella nazione sorella.

Rodríguez Parrilla ha sottolineato che la contesa sostenuta dall’eroico popolo cinese fu la prima del suo genere a essere iniziata e quella di maggiore durata. «Ha segnato, inoltre, la prima vittoria completa della Cina, dopo quasi un secolo di aggressioni esterne. Quel grande trionfo ha segnato anche il cammino verso la rivitalizzazione nazionale».

Quello che ha rappresentato quella vittoria per la Cina e per il mondo va apprezzato nel suo giusto valore, ha affermato, «nessuno potrebbe sottovalutarla, né sminuirne l’importanza, anche se esiste un persistente tentativo imperialista di cancellare la storia, distorcerla e banalizzarla, come parte di quella restaurazione neoliberista e capitalista che cercano di imporci».

Il ministro degli Esteri ha evidenziato come il popolo cinese, con singolare coraggio, impedì alle truppe nemiche di attraversare il suo territorio e di raggiungere il confine con l’allora Unione Sovietica, proprio nel momento in cui la Germania nazista invadeva l’URSS.

Ricordare quegli avvenimenti nell’attualità, ha aggiunto, quando il mondo affronta nuovamente le conseguenze della guerra, e la pace e la stabilità mondiale sono in pericolo per interessi guerrafondai, quando si fanno strada tendenze neofasciste, è anche un appello all’umanità a non dimenticare le lezioni della storia e un monito che oggi dobbiamo dedicare le nostre energie e i nostri sforzi a preservare la pace e promuovere lo sviluppo e la giustizia.

In mezzo a quella tenace resistenza, ha sottolineato il ministro degli Esteri, si è forgiato un gigante, non solo per la sua vasta e impareggiabile geografia, ma anche per la ferma decisione di edificare un futuro prospero con il sostegno collettivo di uomini e donne del popolo, perché la contesa fu di tutti, non soltanto di un esercito.

«La successiva fondazione della Nuova Cina nel 1949 fu una tappa fondamentale nella lotta per la vera indipendenza e la sovranità dei popoli. Solo un progetto genuino come quello guidato da Mao e dai rivoluzionari cinesi poteva restituire al popolo cinese la sua piena dignità», ha assicurato il ministro.

«Ottant’anni dopo, la Cina, sotto la saggia ed efficace guida del Partito Comunista, si erge come grande paese, dalle provate forze e dalla determinazione incrollabile. Sebbene le sfide sul cammino del suo sviluppo non siano state meno importanti, il gigante asiatico ha perseverato nella difesa di un modello socialista con peculiarità proprie, che promuove come valori fondamentali la pace, il rispetto e la solidarietà».

Sulle relazioni tra i due paesi, il ministro ha osservato che «Cuba è onorata di essere stato il primo paese dell’emisfero occidentale a riconoscere il governo della Repubblica Popolare Cinese come unico legittimo rappresentante del popolo cinese, e il prossimo 28 settembre ricorrerà il 65° anniversario di relazioni diplomatiche ininterrotte».

Ha inoltre sottolineato che il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e il Generale dell’Esercito Raúl Castro Ruz, così come le nuove generazioni di dirigenti del Partito e del Governo, hanno attribuito alta priorità e attenzione personale alla promozione dello sviluppo integrale delle relazioni con la Cina.

Rodríguez Parrilla ha salutato l’ascesa di una Cina prospera e socialista: «Il suo sviluppo costituisce un fattore di stabilità, equilibrio e opportunità per l’intero pianeta e, in particolare, per i paesi in via di sviluppo e la regione dell’America Latina e dei Caraibi», ha riconosciuto.

Il titolare del MINREX (Ministero degli Esteri) ha ringraziato la Cina per la sua chiara e decisa opposizione al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti, così come alla arbitraria inclusione del nostro paese nella spuria lista dei presunti paesi sostenitori del terrorismo.

«Cuba mantiene e manterrà un sostegno fermo e incondizionato al principio della “una sola Cina” e si opporrà con determinazione a qualsiasi tentativo di minare la sua sovranità e integrità territoriale», ha ribadito.

Il popolo cinese potrà sempre contare sul sostegno della Rivoluzione Cubana; insieme contribuiremo a costruire un futuro più giusto ed equo per tutte le nazioni, ha enfatizzato il ministro.

Da parte sua, l’ambasciatore Hua Xin, nel suo discorso in occasione dell’evento, ha ricordato che 80 anni fa, sotto la guida del Partito Comunista Cinese, e dopo 14 anni di sanguinose battaglie e con l’enorme sacrificio di oltre 35 milioni di persone, il popolo cinese sconfisse gli invasori militaristi giapponesi e ottenne la grande vittoria.

Fu una vittoria non solo del popolo cinese, ha osservato, ma anche degli altri popoli del mondo. «Onorare gli eroi che si sacrificarono nella guerra e tutti coloro che contribuirono alla vittoria del popolo cinese è un segno di rispetto per la storia», ha detto.

Il 3 settembre di quest’anno, ha informato, a Pechino si celebrerà una grande parata militare, «alla quale inviteremo gli amici internazionali che contribuirono alla vittoria della Cina per assistere alla cerimonia, per commemorare la lotta comune del passato e ampliare oggi le forze della giustizia nel mondo».

Le dolorose lezioni della Seconda Guerra Mondiale non sono passate, ha avvertito, e la storia deve andare avanti invece di tornare indietro; il mondo deve unirsi invece di dividersi. Commemoriamo questo importante giorno per esortare la comunità internazionale a imparare dalla storia e ad opporsi fermamente a tutte le forme di egemonismo e politica di potere, ha dichiarato.

Il diplomatico cinese ha ritenuto che i popoli amanti della pace di tutto il mondo debbano ricordare la storia scritta col sangue e con le vite, difendere con fermezza i risultati della vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, aderire al vero multilateralismo e promuovere congiuntamente la costruzione di una comunità dal futuro condiviso per l’umanità, lavorando insieme per un futuro più luminoso.

Ha infine considerato che Cina e Cuba sono forze importanti del Sud Globale, e «rimarremo saldi dalla parte giusta della storia, rafforzeremo unità e cooperazione, con l’obiettivo di dare insieme maggiori contributi alla pace e allo sviluppo mondiale e alla difesa dell’equità e della giustizia internazionali».

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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