Il Madagascar verso il ballottaggio

Nonostante le elezioni si siano tenute il 25 ottobre, i tempi e le difficoltà del Madagascar hanno reso necessarie due settimane per ufficializzare i risultati. Dei risultati che, tra l’altro, non hanno fatto altro che dimostrare la forte frammentazione esistente nel Paese, rimandando quindi l’elezione del Presidente al ballottaggio del prossimo 20 dicembre. Ma, prima di enunciarli, facciamo una breve panoramica sul panorama politico malgascio degli ultimi anni.

Il Madagascar è ormai da oltre quattro anni preda di una grande crisi politica. Tutto ebbe inizio nel 2009, quando il sindaco della capitale Antananarivo, Andry Rajoelina, diede vita a numerose proteste di massa, sfociate nella destituzione, al di fuori di ogni regola costituzionale, del capo di stato in carica, Marc Ravalomanana, dopo sette anni di presidenza e due vittorie elettorali.

Preso il potere a soli 34 anni, Rajoelina costrinse all’esilio tutti gli oppositori e fece approvare una nuova costituzione, attraverso un dubbio referendum, che vietava le candidature di tutti coloro che non avessero risieduto in Madagascar nei sei mesi precedenti, escludendo di fatto tutti gli esiliati. Il nuovo capo di stato ha poi provveduto a rimandare per ben sette volte le elezioni presidenziali, fino alla data del 25 ottobre 2013, quando si sono effettivamente svolte.

Per placare la situazione, ci sono stati diversi interventi esterni al fine di raggiungere un punto di mediazione, sia da parte delle Nazioni Unite che, più in particolare, dell’Unione Africana. Grazie a queste contrattazioni, sia Andry Rajoelina che Marc Ravalomanana hanno rinunciato a presentare una propria candidatura alla presidenza della Repubblica.

Il verdetto delle elezioni ha visto un voto fortemente frammentato. I primi due candidati di questo turno si sfideranno il 20 dicembre nel ballottaggio che determinerà il nome del nuovo Presidente; nella stessa data verrà eletto anche il nuovo Parlamento. I due contendenti per il ruolo di capo di stato saranno Jean-Louis Robinson (21,10%) ed Hery Rajaonarimampianina (15,93%), mentre tra gli esclusi troviamo Roland Ratsiraka, nipote dell’ex presidente Didier Ratsiraka, a capo del Madagascar tra il 1975 ed il 2002, con una breve parentesi tra il 1993 ed il 1997.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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