Serbia: radici antinazifasciste che sopravvivono ancora e il voto che premia il governo nazionale

Serbia. Armi serbe all’Ucraina. Elezioni locali. Radici antinazifasciste che sopravvivono ancora e il voto che premia, nonostante tutte le contraddizioni e i limiti, il governo nazionale.

Tre notizie “minori”, che però sono utili a cercare di capire l’esistenza, sia pure tra mille contraddizioni, limiti e incongruenze governative, di minime radici e coscienze popolari storiche nel paese balcanico, quotidianamente ricattato e accerchiato sia dall’esterno, che da forze antinazionali interne. Inchiesta relativa alla notizia di armi serbe utilizzate dai nazisti ucraini. Voto locale che, nonostante tutti i limiti, contraddizioni e malversazioni varie, premia il governo nazionale. A Novi Sad la famosa squadra di pallamano Vojvodina licenzia il proprio portiere e portiere della nazionale croata, con l’accusa di vicinanza e contiguità con il neofascismo degli Ustascia croati.

Il presidente serbo A. Vučić ha discusso in un apposito incontro col presidente russo V. Putin, le notizie relative ad una presunta fornitura di armi da parte della Serbia all’Ucraina.

Il presidente serbo ha detto di aver discusso e chiarito, il ruolo e la posizione della Serbia, dopo che in precedenza, l’intelligence russa (SVR) aveva asserito che Belgrado avrebbe inviato munizioni a Kiev, tramite alcune imprese di difesa serbe, attraverso intermediari stranieri.

Fatto che avrebbe cambiato radicalmente la posizione di neutralità del paese balcanico. Il presidente serbo ha affermato la totale estraneità del governo serbo ai fatti indicati e ribadito la ferma e coerente posizione di neutralità e ribadito la storica amicizia verso Mosca.

Pur senza rivelare i dettagli della conversazione, Vučić ha dichiarato alla televisione nazionale, che al termine dell’incontro è stato stabilito che Russia e Serbia hanno istituito un gruppo di lavoro per una inchiesta congiunta, che stabilisca la dinamica dei fatti per scoprire la verità.

Al contempo il presidente del Movimento Socialista serbo e vicepresidente della Repubblica Serba, A. Vulin ha dichiarato in conferenza pubblica, che tutto questo fa parte dei piani di destabilizzazione e assedio della Serbia, per staccarla dalla sua neutralità, distruggere la sua indipendenza e sovranità nazionale e soprattutto staccarla dall’alleato storico russo.

“…Se qualcuno non ha ancora capito perché e quanto la Serbia infastidisce l’Unione Europea, in queste operazioni di provocazione e sabotaggio si trova la risposta. Come Movimento dei Socialisti Serbia, accogliamo con favore l’iniziativa del presidente serbo Vučić di indagare e esaminare se qualcuno ha abusato e falsificato i certificati dell’utente finale delle munizioni esportate dalla Serbia. Ricordiamo che l’Agenzia per le informazioni sulla sicurezza, in quanto una delle istituzioni responsabili del rilascio delle licenze di esportazione, ha introdotto una condizione aggiuntiva in base alla quale è richiesta una garanzia speciale a ciascun cliente, che le munizioni non siano cedute o vendute a terzi senza il consenso della Serbia. Se uno dei clienti ha violato l’accordo e le garanzie e se qualche ordigno è finito sul campo di battaglia in Ucraina, la Serbia dovrà lanciare cause legali sia davanti ai tribunali nazionali che internazionali La Serbia ha dichiarato la sua assoluta neutralità e nessuno ha il diritto di farci contrapporre con l’unico alleato permanente della nostra storia. La Russia non merita di avere il minimo male dalla Serbia, e noi serbi non siamo un popolo senza memoria e onore, questo lo sancisce la nostra storia…”.

La squadra di pallamano internazionale serba “Vojvodina”, licenzia il portiere della nazionale croata Filip Ivić: “…Quello non era un concerto, ma un raduno di estrema destra fascista”.

Il club di pallamano dell’RK Vojvodina, campione di Serbia, ha licenziato il portiere della nazionale croata F. Ivić, appena tre settimane dopo averlo annunciato come nuovo acquisto: Ivić aveva pubblicato un post a un evento con quasi mezzo milione di persone all’ippodromo di Zagabria.

