8 marzo 2025: donne in Siria, ieri e oggi

Le donne siriane, autentiche eroine di ieri e oggi, resistono al regime jihadista come hanno fatto in passato contro gli occupanti stranieri. Tra sacrifici e sofferenze, il loro esempio incarna la lotta per dignità, libertà e giustizia in una Siria segnata da dolore e speranza.

Le DONNE siriane IERI e OGGI nel paese aggredito e ora occupato da terroristi e invasori stranieri. Oggi più che mai, un po’ di chiarezza, documentazioni e dati di fatto inoppugnabili è necessario ribadirli, non potranno cambiare le cose, ma anche solo per rendere onore alla verità storica e alla giustizia, e forse anche per rendere onore alle straordinarie donne siriane per il futuro, grigio, cupo ma che già sta muovendo verso RESISTENZA e NON accettazione di un presente jihadista e tragico.

Con questo lavoro, non intendo entrare nel merito degli avvenimenti accaduti nel dicembre scorso, tuttora estremamente indecifrati e non chiari, anche se poco alla volta la verità, sulla base dei dati di fatto locali e geopolitici, sta emergendo.

Questo lavoro vuole solo rendere onore e giustizia alle donne di quella Siria, che per tredici lunghi, dolorosi e sanguinosi anni, hanno resistito e si sono battute, al di là di ideologie politiche, differenze di fedi, etnie, culture, per difendere un paese e una società, non certo immune da errori, limiti, contraddizioni, storture, corruzioni…ma dove ogni donna siriana aveva diritti, libertà, prospettive e ruoli ai più alti livelli della società e in tutti gli ambiti delle istituzioni civili, politiche e militari.

Dove ogni donna è sempre stata libera di scelte, comportamenti, rivendicazioni e diritti inalienabili. Anche per l’ONU, la Siria è stata storicamente il paese arabo e musulmano più avanzato, rispettoso e socialmente più progressista, circa la condizione della donna nella società.

Confrontando le popolazioni degli Stati Uniti e la Repubblica Araba Siriana (318,9 milioni gli USA; 23 milioni la RAS) e le donne in posizioni di comando, gli Stati Uniti sembrano essere abitanti delle caverne tribali in confronto alla Siria. Basta notare quante donne siriane avevano importanti ruoli guida nel governo siriano di Unità nazionale. Il ruolo delle donne nella magistratura, nelle scuole, nella sanità, nell’esercito, nella resistenza contro l’aggressione. Donne laiche, religiose delle dodici fedi nel paese, tradizionaliste o modernizzate, socialiste, comuniste, TUTTE patriote. Memorizziamo i loro volti. Memorizziamo i loro nomi e confrontiamo tutti i diritti da esse acquisiti, la cultura della tutela delle donne in Siria, il loro ruolo vitale, con la realtà della Siria “liberata” di oggi e quella dei paesi aggressori e potremo capire QUANTO hanno perso, oggi, che il paese è stato “liberato” dalle forze jihadiste e terroriste, alleate e protette dell’occidente, dalla NATO attraverso la Turchia e da Israele abile attore manipolatore dello scenario mediorientale.

Ogni giorno, per gli ultimi tredici anni le donne siriane hanno seppellito figli, fratelli e mariti, vittime di una cinica aggressione che ha avuto e ha tuttora i vari burattinai padroni del paese che è stato occupato. Tutti celati dietro al terrorismo jihadista, con un ex comandante dell’ISIS e poi di Al Nusra, con una taglia di 10 milioni di dollari, auto elettosi presidente del paese, avendo compiuto il lavoro sporco, ed oggi benedetto come “figliuol prodigo” da tutti, comprese le alte gerarchie ecclesiastiche cristiane, già dimenticatesi di ciò che hanno avuto, in tutti i sensi dalla Siria laica, multietnica, multi religiosa e multipartitica, in termini di diritti, protezione ed economici in questi cinquant’anni.

Come in tutti i conflitti sono sempre le donne a cercare con ogni mezzo di continuare a provvedere alle famiglie, a confortare bambini e sopravvissuti, a credere e lottare comunque, ad alimentare la speranza nella vita. Loro che la vita ce la donano. Quanto è successo e succede anche in Siria, così come in ogni guerra, non è altro che la conferma di quanto siano incredibilmente forti e imprescindibili.

In questo otto marzo, festeggiato in tutto il mondo come giornata internazionale della donna, vorrei riservarlo a loro e in un altro lavoro alle eccezionali ed eroiche donne palestinesi, senza dimenticare ogni donna in piedi o schiacciata nella lotta per la propria emancipazione, per la difesa della propria terra o per la liberazione del proprio paese. Dalle donne yemenite, a quelle libiche, afgane, cubane e così via.

