Nonostante la vittoria elettorale di Sinn Féin, i due principali partiti di centro-destra sono pronti ad ignorare il verdetto delle urne per formare un governo di coalizione che ricalcherà le politiche degli ultimi decenni.

Sabato 8 febbraio, gli elettori irlandesi hanno regalato una storica vittoria a Sinn Féin, il partito nazionalista di sinistra che in passato non aveva mai ottenuto questo risultato. La formazione guidata da Mary Lou McDonald aveva ottenuto il 24.5% dei consensi, precedendo le due storiche formazioni di centro-destra che governano il Paese da decenni, Fianna Fáil (22.2%) e Fine Gael (20.9%), il partito del premier in carica, Leo Varadkar (in foto).
Il successo di Sinn Féin è stato salutato come la dimostrazione delle fallimentari politiche neoliberiste applicate dal centro-destra nella Repubblica d’Irlanda degli ultimi decenni, ed inoltre ha messo in evidenza la volontà dell’elettorato irlandese di riabilitare il partito di sinistra, per lungo tempo vittima di ostracismo politico a causa dei suoi legami con l’IRA (Irish Republic Army), il gruppo armato paramilitare che si batteva per la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord e per la riunificazione delle sei contee britanniche dell’Ulster con la Repubblica d’Irlanda.
In seguito alla vittoria elettorale, il partito di McDonald è stato vittima di importanti attacchi mediatici da parte dell’establishment politico e non solo, volti a rispolverare gli eventi del passato per delegittimare la vittoria di Sinn Féin di fronte all’opinione pubblica. È in questo clima che il premier dimissionario Leo Varadkar ed il leader di Fianna Fáil, Micheál Martin, hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per la formazione di un governo di coalizione di centro-destra, che dunque escluderà il partito più votato del Paese.
Varadkar, che nel frattempo ha mantenuto la carica di capo del governo ad interim, ne ha dato l’annuncio affermando che la formazione di un nuovo governo in tempi celeri è resa necessaria dall’emergenza coronavirus, proprio nelle ore in cui l’Irlanda registrava il suo primo decesso. Il premier, tuttavia, ha dimenticato di citare che il suo Paese, con 2.96 posti letto per mille abitanti, è il fanalino di coda della sanità europea proprio a causa delle politiche di austerity e di tagli al settore applicate dal suo governo e dai precedenti governi di centro-destra.
Oltretutto, Varadkar si trova in questi giorni a Washington per le celebrazioni della festività di San Patrizio, e sarà di ritorno in Irlanda nel fine settimana. Ciò significa che il gruppo parlamentare di Fine Gael non si riunirà per approvare formalmente i colloqui con Fianna Fáil fino a mercoledì 18 marzo, o più probabilmente giovedì 19 marzo. Tuttavia entrambi i partiti hanno nominato una squadra negoziale per trovare un accordo con la controparte: l’approvazione del gruppo parlamentare è infatti necessaria per dare il via ai colloqui formali, ma è molto probabile che delle discussioni informali abbiano inizio sin da subito, come confermato da Michael McGrath di Fianna Fáil alla trasmissione televisiva Morning Ireland.
Inoltre, sia Fine Gael che Fianna Fáil hanno confermato di aver avviato dei colloqui con gli ecologisti del Green Party, la formazione guidata da Eamon Ryan, che ha ottenuto il quarto posto alle ultime elezioni politiche, conquistando il 7.1% dei consensi, più del doppio rispetto alla precedente legislatura. Da soli, infatti, i due partiti di centro-destra raggiungerebbero solamente 73 seggi, un numero insufficiente per ottenere la maggioranza assoluta sui 160 scranni che compongono il Dáil Éireann, la camera bassa del parlamento irlandese. I dodici deputati ecologisti risulterebbero quindi fondamentali per il raggiungimento della maggioranza, anche se sarebbe possibile anche un ricorso ad alcuni dei diciannove parlamentari eletti da indipendenti.
Tuttavia, il recente passato della politica irlandese potrebbe consigliare al Green Party di rifiutare l’offerta dei due partiti di centro-destra. Nel 2007, infatti, gli ecologisti votarono per andare al governo con Fianna Fáil, allora guidato da Bertie Ahern. Gli esiti furono però catastrofici, ed alle successive elezioni i Verdi persero tutti i loro seggi. In caso di defezione del partito di Ryan, un’altra soluzione potrebbe includere nella squadra di governo i Social Democrats, che dispongono di sei seggi, oltre ad un numero cospicuo di parlamentari indipendenti.
Comunque vada, è molto probabile che ancora una volta l’Irlanda resti sotto il controllo del centro-destra neoliberista e filo-establishment, mettendo a tacere il verdetto elettorale favorevole ad un cambiamento di rotta.
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[…] dell’epidemia da nuovo coronavirus, le due formazioni hanno dato vita a lunghe contrattazioni con l’obiettivo di formare un governo di coalizione, denominato “governo dei volenterosi”, di fatto aperto a tutti i partiti politici con […]
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