Dopo quattro anni di governo, i socialisti del premier portoghese António Costa escono ulteriormente rafforzati dalle elezioni legislative di domenica 6 ottobre.

A volte i sondaggi mentono, ma non in questo caso: i risultati delle elezioni legislative tenutesi in Portogallo domenica 6 ottobre hanno confermato i pronostici della vigilia, sancendo la netta vittoria del Partido Socialista (PS). La formazione del primo ministro António Costa ha fatto ancora meglio rispetto a quattro anni fa, ottenendo il 36.65% delle preferenze, con un incremento di oltre quattro punti percentuali, ed aggiudicandosi di conseguenza 106 dei 226 seggi che compongono la Assembleia da República, il parlamento unicamerale lusitano. In questo modo, i socialisti conquistano ventuno scranni rispetto alla precedente legislatura, garantendo la prosecuzione dell’esperienza di governo.
Come nel quadriennio precedente, infatti, l’esecutivo di centro-sinistra dovrebbe godere dell’appoggio esterno delle altre formazioni di sinistra. Il Bloco de Esquerda (BE), guidato da Catarina Martins, ha conquistato il 9.67% dei consensi, mantenendo i suoi diciannove seggi. In flessione, invece, la Coligação Democrática Unitária (CDU), la coalizione di sinistra formata dal Partido Comunista Português (PCP) e dal Partido Ecologista “Os Verdes”, che non ha potuto fare meglio del 6.46%, aggiudicandosi dodici scranni, cinque in meno rispetto a quanto ottenuto nel 2015.
Con un’affluenza alle urne del 54.50%, dunque, il Portogallo si conferma come il Paese con il voto maggiormente spostato a sinistra dell’intero panorama europeo. Perde terreno, invece, la principale forza di centro-destra, il Partido Social Democrata (PSD). La compagine guidata da Rui Rio, principale candidato rivale di Costa, ha chiuso in seconda posizione, ma staccata nettamente rispetto ai socialisti (27.90%). I socialdemocratici eleggono dunque 77 deputati, nove in meno rispetto alla precedente legislatura. Il crollo è stato ancora più netto per i conservatori del Centro Democrático e Social – Partido Popular (CDS – PP), fermi al 4.25% (solo cinque eletti, contro i diciotto del 2015).
L’ondata di ambientalismo su scala mondiale ha portato beneficio al partito Pessoas-Animais-Natureza (“Persone-Animali-Natura”, PAN), che ha fatto registrare il suo miglior risultato (3.28%, quattro eletti). Completano l’emiciclo lusitano un deputato per ciascuna delle liste seguenti: Chega (“Abbastanza”), formazione nazionalista nata ad aprile, Iniciativa Liberal e LIVRE/Tempo de Avançar, altro partito che si attesta su posizioni ecologiste.
Nel complesso, dunque, gli equilibri tra le forze politiche portoghesi restano gli stessi rispetto a quelli espressi quattro anni fa. I socialisti, dunque, si apprestano a formare un nuovo governo di minoranza con l’appoggio esterno e spesso critico degli altri partiti di sinistra. Secondo alcuni analisti, gli ecologisti di PAN potrebbero entrare nel governo per rafforzare la posizione del centro-sinistra.
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