Ivić era stato annunciato sfarzosamente appena tre settimane fa dall’RK Vojvodina, club serbo di pallamano: un ingaggio di alto profilo, visto che il 32enne portiere difende la porta della nazionale croata da oltre un decennio. Ebbene, in maniera clamorosa, da quel “benvenuto” si è passati alla “risoluzione del contratto”, titolo del comunicato che ha annunciato il licenziamento del portiere balcanico, che ha ritenuto opportuno non contestarlo e trovare l’accordo per separarsi consensualmente.

La pietra dello scandalo è stata la presenza e l’ostentazione di Ivić a un festival musicale avente come grande protagonista Marko Perkovic “Thompson”, 58enne cantante frontman dell’omonimo gruppo Thompson legato a idee di estrema destra ed alla memoria Ustascia. A Perkovic, che pochi giorni fa ha radunato quasi mezzo milione di persone all’ippodromo di Zagabria, è già stato vietato di esibirsi in diversi Paesi, a causa delle sue aperte simpatie per il regime fascista di estrema destra degli Ustascia in Croazia.

Era stato lo stesso portiere della nazionale croata a rendere palese la sua presenza al mega evento di Zagabria con un post sul proprio profilo Instagram. L’immagine e le parole a corredo (“l’emozione, l’amore, l’orgoglio”) hanno avuto un impatto fortissimo sul Vojvodina, club serbo, che dopo qualche ora ha annunciato sui suoi canali social la brusca separazione con Ivić.

“La società di pallamano RK Vojvodina, simbolo di Novi Sad, della Vojvodina e campione di Serbia, basa la sua esistenza non solo sulle conquiste sportive, ma anche sul rispetto della storia, dei sacrifici e dei valori che ci rendono una nazione orgogliosa. Abbiamo ricevuto con stupore la notizia che il portiere Filip Ivić ha partecipato al raduno Ustascia di Marko Perković Thompson, evento che non rappresenta alcun raduno musicale, ma una festa Ustascia in cui vengono apertamente glorificate idee e simboli sinonimo dei crimini nazifascisti. Per noi, club che indossa lo stemma del popolo serbo, questo non è e non può essere accettabile. In RK Vojvodina non c’è posto e non ci sarà posto per chi parteciperà ad eventi che offendono la memoria e i ricordi di centinaia migliaia di vittime innocenti del nazifascismo. Ecco perché la dirigenza del club ha immediatamente rescisso il contratto con Filip Ivić. Perché nessuno che stia fianco a fianco con chi celebra il male, può indossare contemporaneamente la maglia del club che appartiene a questo popolo e a questa città! Il nostro club non divide le persone per nazione o religione, ma forte e chiaro dividiamo il bene dal male, l’umanità dalla disumanità, il rispetto dalle offese. E lo faremo finché esiste RK Vojvodina.

Grazie a tutti i sostenitori e cittadini che comprendono questa decisione “, recita il comunicato del club di Novi Sad.

L’alleanza del governo del presidente A. Vučić ha vinto le prime due elezioni locali in Serbia dall’inizio delle proteste antigovernative

Il Partito Progressista Serbo (SNS) del presidente Vučić e i partiti dell’alleanza governativa hanno vinto le elezioni amministrative nelle città di Kosjerić e Zaječar. Elezioni molto attese perché erano le prime convocate dopo l’inizio delle grandi proteste antigovernative cominciate in seguito al crollo di una tettoia nella stazione ferroviaria di Novi Sad e poi trasformatesi in contestazioni continue nel paese. I partiti dell’opposizione, che in un primo momento avevano dichiarato la propria vittoria, hanno poi ovviamente contestato i risultati ufficiali, sostenendo che ci siano stati brogli e irregolarità.

A Zaječar, le forze di governo hanno ottenuto una maggioranza netta: 27 seggi contro i 23 dell’opposizione e delle liste minori, su 50 totali.

A Kosjerić invece, l’SNS ha vinto con un margine minimo: nel consiglio locale avrà 14 seggi su 27, col 51 per cento dei voti, a fronte dei 13 della coalizione dell’opposizione.

A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum Belgrado Italia/CIVG

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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