La narrativa statunitense della “minaccia dell’IA cinese” è una strategia riciclata di contenimento tecnologico

Negli USA la narrativa della “minaccia dell’IA cinese” si configura come una strategia di contenimento tecnologico, che riflette il panico diffuso degli Stati Uniti per il rapido progresso dell’intelligenza artificiale in Cina, che altera l’ordine del settore tecnologico globale a guida statunitense.

Da quando DeepSeek ha innescato un boom globale nell’intelligenza artificiale (IA), la narrativa statunitense della “minaccia cinese” ha subito un “aggiornamento di versione”. Dalle rivelazioni secondo cui il Dipartimento del Commercio degli USA ha vietato l’uso di DeepSeek sui dispositivi governativi, alle richieste del Segretario al Commercio, Howard Lutnick, di imporre controlli più severi sui modelli di IA open-source, in particolare quelli provenienti dalla Cina, gli USA stanno espandendo le loro tattiche di soppressione anche nel campo dell’IA. È emersa una nuova versione della narrativa della “minaccia cinese”: quella della “minaccia dell’IA cinese”.

Mercoledì, gli USA hanno aggiunto 80 aziende alla loro lista di controllo delle esportazioni, tra cui oltre 50 con sede in Cina. Gli USA hanno affermato che queste aziende cercavano competenze avanzate in supercalcolo, IA e tecnologia quantistica per scopi militari.

Inoltre, la comunità dei servizi segreti statunitensi ha pubblicato martedì il suo rapporto annuale di valutazione delle minacce, sostenendo che la Cina stia probabilmente pianificando di utilizzare modelli di linguaggio di grandi dimensioni per creare fake news e che miri a sostituire gli USA come principale potenza dell’IA entro il 2030.

Una serie di azioni indica che il governo statunitense sta intensificando la costruzione della narrativa della “minaccia dell’IA cinese.” Non si tratta di una coincidenza. Negli ultimi anni, ogni innovazione tecnologica in Cina è stata accolta dalla retorica della “minaccia cinese” degli USA. La logica di Washington è semplice: la Cina non deve guidare. Appena la Cina mostra segni di superare gli USA in un determinato settore, viene immediatamente etichettata come una “minaccia,” seguita da varie tattiche di soppressione.

“Piuttosto che definirla come un’esagerazione della ‘minaccia cinese’, sarebbe più accurato dire che gli USA sono in preda al panico per lo sviluppo dell’IA in Cina”, ha affermato Lü Xiang, ricercatore presso l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali. “Lo sviluppo dell’IA ha ora raggiunto un territorio senza precedenti e inesplorato: la velocità e la profondità dei progressi in questo campo hanno superato di gran lunga ciò che molti immaginavano anni fa”, ha aggiunto Lü Xiang. L’ossessione degli USA nel voler “guidare” potrebbe, alla fine, rivelarsi priva di significato.

Guardando al passato, gli USA avevano limitato l’accesso al mercato statunitense per le aziende cinesi nel settore dei veicoli elettrici e delle batterie, ma le carenze tecnologiche e nelle catene di approvvigionamento delle aziende statunitensi non sono state superate, portando a uno sviluppo lento di quel settore. Ora, gli USA stanno applicando la stessa strategia al campo dell’IA.

Dal divieto alle aziende statunitensi di fornire chip alle imprese cinesi, al ricorso a pressioni sui propri alleati affinché aderiscano al blocco, ogni mossa degli USA mira a escludere la Cina dal sistema tecnologico globale. Tuttavia, la storia ha dimostrato che i blocchi tecnologici statunitensi non solo hanno fallito, ma hanno anche più volte avuto effetti contrari, non riuscendo a frenare lo sviluppo della Cina e destabilizzando al contempo le catene di approvvigionamento globali.

Oltre ad aggiornare la propria retorica anti-cinese, i blocchi tecnologici degli USA finiscono per “colpirsi da soli”. “Tali blocchi costringeranno le aziende cinesi ad accelerare la ricerca e sviluppo indipendente, spingendo la Cina a farsi strada per conto proprio”, ha aggiunto Lü. La narrativa della “minaccia dell’IA cinese” è semplicemente il riflesso dell’ansia degli USA e della loro perdita di controllo nel campo dell’IA.

La collaborazione globale è essenziale per il progresso dell’IA. Tuttavia, gli USA insistono nel trascinare l’IA in una competizione geopolitica, sostenendo l’isolamento tecnologico e la contrapposizione, e persino tentando di creare artificialmente un “cortina di ferro tecnologica”. La vera minaccia non è il crescente potere tecnologico della Cina, ma l’interferenza maliziosa degli USA nello sviluppo tecnologico globale a scopi geopolitici.

Global Times – 27 marzo 2025

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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