Domenica 6 ottobre si svolgeranno le elezioni legislative in Portogallo, dove il primo ministro António Costa cerca la conferma alla guida del governo di centro-sinistra.

In un momento storico in cui l’Europa ed il mondo hanno visto i successi di governi guidati dalla destra liberal-nazionalista, il Portogallo ha rappresenato una delle poche eccezioni a questa tendenza. Dal 2015, il governo lusitano è appoggiato da una coalizione di partiti di centro-sinistra sotto la guida del premier António Costa, che cerca la conferma nelle prossime elezioni legislative di domenica 6 ottobre.
Le speranze del premier uscente potrebbero effettivamente realizzarsi, almeno stando a vedere i sondaggi pubblicati fino ad ora: il Partido Socialista (PS) dovrebbe confermarsi come prima forza politica del Paese, attestandosi sul 38.5% delle preferenze, praticamente quanto ottenuto nelle elezioni di quattro anni fa. Certamente, la conferma di Costa dovrà basarsi anche sui risultati ottenuti dalle liste a sinistra del PS, che nella precedente legislatura hanno contribuito a tenere in piedi l’esecutivo.
Al momento, le proiezioni sembrano presagire la conferma del Bloco de Esquerda (BE) intorno al 10%, risultato che sarebbe di grande aiuto alla coalizione di centro-sinistra. Il partito di Catarina Martins, pur non entrando ufficialmente nel governo, ha sempre dato il proprio sostegno all’esecutivo socialista, che altrimenti non avrebbe avuto i numeri per ottenere la maggioranza. Discorso simile va effettuato per la Coligação Democrática Unitária (CDU), la coalizione di sinistra formata dal Partido Comunista Português (PCP) e dal Partido Ecologista “Os Verdes”, che si attesta sul 7% nei sondaggi.
Per quanto riguarda i partiti di centro-destra, la principale forza rivale dei socialisti è rappresentata dal Partido Social Democrata (PSD). La compagine guidata da Rui Rio aveva ottenuto addirittura tre seggi in più dei socialisti nelle elezioni di quattro anni fa, ma al momento viene data in netto calo, con una proiezione del 25%, che situerebbe il principale partito di centro-destra ben distante dai socialisti. In calo anche i conservatori del Centro Democrático e Social – Partido Popular (CDS – PP), che non dovrebbero superare di molto la soglia del 5%.
Con questi numeri, il Portogallo potrebbe restare sotto la guida socialista di Costa, con un appoggio probabilmente esterno da parte delle forze politiche che si situano a sinistra del PS. Nonostante il sostegno dato all’esecutivo, del resto, i comunisti portoghesi non hanno mai mancato di criticare il premier lusitano ed il suo partito, appoggiandolo principalmente per arginare il pericolo di un governo formato da liberali e conservatori. Segretario generale del PCP, Jerónimo de Sousa ha sottolineato l’importanza della coalizione tra comunisti ed ecologisti, in quanto la questione ambientale perde tutto il proprio peso se non accompagnata da una posizione risolutamente anticapitalista: “I Verdi portano a questa coalizione un patrimonio unico di quasi quattro decenni di lotta per un ambiente sano ed ecologicamente equilibrato, un patrimonio con molte campagne pubbliche che attirano l’attenzione su problemi e opzioni esistenti, oltre a centinaia di proposte avanzate dall’Assemblea della Repubblica, molte delle quali bocciate da parte di molti di coloro che hanno improvvisamente abbracciato la causa ambientalista oggi“.
Il segretario ha poi criticato il governo per aver approvato le riforme sul lavoro, questa volta con l’appoggio dei partiti di centro-destra, tradendo di fatto la fiducia delle forze di sinitra che avevano appoggiato l’esecutivo: “PS, PSD e CDS hanno approfittato di questa parte finale della legislatura per rispondere alle esigenze del grande patronato e per offrire ai capitalisti nuove possibilità di generalizzare la precarietà e quindi garantire nuove fonti di accumulazione di ricchezza. Ogni ora lavorata, ogni pezzo prodotto, ogni servizio reso non può tradursi solo in una ricchezza più accumulata per il capitale. Deve anche significare un aumento del reddito per coloro che producono“.
Secondo la riforma del lavoro approvata di recente ed entrata in vigore da pochi giorni, un giovane assunto da un’azienda resterà in periodo di prova per ben sei mesi, ed i lavoratori in prova potranno essere licenziati in qualsiasi momento senza giustificazione o compensazione. Inoltre, la riforma ha esteso i settori nei quali sarà possibile stipulare contratti lavorativi a breve termine, anche di soli trentacinque giorni.
Da altri punti di vista, il governo di centro-sinistra in Portogallo ha sicuramente ottenuto risultati importanti per difendere il Paese dall’austerità. Come giustamente fatto dal PCP, sostenere esternamente un esecutivo per evitare l’ascesa della destra iperliberista e nazionalista non significa tuttavia accettarne supinamente tutte le decisioni, come sottolineato da Jerónimo de Sousa nel corso della campagna elettorale appena terminata in vista delle elezioni di domenica.
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