
Saint Kitts & Nevis, ufficialmente “Federation of Saint Christopher and Nevis”, è uno stato caraibico composto da due isole all’interno dell’arcipelago delle isole Leeward e con i suoi 55.000 abitanti su appena 261 chilometri quadrati è anche il Paese più piccolo delle Americhe sia per popolazione che per superficie. Divenuto indipendente nell’ambito del Commonwealth nel 1983, il piccolo stato ha poi organizzato le prime elezioni nell’anno successivo. Terminata la legislatura che ha avuto inizio con la tornata elettorale del 2010, i cittadini delle due isole sono stati richiamati alle urne lo scorso 16 febbraio.
Il risultato delle elezioni ha visto un netto arretramento dei laburisti del SKNLP (Saint Kitts and Nevis Labour Party), che pur ottenendo una percentuale del 39.74% su scala nazionale, hanno vinto solamente in tre delle undici circoscrizioni elettorali, subendo dunque un dimezzamento dei propri seggi all’interno del Parlamento federale, chiamato Assemblea Nazionale. Passa da due a quattro rappresentati, invece, il PAM (People’s Action Movement), forza politica piuttosto di centro-destra, che nonostante il 28.15% su scala nazionale è il partito che ha ottenuto più deputati. Il prinicipale alleato del PAM, il Concerned Citizens’ Movement, ha ottenuto due seggi, mentre gli ultimi due posti a disposizione sono andati al Nevis Reformation Party ed al People’s Labour Party.
In base a questi risultati, l’alleanza tra PAM, Concerned Citizens’ Movement e People’s Labour Party ha dato vita ad un nuovo governo che dispone di sette seggi parlamentari. Il nuovo primo ministro è diventato a sorpresa Timothy Harris, che fa parte proprio della più piccola delle tre forze della coalizione chiamata Team Unity. Laureato in Canada, Harris ha fatto a lungo parte del SKNLP, ricoprendo anche il ruolo di Ministro degli Esteri dal 2001 al 2013, ma ha poi formato una propria formazione politica per dissidi con il leader Denzil Douglas. Ironia della sorte, sarà proprio Harris il primo a spodestare Douglas dopo ben vent’anni nei quali quest’ultimo è stato il Primo Ministro del Paese. Il ventennio del governo Douglas ha comunque ricevuto numerosi apprezzamenti da parte degli osservatori internazionali, per via della riduzione del debito pubblico ma soprattuto grazie all’implementazione delle forme di energia rinnovabile, ai miglioramenti nel settore educativo ed allla campagna per la prevenzione dell’HIV/AIDS.
Ora l’attesa è tutta per la decisione del governatore generale delle isole, l’economista Edmund Lawrence, che dovrà scegliere i nomi dei quattro senatori (di cui uno svolgerà il ruolo di procuratore generale) che andranno a completare la composizione dell’Assemble Nazionale assieme agli undici deputati eletti.
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