La recente vittoria di Trump scuote gli USA e il mondo intero. Tra disuguaglianze sociali, polarizzazione politica e modelli culturali discutibili, Francesco Sassano riflette sul declino della democrazia statunitense e sull’urgenza di un’Europa più coesa e indipendente.

Le elezioni americane e la conseguente vittoria di Trump al di là di come la pensiate influisce non solo sui destini dei cittadini americani ma anche di tutti gli abitanti del globo. Inutile nascondersi, le politiche di Trump così come quelle dei suoi predecessori condizioneranno nel bene e nel male le alte sfere dei poteri geopolitici. In questi mesi: media, salotti televisivi, giornali e social ci hanno tempestato di notizie. Una vera e propria indigestione di informazioni sgradevoli e maleodoranti come i panini del McDonald’s.
Trump o Harris: discussione superflua
In generale prima di esprimere una qualunque idea, è giusto osservare. Il più delle volte ci lasciamo trascinare dell’impatto emozionale che determinate parole ed immagini hanno sul nostro stato coscienziale. Da buon osservatore ho deciso di posizionarmi sulla parte più alta della montagna, di scrutare con il mio cannocchiale le vari voci della politica e di annotarmi i movimenti dei media e dei tanti influencer.
Ho preso nota dei due candidati, da una parte la democratica Harris dall’altra il repubblicano Trump. I loro dibattiti, le sfide continue a colpi di X hanno spaccato ancora di più Stati Uniti. Ne è uscito fuori un dibattito: polarizzato, divisivo e volgare.
La mia fotografia mi ha restituito un popolo diviso e arrabbiato pronto a difendere con la forza delle armi i suoi privilegi. Non credo che la politica di Trump sarà diversa da quella di Biden, il grande dramma degli Stati Uniti è la disuguaglianza. La democrazia americana da sempre così decantata, si basa solo e soltanto sulla crescita economica e l’arricchimento di alcuni settori sociali a discapito di altri. Secondo i dati della BBC 40 milioni vivono in povertà e 18,5 milioni in povertà estrema. Ma la povertà è diseguale anche nei diversi gruppi etnici: gli afroamericani rappresentano il 26,2%, i latinoamericani il 23,2%, mentre la popolazione bianca rappresenta il 12,4%. I dati sono questi. Poi ognuno è libero di costruirsi la propria opinione.
Individualizzazione, distrugge non costruisce
Il sociologo, Ulrich Beck, aveva ben profetizzato attraverso il concetto di “individualizzazione” la distruzione di ogni legame tra passato e presente. In America, questo processo ha distrutto ogni legame comunitario ed ha indebolito ogni forma di coesione sociale.
La mia sensazione è che questo processo già in atto in Europa rischia di travolgerci e radicarsi così come è già avvenuto negli Stati Uniti.
La guerra in Ucraina, ha spinto i membri NATO a seguire le orme di Washington. Lasciando fuori dal discorso Putin e la sua arroganza nell’invadere uno stato sovrano, altrimenti rischiamo di spingerci oltre. Vorrei aprire la mia riflessione ad un dato più tecnico: dov’è l’Europa in tutto questo? Non rischiamo di spersonalizzare la nostra cultura, il nostro modo di vivere, il nostro linguaggio per inseguire un modello competitivo, consumistico ed in decadenza come quello americano? L’Europa ha da più di 2 anni una guerra ai propri confini e non ha mai espresso con decisione e volontà la parola: PACE.
In conclusione a mio avviso la vittoria di Trump è relativa. Trump non è meno cattivo di Harris. In sostanza la musica non cambia se a suonarla sono questi Democratici o questi Repubblicani. Entrambi i blocchi politici sponsorizzano il modello americano basato su due principi: crescita economica e militare. Non c’è da meravigliarsi quindi se dall’altra parte ci sono stati ed interessi contrapposti pronti a fronteggiarsi senza esclusioni di colpi. Il passo è breve per finire nell’abisso di una III Guerra Mondiale. Il mio non è catastrofismo ma sano realismo.
Prima di lasciarvi alle vostre analisi e conclusioni, vorrei porvi una domanda: per quanto tempo ancora dobbiamo riconoscere in questo paese, la nostra guida, esempio e modello? Per quanto tempo ancora dobbiamo supinamente imitare, scimmiottare il loro stile di vita: individualista, consumista, fatto di junk food e violenza? Io, non ci sto. Io ho deciso di dire: basta e voi?
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