Il Vietnam punta sulla diversificazione per garantire i propri obiettivi di crescita

In un contesto di rallentamento dell’economia globale, il Vietnam mira a diversificare mercati, catene di approvvigionamento e modelli produttivi per centrare il target di crescita dell’8 % nel 2025 e divenire un paese a reddito elevato entro il 2045.

VNS – 25 giugno 2025

TIANJIN — Il Vietnam è determinato a diversificare mercati, catene di approvvigionamento, modelli produttivi e tipologie di beni per raggiungere i propri ambiziosi obiettivi di sviluppo. Lo ha dichiarato il Primo Ministro Phạm Minh Chính nel corso di un dibattito politico con il Presidente e CEO del World Economic Forum (WEF), Børge Brende, svoltosi mercoledì a Tianjin, in Cina, nell’ambito del 16° Meeting Annuale dei Nuovi Campioni 2025.

All’incontro hanno partecipato oltre cento delegati fra rappresentanti di governi, organizzazioni e imprese internazionali. Rispondendo alle domande sulle basi della nuova fase di crescita vietnamita, il Primo Ministro ha sottolineato come, nonostante i segnali di rallentamento dell’economia globale, il Paese miri a diventare una nazione sviluppata e a reddito elevato entro il 2045. Per centrare questo traguardo, il governo ha fissato un tasso di crescita dell’8 % per il 2025 e ambisce a un’espansione a doppia cifra nei prossimi anni.

Il capo del governo ha attribuito le prospettive positive alla solidità del sistema politico guidato dal Partito, alla gestione dello Stato e alla partecipazione della popolazione, nonché all’eredità culturale millenaria che conferisce ai vietnamiti resilienza e coesione. Attualmente 32ª economia mondiale per PIL, il Vietnam si colloca fra i primi venti Paesi al mondo per commercio estero e attrazione di investimenti diretti stranieri, grazie a 19 accordi di libero scambio che consentono l’accesso ai mercati di partner chiave quali Cina, Stati Uniti, Unione Europea, Giappone e Corea del Sud.

Il Primo Ministro ha evidenziato come il Vietnam abbia saputo rafforzarsi superando numerose crisi, ponendo solide fondamenta per un’alta crescita futura. Lo scorso anno il PIL ha sfiorato i 500 miliardi di dollari, con un interscambio commerciale totale di 800 miliardi. Tuttavia, anche shock esterni di entità limitata possono avere ripercussioni significative, a testimonianza della necessità di una politica estera flessibile e bilanciata in un contesto geopolitico teso.

Interpellato sull’approccio del Vietnam alla competizione fra grandi potenze, Chính ha ricordato le robuste relazioni commerciali con Cina, Stati Uniti, UE, Corea del Sud, Giappone e Paesi ASEAN, insistendo sull’importanza di mantenere equilibri e coerenza, guidati da una politica estera indipendente, autonoma, diversificata e multilaterale. «Cina e Stati Uniti rappresentano quasi il 50 % del nostro commercio estero», ha spiegato, «gli USA sono il nostro principale mercato di esportazione, la Cina il maggior fornitore. Dobbiamo perciò adottare un approccio bilanciato, perseguendo al contempo diversificazione e multilateralismo».

Riaffermando la vocazione a essere «amico leale e partner affidabile» di tutti i Paesi e membro responsabile della comunità internazionale, il Vietnam conserva la cosiddetta politica dei «quattro no»: nessuna alleanza militare; nessun schieramento contro altri; nessuna base straniera sul proprio territorio; nessuna minaccia o uso della forza.

Sul fronte interno, il governo promuove un’economia di mercato regolata dal valore, dall’offerta e dalla domanda e dalla concorrenza, pur restando profondamente radicato nelle risorse naturali e nella ricca tradizione culturale di 4.000 anni. Chính ha ribadito l’importanza di considerare le risorse interne come fondamentali e decisive nel lungo periodo, mentre quelle esterne – capitali, istituzioni di mercato, tecnologie, know-how e risorse umane – sono essenziali per il conseguimento di svolte significative.

Alla domanda sulle priorità politiche per garantire l’autonomia economica nell’era della globalizzazione, il Primo Ministro ha sottolineato l’impegno a rafforzare i motori tradizionali di crescita e al contempo a individuare nuovi settori trainanti: scienza e tecnologia, trasformazione digitale, transizione verde ed economia circolare. «Dobbiamo mettere al centro le persone e alimentare la creatività per guidare l’innovazione e la crescita», ha affermato. «La forza del Paese risiede nella capacità di mobilitare popolazione e imprenditori per superare le difficoltà».

Nonostante l’incertezza globale, Chính ha ribadito che il Vietnam è pronto ad affrontare le sfide con fiducia, determinazione e intelligenza, trasformando le avversità in opportunità.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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