Le Madri di Plaza de Mayo tra attacchi e resistenza: la lotta continua

Durante l’ultima Marcia, le Madri hanno denunciato l’assalto alla loro Università e ribadito il loro impegno nella battaglia per la memoria e la giustizia. Tra gli interventi, voci autorevoli hanno condannato il governo Milei e invocato unità contro il fascismo.

Nell’ultima Marcia del 31 ottobre le Madri di Plaza de Mayo hanno ospitato, la giornalista Sandra Russo e il sindacalista Daniel “El Tano” Catalano, dell’ATE.

In apertura è stato denunciato l’attacco subito nella mattinata dall’Università Nazionale delle Madri di Plaza de Mayo. «…mentre era in corso lo sciopero nazionale, sono entrati nella sede, hanno fatto saltare l’ingresso e hanno rubato tutti i computer, la documentazione, le bibliografie. Poi hanno distrutto tutto…Nonostante la sorpresa e l’indignazione, sappiano che sono centinaia le volte che i fazzoletti bianchi hanno subito violenze di questo tipo o anche peggio, eppure le Madri, sono prossime a compiere 48 anni. Quella banda di fascisti che è al governo e che è dietro l’attacco alla nostra Università, se credono che così sottometteranno le Madri e l’Università, possano entrare quante volte vogliono, perché l’Università continuerà, il Plaza continuerà, le Madri, gli studenti continueranno e con più forza…”.

Successivamente, Iramain ha sottolineato come un esempio di resistenza è la figura di Axel Kicillof, attuale governatore della Provincia di Buenos Aires. Sia Kicillof che Cristina Fernández de Kirchner continuano ad essere pilastri nella lotta per mantenere viva la speranza e la capacità di trasformare la realtà politica del paese. “Dobbiamo prenderci molta cura di loro, compagni”, ha sottolineato, esortando i militanti ad essere vigili e uniti.

Sandra Russo, conduttrice di AM 530 Somos Radio, ha preso la parola e ha salutato le mamme e le colleghe presenti, esprimendo la sua gratitudine per poter partecipare ad un evento così significativo. La Russo ha sottolineato la gravità del contesto attuale, sottolineando che il Paese sta attraversando, secondo le sue parole, “una situazione molto oscura, il momento più estremo che abbiamo vissuto. Al di fuori della dittatura, al di fuori di ciò che essa era di fatto, questo periodo argentino ha per noi l’enorme tristezza di essere un governo eletto”, ha osservato, evidenziando il dolore e il paradosso di vivere in quella che considera una ‘dittatura democratica’ nel quadro di un’elezione legittima.

La giornalista ha descritto il panorama nazionale con ineludibile crudezza: “La peste bussa a ogni porta. Se non bussa alla porta di casa tua, bussa alla porta di tuo figlio, bussa alla porta del tuo vicino, bussa alla porta dei tuoi genitori. La peste è tra noi: Si chiama fascismo”.

È poi intervenuto Daniel «El Tano» Catalano, il segretario generale del sindacato ATE della Capitale, ha preso la parola con la fermezza di un combattente che non risparmia sforzi per difendere i lavoratori e denunciare lo smantellamento delle politiche pubbliche sotto il governo di Javier Milei. Riconosciuto come “figlio delle Madri di Plaza de Mayo”, Catalano ha ricordato l’eredità di Hebe de Bonafini e l’importanza della sua lotta in un contesto in cui le conquiste sociali vengono devastate.

Grazie, mamme, per avermi invitato”, ha esordito, ringraziando l’opportunità di rivolgersi ai presenti. Catalano ha aperto il suo intervento con un riferimento diretto alla situazione, sottolineando che “l’Università delle Madri è un’università pubblica che è stata saccheggiata”. Questa affermazione è stata l’inizio per una critica più ampia su come le attuali politiche del governo influenzano la salute, l’istruzione e altri settori essenziali. “Quando si guarda cosa sta succedendo con le politiche generali, cosa sta succedendo con la salute, cosa sta succedendo con l’istruzione, ci si rende conto che stiamo sperimentando un saccheggio diffuso”, ha detto.

Catalano ha chiesto unità e mobilitazione in difesa dei principi del movimento: “L’unica alternativa che ha il nostro popolo è quella offerta da una persona che ci invita a sognare, non da una persona che ci invita a credere…e quella persona è Cristina Kirchner”, ha affermato, chiedendo di “non farci confondere e non ripetiamo come pappagalli ciò che vuole la destra”. Con una conclusione emozionante e motivante, Catalano ha invitato tutti i presenti ad abbracciarsi e a prendersi cura dei militanti, avvertendo che “se non ci prendiamo cura gli uni degli altri, molto probabilmente ci faranno esplodere”.

Con voce piena di determinazione, Carmen Barreiro ha concluso la giornata: “Ci sentiamo potenti. Invincibili. Abbiamo il mandato dei nostri figli. Il fondamento di giustizia che costruiamo è con la parola, con il corpo e con la verità e continueremo a esercitare questo mandato a qualunque costo, e chi si arrabbia si arrabbi”. Ha poi citato Hebe de Bonafini: “Molti trovano difficile parlare di rivoluzione, che è una parola così piena di amore, così dolce, che ha tanto affetto, tanto amore e tanto discredito. Naturalmente sappiamo già da chi screditata, ma visto che hanno così tanto potere sui media, a volte i giovani hanno anche paura di parlare di rivoluzione, di sentirsi rivoluzionari…”. Carmen ha concluso il suo intervento riflettendo sul passare del tempo: “Sono passati quasi 10 anni dal discorso di Hebe. E le Madri, anche senza Hebe, continuano a parlare di rivoluzione e a farlo ogni mattinadifendere da tanti spazzini l’Università che abbiamo creato per formare dei rivoluzionari è anche fare la RIVOLUZIONE”. Con questo, Carmen ha inteso riaffermare l’impegno delle Madri di Plaza de Mayo nella loro lotta e nella loro eredità, chiarendo che la loro missione rimane più viva che mai.

da madres.org

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About Enrico Vigna

Enrico Vigna, di origini jugoslave, collaboratore di numerose testate italiane internazionali e siti web, e autore di numerosi libri. E' stato portavoce per l'Italia del nord del Tribunale R. Clark ( l’ex Ministro della Giustizia USA) per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia; delegato del WPC ( World Peace Council, Consiglio Mondiale della Pace); attualmente è portavoce del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali per l'Italia, e cofondatore del Centro Iniziative per la Verità e la Giustizia, oltrechè Presidente dell’Associazione di Solidarietà “ SOS Yugoslavia-SOS Kosovo Metohija” e copromotore del Centro Informazione e Solidarietà con il Donbass: SOS Donbass e SOS Ucraina resistente, e di SOS Siria.

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