Tutte incluse in un grande abbraccio di solidarietà e in un impegno costante di sostegno concreto.

Queste le parole del nuovo Ministro jihadista della giustizia: “…Applicheremo la legge islamica e impediremo alle donne giudice di ricoprire questa posizione esse dovranno affidare i loro casi a giudici uomini…”.

SIRIA. IERI e OGGI

In Siria il vicepresidente della Repubblica Araba Siriana è stata Najah al Attar, oggi ricercata. Suo padre era un partigiano che ha combattuto contro gli occupanti francesi per la liberazione del paese.

La vice presidenza siriana è nominata dal presidente e ha responsabilità simili a quelle degli Stati Uniti. Se il presidente siriano dovesse diventare inabile, il suo vice presidente assume la presidenza.

Queste erano le donne siriane di Ghouta, occupata dagli jiahadisti, rapite e messe in gabbia, poi liberate dall’Esercito Arabo Siriano, quando Al Jolani, comandante jihadista… ancora cattivo.

La dott.ssa Bouthaina Shaaban   è stata tra le figure più importanti come consulente del presidente della Siria. Oggi ricercata. Docente di poesia all’Università di Damasco, oltre a un dottorato in letteratura inglese.

Sui fronti di battaglia, nella società, nelle famiglie: ferme e risolute nella difesa e rafforzamento della propria patria libera, sovrana, indipendente.

Gennaio 2025:  Rapita Rawan Saqour nella campagna di Hama Rawan Saqour, giovane donna di Salhab, è stata rapita mentre viaggiava in auto. È stata presa con la forza in un posto di blocco controllato dai mercenari di al-Jolani. Scomparsa.

Carolis Atallah Nahli, 19 anni, il 2 febbraio è stata rapita a Jaramana. Carolis era studentessa di lingua francese all’Università di Damasco, dopo aver lasciato la casa dei suoi parenti. L’ultima volta era stata vista vicino al Care Hospital di Jaramana.

Questa era la dottoressa Hayat Ali Al-Najjar, rapita dalla “Sicurezza Generale”, un gruppo affiliato a Hayat Tahrir al-Sham (HTS), l’organizzazione terroristica.Questo gruppo opera sotto le vesti di “bande non identificate” per compiere rapimenti, furti ed estorsioni. Chiedono un riscatto alle famiglie delle vittime, per poi giustiziarle e attribuire falsamente i crimini a ignoti colpevoli, ritraendoli come episodi isolati.La dottoressa Hayat è stata presa semplicemente perché era Alawita.

A Homs è stata rapita e uccisa la Dottoressa Rasha Nasser Al Ali. Taxi e veicoli privati vengono bloccati e se una donna viene trovata alla guida di un’auto, sia lei che il veicolo vengono presi. Il suo corpo martoriato è stato ritrovato tre giorni dopo nei dintorni di Homs, dove insegnava l’arabo, oltre ad essere membro dell’Unione Scrittori Arabi.

Nagham Issa  del villaggio di Balqsah, è stata rapita mentre andava in una clinica a Homs per un controllo di gravidanza. Ha sopportato abusi fisici e umiliazioni per mano di militanti armati affiliati a Hayat Tahrir al-Sham (HTS) che prima hanno chiesto un riscatto di 500 milioni di sterline siriane. Poi è stata atrocemente giustiziata. I militanti hanno inviato una foto del suo corpo al marito, dicendogli di cercare i suoi resti vicino all’ospedale.

Le MARTIRI della SIRIA

Questa opera d’arte era stata realizzata in un parco
Siriano, per ricordare tutte le madri che hanno dato
alla luce i soldati che hanno perso la vita in questi
anni per la difesa del Paese…Oggi naturalmente nella “nuova”
Siria è stata distrutta dai liberatori.

A cura di Enrico Vigna – SOS Siria/CIVG 

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About Enrico Vigna

Enrico Vigna, di origini jugoslave, collaboratore di numerose testate italiane internazionali e siti web, e autore di numerosi libri. E' stato portavoce per l'Italia del nord del Tribunale R. Clark ( l’ex Ministro della Giustizia USA) per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia; delegato del WPC ( World Peace Council, Consiglio Mondiale della Pace); attualmente è portavoce del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali per l'Italia, e cofondatore del Centro Iniziative per la Verità e la Giustizia, oltrechè Presidente dell’Associazione di Solidarietà “ SOS Yugoslavia-SOS Kosovo Metohija” e copromotore del Centro Informazione e Solidarietà con il Donbass: SOS Donbass e SOS Ucraina resistente, e di SOS Siria.

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