Il primo turno delle elezioni presidenziali in Croazia ha visto il primato del candidato socialdemocratico Zoran Milanović, che sfiderà Kolinda Grabar-Kitarović nel ballottaggio del 5 gennaio.

Domenica 22 dicembre, i cittadini della Croazia si sono recati alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. La favorita della vigilia era il capo di Stato in carica, Kolinda Grabar-Kitarović, prima donna a ricoprire l’incarico presidenziale dall’indipendenza del Paese. Ad uscire vincitore dal primo confronto è stato invece lo sfidante Zoran Milanović, che dunque partirà con un leggero vantaggio in occasione del decisivo secondo turno, previsto per il 5 gennaio.
Andando con ordine, Milanović ha ottenuto un riscontro superiore rispetto a tutti i sondaggi della vigilia, sfiorando il 30% delle preferenze. Il cinquantatreenne, ex primo ministro del Partito Socialdemocratico di Croazia (Socijaldemokratska partija Hrvatske, SDP), ma appoggiato anche da una dozzina di formazioni di centro-sinistra ed ecologiste, ha chiuso con il 29.91%, precedendno di quasi tre punti percentuali Grabar-Kitarović.
Proprio il capo di Stato in carica, candidata dall’Unione Democratica Croata (Hrvatska demokratska zajednica, HDZ) con il sostegno di una serie di partiti minori che si posizionano nell’ambito del centrismo e del liberismo, ha invece perso un punto percentuale rispetto ai sondaggi che la davano sul 28%. Grabar-Kitarović non ha fatto meglio del 26.98%, anche se il distacco effettivo tra i due pretendenti alla presidenza resta minimo, pari a circa 55.000 suffragi.
Tra gli altri 11 candidati, ha sfiorato il colpaccio l’indipendente Miroslav Škoro, noto cantante e già membro del parlamento, sostenuto da formazioni della destra nazionalista. Škoro ha rischiato di beffare proprio il presidente uscente, fermandosi a soli 42.000 voti da un insperato ballottaggio (24.75%). Gli altri otto candidati hanno fatto registrare percentuali decisamente inferiori, a partire dall’altro indipendente Mislav Kolakušić, quarto con il 5.95% delle preferenze.
Per quanto riguarda i partiti situati a sinistra dei socialdemocratici, la candidatura di Katarina Peović, esponente del Fronte dei Lavoratori (Radnička fronta, RF) e sostenuta anche dai comunisti del Partito Socialista del Lavoro di Croazia (Socijalistička radnička partija Hrvatske, SRP), ha raccolto l’1.14% dei consensi.
Ora gli occhi sono tutti puntati sul ballottaggio del 5 gennaio, quando Zoran Milanović avrà la possibilità di riportare al potere i socialdemocratici dopo i cinque anni del mandato di Ivo Josipović (2010-2015). Il margine minimo tra i due candidati rende comunque possibile qualsiasi scenario, anche perché l’affluenza alle urne dovrebbe essere destinata a salire dopo il 51.19% registrato al primo turno.
Queste elezioni, infine, hanno mostrato una netta definizione delle aree geografiche di influenza tra i tre candidati principali: il nord del Paese e l’Istria si sono espressi in favore di Milanović, la parte meridionale ed occidentale ha preferito Grabar-Kitarović, mentre Škoro ha ottenuto la maggioranza delle preferenze nelle circoscrizioni orientali.
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