Levente Horváth: “Yin e Yang del mondo finanziario”

In questo articolo pubblicato sul sito di Eurasia Magazine, il professor Levente Horváth, direttore del Centro Eurasia, analizza il declino del dollaro come valuta di scambio internazionale a vantaggio del renminbi (yuan) cinese e di altre valute, andando a creare un’armonia finanziaria tra Yin e Yang.

Ottant’anni fa, nel 1944, a Bretton Woods fu stabilito il ruolo egemonico del dollaro statunitense. Il sistema di Bretton Woods è andato in pezzi un quarto di secolo dopo, ma la leadership del dollaro era ormai diventata incontrastata, anche al di là del suo ancoraggio all’oro.

Tutti investevano e commerciavano in dollari e negli anni ’70 nacque il concetto di petrodollaro, il che significa che il petrolio poteva essere pagato solo in dollari. All’inizio del 21° secolo, il dollaro USA rappresentava il 70% delle riserve globali di valuta estera.

L’inizio del 21° secolo ha visto l’inizio di un cambiamento, precursore di uno slittamento nell’ordine mondiale. Il ruolo del dollaro ha iniziato a diminuire molto lentamente, con la quota del dollaro che è scesa sotto il 59% nell’ultimo trimestre del 2022, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale sulla composizione valutaria delle riserve ufficiali in valuta estera.

L’euro è salito fino al 27,7% nel 2009, prima di tornare a scendere al 20%. Allo yen giapponese (5,51 per cento) e alla sterlina inglese (4,95 per cento) si è aggiunto il renminbi cinese (2,69 per cento), che dal 2016 è apparso anche nel paniere delle valute DSP (diritti speciali di prelievo, ndt) come terza valuta più importante nel commercio internazionale (12,28 per cento).

Oggi ci sono ancora più novità sul rafforzamento del renminbi (RMB): la fine del petrodollaro o la nascita del petroyuan, in quanto la Cina, il più grande importatore mondiale di petrolio, può pagare l’Arabia Saudita in RMB per il greggio; il RMB è diventato la valuta più utilizzata nelle transazioni transfrontaliere della Cina a marzo, superando il dollaro, secondo l’Amministrazione statale cinese per i cambi (SAFE); Il governo del Brasile ha annunciato che il Paese ha raggiunto un accordo con la Cina per commerciare nelle proprie valute, abbandonando il dollaro come intermediario, per non parlare del fatto che la Cina, la seconda economia più grande del mondo, ha stretto accordi simili con un certo numero di paesi, tra cui la Russia o Pakistan. L’elenco di tali notizie cresce ogni giorno.

E, naturalmente, lo sviluppo più innovativo del RMB è lo yuan digitale, che è stato studiato per quasi dieci anni e testato per quattro anni.

Nel mondo finanziario, che definisce anche l’ordine mondiale, il potere egemonico del dollaro statunitense è in costante declino, mentre il RMB è in ascesa. Questa tendenza potrebbe sostituire l’unipolarismo nel mondo finanziario con Yin e Yang, favorendo il rafforzamento di altre valute e creando così un’armonia multipolare.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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