Isola di Man: l’autogoverno di un territorio dalla storia millenaria

Dal passato neolitico al parlamento vichingo del Tynwald, l’Isola di Man conserva un’autonomia unica nel panorama delle Dipendenze della Corona britannica. Scopriamo le tappe storiche e il funzionamento politico di questo territorio, fino alle elezioni locali del 24 aprile.

L’Isola di Man, territorio autonomo britannico nel Mare d’Irlanda, vanta una storia millenaria e un assetto politico peculiare all’interno del Regno Unito. Dopo aver ripercorso le tappe principali del suo passato, analizzeremo lo status attuale del governo insulare, il funzionamento delle elezioni locali e l’esito del rinnovo delle autorità locali tenutosi lo scorso 24 aprile.

Profilo storico

L’Isola di Man si separò dalle isole vicine attorno all’8.000 a.C. a causa dell’innalzamento del livello del mare al termine dell’ultima glaciazione. I primi insediamenti umani risalirebbero ad almeno il 6.500 a.C., con le prime popolazioni di cacciatori-raccoglitori e pescatori. Nel Neolitico cominciarono l’agricoltura e la costruzione di monumenti megalitici, come Cashtal yn Ard o il King Orry’s Grave, che testimoniano il sorgere di un’organizzazione sociale sempre più complessa.

Dall’età del Ferro, numerosi tumuli funerari emergono nel paesaggio. Pur nota ai Romani come Insula Manavia, l’isola rimase marginale durante il loro dominio in Britannia e pochi reperti romani sono stati ritrovati, a testimonianza della scarsa influenza che ebbero i Romani su questo territorio. A partire dal V–VI secolo d.C., invece, la migrazione irlandese portò alla gaelicizzazione e alla formazione della lingua manx.

Alla fine dell’VIII secolo i Vichinghi conquistarono l’isola, istituendo il Tynwald, il più antico parlamento ancora in attività al mondo. Nel 1266, con il Trattato di Perth, la Norvegia cedette il controllo all’allora re di Scozia; dopo alterne vicende, dal 1399 l’isola fu definitivamente annessa alla corona inglese. Nonostante ciò, il Tynwald continuò a legiferare localmente, pur sotto l’approvazione del Lord of Mann (Çhiarn Vannin), posizione che viene occupata dal sovrano inglese.

Successivamente, l’Act of Revestment del 1765 trasferì le prerogative feudali dei duchi di Atholl alla Corona britannica. Nel 1866, fu introdotto l’autogoverno parziale con elezioni parziali della House of Keys, mentre il Legislative Council restava nominato. Da allora il percorso verso una democrazia sempre più piena ha portato all’elezione diretta della maggior parte dei membri del Tynwald, l’assemblea legislativa bicamerale insulare. Ad oggi, la House of Keys viene interamente eletta dagli abitanti dell’isola, mentre i membri del Legislative Council vengono eletti in maniera indiretta.

Durante il XX secolo, l’isola ospitò campi di internamento in entrambi i conflitti mondiali. Dagli anni 70 in poi, grazie a una politica fiscale favorevole e a una regolamentazione flessibile, ha attratto servizi finanziari offshore e industrie del gioco, diversificando la propria economia.

Status attuale all’interno del Regno Unito

L’Isola di Man gode oggi dello status di British Crown Dependency: non fa parte del Regno Unito, ma riconosce il monarca inglese come capo dello Stato, rappresentato localmente dal Lieutenant Governor. Non è membro del Parlamento britannico e le leggi del Parlamento di Westminster si applicano solo su richiesta dell’isola. La difesa e le relazioni estere sono gestite dal governo del Regno Unito, mentre l’isola mantiene piena autonomia legislativa, fiscale e giudiziaria.

Il fulcro istituzionale è il Tynwald, composto da: House of Keys (Camera bassa), 24 membri eletti ogni cinque anni in collegi uninominali; Legislative Council (Camera alta), 11 membri in gran parte eletti dalla House of Keys.

Il Tynwald elegge al proprio interno il Chief Minister, che nomina il Council of Ministers responsabile dei vari Dipartimenti governativi. A livello amministrativo, l’isola è suddivisa in 21 autorità locali (parish commissioners, village commissioners, town commissioners e city councils) che gestiscono servizi quali manutenzione stradale, pianificazione urbanistica e raccolta rifiuti.

Le 21 autorità locali (12 village/parish commissioners, 2 town commissioners e 7 city/burough councils) godono di poteri analoghi ai consigli municipali britannici, sebbene con dimensioni e risorse più contenute. Esse amministrano infrastrutture locali, gestione di spazi pubblici e talvolta sono coinvolte in iniziative culturali e turistiche.

Le elezioni generali per tutte le autorità locali si svolgono ogni quattro anni, il quarto giovedì di aprile. Le candidature si chiudono circa un mese prima, e il voto è con sistema maggioritario plurinominale (i cittadini esprimono tante preferenze quanti sono i seggi disponibili nel proprio collegio). In assenza di un numero sufficiente di candidati, le posizioni vacanti vengono assegnate di diritto o si ricorre a successive elezioni suppletive.

Le elezioni del 24 aprile 2025

Il 24 aprile di quest’anno si sono svolte le elezioni per cinque circoscrizioni locali in cui si è reso necessario il voto: Castletown, Patrick, Peel, Douglas South Ward e Ramsey South Ward. Nelle restanti 16 autorità, il numero di candidati non ha richiesto il voto, perché pari o inferiore a quello dei seggi disponibili; in cinque aree, però, sono state segnalate ancora posizioni vuote, da colmare con future elezioni suppletive.

Le elezioni del 24 aprile hanno confermato il radicamento di una cultura democratica locale e la centralità delle autorità di base nell’Isola di Man. Il governo insulare, attraverso il Tynwald e il Council of Ministers, mantiene un’elevata autonomia rispetto a Westminster, gestendo politiche su misura per la comunità insulare. Allo stesso tempo, il legame con il Regno Unito garantisce sicurezza e relazioni estere, mentre questioni chiave come la fiscalità e il servizio pubblico restano nelle mani degli eletti locali.

Tuttavia, il ricorso frequente alle elezioni suppletive e la difficoltà a reclutare candidati in molte posizioni segnalano sfide demografiche e di partecipazione: un campanello d’allarme per un’isola che deve conciliare crescita economica, tutela dell’ambiente e coesione sociale. Quest’anno, ad esempio, nessuno ha presentato la propria candidatura per la posizione di village commissioner nei villaggi di Ballaugh, Jurby, Port Erin e Ramsey North, rendendo necessarie future elezioni suppletive.

Sarà fondamentale, nelle prossime legislature, promuovere la formazione civica, favorire il ricambio generazionale negli organi locali e preservare l’identità storica e culturale dell’Isola di Man, mantenendo al contempo la formula di autogoverno che ne garantisce la peculiarità nel panorama delle Dipendenze della Corona britannica.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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