Tunisia: Kaïs Saïed è il nuovo presidente

Le elezioni presidenziali hanno dato il proprio verdetto: il secondo turno del 13 ottobre hanno incoronato Kaïs Saïed come nuovo capo di Stato della Tunisia.

La maratona elettorale tunisina ha visto la propria conclusione domenica 13 ottobre, con il secondo turno delle presidenziali. Un mese prima, il 15 settembre, erano stati selezionati i due candidati per il ballottaggio, necessario in quanto nessun pretendente alla presidenza era stato in grado di raggiungere la maggioranza assoluta delle preferenze.

In quell’occasione, il sessantunenne Kaïs Saïed si era già distinto ottenedo il primo posto con il 18.40% delle preferenze. Professore di diritto costituzionale, “Robocop” si era presentato con un programma social-conservatore e con la lotta alla corruzione come grido di battaglia. Le sue posizioni conservatrici sui diritti delle donne e degli omosessuali hanno fatto di Saïed il candidato preferito di islamisti e tradizionalisti, ricetta che ha dato i propri frutti: il 72.71% degli elettori recatisi alle urne per il ballottaggio lo ha infatti scelto come prossimo presidente della Tunisia, ruolo che assumerà ufficialmente a partire dal 30 ottobre.

Dall’altra parte della scheda elettorale, c’era invece il nome di Nabil Karoui, cinquantaseienne uomo d’affari, che invece viene indicato come il “Berlusconi di Tunisia”. Karoui aveva fondato nel mese di giugno il suo partito, Al Cuore della Tunisia (Au cœur de la Tunisie – Qalb Tounes), assumendo posizioni di centro-sinistra, autoproclamandosi come un candidato di rottura nel senso dell’implementazione dei diritti civili e sociali. Vicino al suo avversario in occasione del primo turno (15.58%), Karoui non ha potuto contrastare Saïed, fermandosi al 27.29% dei voti. L’affluenza alle urne decisamente in crescita (57.8%), si è alla fine rivelata l’arma vincente del candidato conservatore.

Il 30 ottobre, dunque, Kaïs Saïed prenderà il posto di Mohamed Ennaceur, ottantacinquenne che ha assunto l’incarico lo scorso 25 luglio, in seguito alla morte del presidente Beji Caid Essebsi. Le prossime settimane, però saranno decisive anche per designare il nuovo governo del Paese nordafricano: in seguito alle elezioni legislative, il premier Youssef Chahed ha visto i partiti della propria coalizione perdere seggi. Ennahda (Ḥarakat al-Nahḍa, letteralmente Movimento della Rinascita), il partito di Rāshid al-Ghannūshī, ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi e dovrebbe essere indicato per andare a formare una nuova coalizione governativa. Molti analisti vedono in Zied Ladhari, ex ministro dello sviluppo, il candidato ideale per il ruolo di primo ministro.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

There are 2 comments

  1. Tunisia: la Costituzione di Kaïs Saïed passa nonostante la bassa affluenza | World Politics Blog

    […] L’elezione del candidato indipendente Kaïs Saïed nel 2019 avrebbe dovuto dunque porre fine a questo periodo di crisi, ma il presidente si è trovato subito in contrasto con il parlamento, il cui partito politico più importante è l’islamista Ennahda (in arabo: حركة النهضة‎, Ḥarakat al-Nahḍa, lett. Movimento della Rinascita), in passato legato al movimento dei Fratelli Musulmani. Saïed ha così optato per la riforma costituzionale, che dovrebbe permettere al presidente di guidare il governo senza subire l’ostruzionismo del parlamento, ed ha anche sciolto l’organo legislativo, le cui nuove elezioni si svolgeranno a dicembre, basandosi questa volta sul nuovo testo costituzionale. […]

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