Le travagliate elezioni delle Maldive

Le isole Maldive, arcipelago dell’Oceano Indiano noto per essere un’ambita meta di vacanze e per le sue splendide spiagge, non stanno attraversando uno dei migliori momenti della loro storia politica. Lo stato asiatico è infatti alle prese con una crisi istituzionale iniziata nel dicembre 2011, con la formazione di una solida opposizione contraria alle politiche del presidente Mohamed Nasheed. Le violente proteste popolari, spesso sfociate in scontri con la polizia, hanno poi portato alle dimissioni di Nasheed nel febbraio 2012, dopo neanche quattro anni di governo.

Successivamente, però, mentre il Paese era in balia delle onde, lo stesso Nasheed ha organizzato delle manifestazioni di massa con il suo partito, il Maldivian Democratic Party, accusando il vicepresidente Mohammed Waheed Hassan di aver orchestrato un colpo di stato contro di lui per prendere il posto di Presidente. Visto l’aggravarsi della situazione, Waheed promise di anticipare le elezioni al luglio 2013, per poi rimandarle una prima volta al 7 settembre 2013.

Il 7 settembre, la popolazione delle Maldive si è effettivamente recata alle urne. I risultati vedevano al primo posto l’ex capo di stato Mohamed Nasheed, tallonato dal progressista Abdulla Yameen. Poiché nessun candidato aveva superato il 50% dei voti, si sarebbe dovuti andare ad un ballottaggio. Ma Mohammed Waheed, l’autore del colpo di stato, escluso dal ballottaggio, decise di fare pressione sulla Corte Suprema, che decretò l’annullamento delle elezioni il giorno prima del secondo turno, previsto per il 28 settembre.

Le elezioni, a questo punto, furono riprogrammate per il 9 novembre. Domenica scorsa, quindi, gli elettori sono tornati alle urne, decretando un risultato molto simile a quello di settembre. Mohamed Nasheed ha sfiorato la rielezione, raggiungendo quota 46,93%, e sembra a questo punto il favorito per il secondo turno. Il suo rivale sarà ancora Abdulla Yameen, che ha raccolto il 29,72% dei consensi. Fuori, nuovamente, Mohammed Waheed, che non raggiunge neanche i cinque punti percentuali.

Il secondo turno, vista la straordinarietà degli eventi, era inizialmente programmato per l’11 novembre, ma il candidato del Progressive Party of Maldives, Abdulla Yameen, ha chiesto un rinvio al 16 novembre, accordato dalla Corte Suprema. Yameen è in realtà spinto dall’ex Presidente Maumoon Abdul Gayyom, capo di stato tra il 1978 ed il 2008, vale a dire fino alle prime elezioni democratiche del Paese, quando Gayyom fu battuto proprio da Nasheed. Ad ogni modo, domani gli elettori delle Maldive si recheranno a votare per la terza volta in circa due mesi, con Nasheed che sembra favorito per una nuova vittoria dopo quella contro l’ex dittatore.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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