
Situata nell’Oceano Indiano, a nord-ovest delle coste del Madagascar e ad est di quelle del Mozambico, l’Unione delle Comore è uno stato arcipelagico formato da tre isole (Grande Comore, Moheli e Anjouan) che raggiunse l’indipendenza dalla Francia nel 1975. Abitato da circa 734.000 persone, questo piccolo Paese africano ha vissuto momenti difficili nella sua storia recente, con le due isole minori, Moheli e Anjouan, che a turno hanno reclamato l’indipendenza dal governo di Moroni, che dal canto suo ha risposto con interventi militari. Anche questi eventi hanno portato il Paese a modifcare la propria costituzione, cambiando nome nel 2002 da Repubblica Federale Islamica delle Comore all’attuale Unione delle Comore.
Le Comore hanno vissuto la propria tornata elettorale in ritardo: in effetti, la legislatura scadeva nell’aprile 2014, ma il presidente Ikililou Dhoinine, esponente del Movimento Baobab in carica dal 2011, ne ha rinviato lo svolgimento fino al 25 gennaio 2015, quando si è tenuto il primo turno, mentre il secondo ha avuto luogo il 22 febbraio, nei collegi elettorali dove è stato necessario un ballottaggio per determinare il parlamentare eletto. Alla fine, sono venuti fuori i nomi dei ventiquattro deputati che si uniranno ai nove scelti invece dalle Assemblee delle Isole, delle entità introdotte nel 2002 per mettere in pratica il federalismo tra le tre isole delle Comore. Il Parlamento federale assume invece il nome di Assemblea dell’Unione (Assemblée de l’Union).
Rispetto al passato, il panorama politico delle Comore ha visto emergere numerose nuove forze politiche che si sono affermate in occasione delle elezioni. Il primo partito del Paese è l’Unione per lo Sviluppo delle Comore (Union pour le Développement des Comores), abbreviato in UPDC, creato nel 2013 per sostenere il presidente Dhoinine dopo lo scioglimento del Movimento Baobab. Il partito presidenziale ha raccolto otto seggi, con il 29.07% dei suffragi, ma è incalzato dai sette deputati eletti dal PJ (Parti Juwa), che invece fa capo ad Ahmed Abdallah Mohamed Sambi, già capo di stato tra il 2006 ed il 2011. Oltre a tre candidati indipendenti, sono poi stati eletti due rappresentanti dell’RDC (Rassemblement Démocratique des Comores), due della Convention pour le Renouveau des Comores, uno del RADHI (Rassemblement pour une Alternative de Développement Harmonieux et Intégré) ed uno del PEC (Parti pour l’Entente Comorienne). Mai, dall’indipendenza dell’arcipelago, erano stati presenti così tanti partiti diversi in Parlamento.
Come anticipato, per completare il novero dei trentatré parlamentari bisognerà attendere i nove nomi eletti dalle Assemblee delle Isole, che dovrebbero andare a rafforzare la maggioranza dell’UPDC a sostegno del presidente Dhoinine. Ricordiamo anche che quest’ultimo vedrà scadere il proprio mandato il prossimo anno, quando si svolgeranno le nuove elezioni presidenziali, verosimilmente con una nuova sfida tra l’attuale capo di stato ed il suo predecessore Sambi.
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