Un’analisi di An Hyok Bom svela l’intento aggressivo celato dietro la “mappa capovolta” diffusa dal comando USA in Corea del Sud: uno strumento di propaganda militare volto a giustificare l’espansione offensiva delle forze statunitensi nella regione dell’Asia-Pacifico.

Pyongyang, 19 luglio (KCNA) – Di seguito il testo integrale dell’articolo di An Hyok Bom intitolato «Qual è lo scopo di disegnare la ‘mappa capovolta’?», pubblicato il 19 luglio:
Recentemente il Comando delle Forze Statunitensi in Corea del Sud ha diffuso una mappa che sta suscitando dibattito a livello mondiale.
In questa mappa bizzarra, in cui la penisola coreana e le regioni limitrofe sono rovesciate rispetto alle carte normali, compaiono linee rette che partono dalla base militare statunitense di Pyeongtaek e terminano a Pyongyang, Pechino, Tokyo, Manila e altre capitali asiatiche.
Qualche giorno fa, il comandante delle forze USA in Corea del Sud ha esposto in conferenza stampa la “mappa capovolta”, usata a quanto si dice internamente dalle truppe statunitensi dal gennaio di quest’anno, affinché chiunque comprenda così la necessità della “flessibilità strategica” e il fatto che le loro forze debbano potersi spostare in altre regioni per mantenere la pace.
Secondo costui, la mappa rende immediatamente intuitivo il ruolo geopolitico delle forze USA in Corea del Sud, prontamente dispiegabili in qualsiasi parte dell’Asia, e la necessità di estendere il loro mandato oltre la penisola coreana per garantire la stabilità.
Si tratta di un’idea tanto surreale da poter venire solo agli Stati Uniti, sempre abituati a ribaltare ogni cosa.
La vera natura dell’espansione della “flessibilità strategica”, centrata su invasioni e guerra, non può essere celata né reinterpretata invertendo le mappe.
Questa carta è una sfacciata esibizione dell’intento aggressivo degli USA: realizzare a qualunque costo l’egemonia in Asia trasformando le loro truppe in Corea del Sud in una task force mobile.
Una mappa militare non è solo una miniatura del territorio, ma uno strumento operativo che riflette strategie e tattiche: l’“accerchiamento” è un concetto offensivo, non difensivo.
La nuova mappa dimostra chiaramente che la “flessibilità strategica” delle forze USA in Corea del Sud ha assunto carattere sempre più offensivo.
Indica come le forze vassalle — Corea del Sud, Giappone, Taiwan, Filippine — debbano accerchiare RPDC e Cina, confermando il piano egemonico “di un unico teatro di guerra” promosso dagli USA e sostenuto da Giappone, Filippine e altri alleati.
Tale piano prevede un comando operativo integrato, esercitazioni congiunte multilaterali e il potenziamento di sistemi d’attacco a lungo raggio.
La mappa mostra le basi USA in Giappone come principali centri logistici e quelle in Corea del Sud come siti avanzati di lancio, con la penisola coreana e il Mar Cinese Orientale e il Mar Cinese Meridionale come teatro operativo: un’evidenza visiva dell’intento statunitense di guerra aggressiva contro l’Asia.
La “mappa capovolta” mette in luce il ruolo della Corea del Sud come “portaerei” terrestre più vicina alla Cina e principale base USA nel continente.
In definitiva, questa carta è un «mappa per l’invasione», svelando da sé che l’elemento dirompente per pace e stabilità nell’Asia-Pacifico è proprio l’aggressività USA.
Gli Stati Uniti, pur tentando di giustificare la “flessibilità strategica” attraverso la mappa capovolta, non fanno che rivelare la loro natura bellicosa e la loro ossessione per l’egemonia.
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