
Avevamo parlato qualche tempo fa delle accuse fatte da Amnesty International al Qatar per il trattamento riservato ai lavoratori stranieri impegnati nella costruzione degli impianti che saranno utilizzati in occasione dei Mondiali di calcio del 2022. Ora, quella che è una delle più grandi organizzazioni non governative del mondo, è tornata a parlare del problema, attraverso un comunicato nel quale si afferma che i lavoratori, non essendo pagati, hanno problemi addirittura a procurarsi il cibo.
Amnesty ha invitato le autorità dell’emirato a “trovare una soluzione alla situazione critica dei lavoratori”, facenti parte della compagnia Lee Trading and Contracting (LTC). Oltre ottanta operai stranieri, soprattutto nepalesi, impegnati nei lavori riguardanti il progetto Qatar 2022 fanno infatti capo a questa compagnia.
“È oramai passato oltre un mese da quando abbiamo reso visita a questi uomini e abbiamo potuto constatare la loro disperazione, ma questa situazione non ha ancora avuto fine”, è stato ricordato, facendo riferimento al comunicato che Amnesty aveva diffuso a novembre per bocca del segretario generale dell’organizzazione, Salil Shetty.
In Qatar, i lavoratori stranieri non godono degli stessi diritti dei cittadini dell’emirato, e per accedere alla giustizia, facendo causa contro la compagnia LTC, devono pagare una quota di 165 dollari, che chiaramente sono impossibilitati a pagare. “È una vergogna che uno dei Paesi più ricchi del mondo lasci dei lavoratori nel rischio della carestia”, ha affermato ancora una volta Shetty.
Per ora le autorità del Qatar hanno affermato di essere intenzionate a porre fine al problema, ma nel concreto ancora non è stato fatto nulla, e gli oltre ottanta operai della LTC non sono ancora stati pagati per un lavoro terminato ad ottobre.
Articolo pubblicato su http://www.oasport.it
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