Il 21 gennaio si sono svolte in tutta la Russia le commemorazioni per la morte di Vladimir Lenin. In prima fila, naturalmente, i rappresentanti del Partito Comunista della Federazione Russa.

Il 21 gennaio 1924, moriva, nella piccola cittadina di Gorki, nei pressi di Mosca, Vladimir Il’ič Ul’janov, noto al mondo come Lenin. Il grande rivoluzionario russo, fondatore dell’Unione Sovietica ed instancabile teorico marxista, resta ancora oggi una personalità rispettata ed onorata in tutta la Russia, nonostante l’URSS non esista più da quasi trent’anni.
In occasione dell’anniversario della sua morte, si sono svolte in tutta la Russia iniziative per ricordare il principale artefice della rivoluzione d’ottobre. La manifestazione più importante si è tenuta a Mosca, nei pressi del mausoleo che ne conserva le spoglie, con in prima fila i rappresentanti del Partito Comunista della Federazione Russa (in russo: Коммунистическая партия Российской Федерации, КПРФ, traslitterato: Kommunističeskaja partija Rossijskoj Federacii, KPRF).
Alla fine della cerimonia commemorativa, ha preso la parola il leader dei comunisti russi, il segretario Gennadij Andreevič Zjuganov: “A lungo, Lenin, pensando al futuro dell’umanità, ha proposto un ordine mondiale più giusto“, ha dichiarato Zjuganov davanti alla folla di bandiere rosse. “Avrei voluto che il presidente Putin studiasse attentamente le sue opere. E invece, di recente, parlando ai giornalisti, ha dichiarato che Lenin non era uno statista, bensì un rivoluzionario“, ha continuato, lanciando una critica neppure velata al capo di Stato russo.
“In realtà, Lenin è stato uno scienziato, un rivoluzionario ed uno statista eccezionale, un grande profeta ed edificatore di un nuovo mondo. Lenin aveva solamente venticinque anni quando ha iniziato ad indagare sullo sviluppo del capitalismo in Russia“, ha continuato. “Lenin ha proposto di ricostruire il Paese sotto una forma differente – nella forma del potere dei Soviet. E la forma più alta raggiunta dal nostro Stato nella sua storia millenaria è stata quella della Repubblica dei Soviet“.
Zjuganov ha poi proseguito con un ricordo più generale dell’Unione Sovietica e dei suoi leader: “Lenin, Stalin e la Grande Vittoria [1] sono inseparabili! E quando oggi Putin parla della Grande Vittoria, della nostra dignità, della verità storica deve capire che è impossibile ricostruire i fatti se si nega il ruolo di Lenin nella ricostruzione dello Stato russo nella forma dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. E sarebbe altrettanto impossibile capire la storia della Grande Vittoria senza comprendere il ruolo di Stalin“.
Il segretario del Partito Comunista ha poi incitato a ricostruire la Russia su nuove basi, prendendo le mosse dal glorioso passato sovietico, anche in riferimento alle possibili riforme costituzionali che Vladimir Putin vorrebbe adottare per ridare maggiori poteri al governo ed al parlamento, diminuendo, di conseguenza, le prerogative del presidente.
NOTE
[1] Con il termine di Grande Vittoria ci si riferisce in Russia alla vittoria nella seconda guerra mondiale.
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