Abkhazia: le elezioni nella Repubblica non riconosciuta

Indipendente de facto dal 1992, la Repubblica di Abkhazia è oggi riconosciuta solamente da sette Stati membri delle Nazioni Unite. Nelle recenti elezioni, Raul Khajimba è stato confermato alla presidenza.

Dopo aver dichiarato la propria indipendenza il 23 luglio 1992, la Repubblica di Abkhazia è stata al centro di una lunga disputa geopolitica, che oppone principalmente la Georgia e la Russia. Il governo di Tbilisi, infatti, non ha mai riconosciuto l’indipendenza della regione situata a nord-ovest del territorio georgiano, mentre Mosca appoggia il governo autoproclamato di Sukhumi. Di fatto, però, l’Abkhazia è un Paese indipendente a tutti gli effetti, sebbene goda del riconoscimento di appena sette Stati membri delle Nazioni Unite: Russia, Nicaragua, Venezuela, Nauru, Vanuatu, Tuvalu e Siria, l’ultima a stringere rapporti diplomatici ufficiali nel maggio del 2018. Inoltre, l’Abkhazia intrattiene relazioni diplomatiche con altri Paesi non riconosciuti, come la gemella Ossezia del Sud (la cui storia ha molto in comune con quella dell’Abkhazia), la Transnistria, la Repubblica dell’Artsakh e la Repubblica Popolare di Doneck. Dal 2006, poi, l’Abkhazia, l’Ossezia del Sud e la Transnistria hanno costituito la Comunità per la democrazia e i diritti dei popoli.

Il 25 agosto, i cittadini dell’Abkhazia – secondo le stime meno di 250.000 – sono stati chiamati alle urne per l’ottava edizione delle elezioni presidenziali della Repubblica autoproclamata, con le prime che ebbero luogo nel 1994. Tra i nove candidati, nessuno ha potuto raggiungere la maggioranza assoluta, fatto che ha reso necessario un secondo turno, organizzato l’8 settembre.

A contendersi la presidenza sono stati dunque il capo di Stato uscente, Raul Khajimba, e lo sfidante Alkhas Kvitsinia. In carica dal 2014, Khajimba è il leader del Forum per l’Unità Nazionale dell’Abkhazia (in russo: Форум Народного единства Абхазии; in georgiano: აფხაზეთის ეროვნული ერთიანობის ფორუმი), mentre Kvitsinia era appoggiato dalla principale forza di opposizione, al formazione nazionalista Amtsakhara (Амцахара). I risultati del primo turno avevano restituito un esito bilanciato, con Khajimba che si era classificato al primo posto (26.33%), precedendo Kvitsinia (24.26%) ed il terzo incomodo Oleg Arshba (23.92%), candidato indipendente, escluso dal ballottaggio per appena 264 preferenze.

Tutto lasciava dunque presagire un confronto all’ultima scheda anche in occasione del ballottagio, ed infatti ci sono voluti diversi giorni per ufficializzare il risultato finale. Alla fine, Khajimba ha ottenuto la riconferma con il 48.68% delle preferenze, mentre Kvitsinia ha ottenuto il 47.46%. In termini numerici, la differenza tra i due candidati è stata di appena 999 voti.

Raul Khajimba resterà dunque in carica alla presidenza dell’Abkhazia per altri cinque anni, salvo imprevisti. Una vittoria ottenuta al termine di un confronto elettorale quasi drammatico, sia per i risultati ravvicinati che per quanto accaduto nel corso della campagna elettorale. Le presidenziali, infatti, dovevano inizialmente avere luogo il 21 luglio, ma sono state rinviate di circa un mese in seguito al presunto avvelenamento in Russia di uno dei leader dell’opposizione, Aslan Bzhania, che era stato il maggior avversario di Khajimba nelle elezioni del 2014. Bzhania, che possiede anche la cittadinanza russa, ha in seguito ritirato la propria candidatura ed è stato ricoverato a Berlino.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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