Anche la piccola Macao al voto

Ex colonia portoghese, Macao è rimasta per un certo tempo l’ultimo possedimento europeo in Asia, fino alla restituzione della regione alla Cina nel 1999. Da allora, la Repubblica Popolare Cinese ha stabilito lo statuto della regione amministrativa speciale per questa città di oltre mezzo milioni di abitanti, applicando di fatto lo stesso status valido per Hong Kong, quello riassunto dal motto “un Paese, due sistemi”.

Il 15 settembre scorso la popolazione di Macao è stata chiamata alle urne per eleggere i rappresentanti dell’Assemblea Legislativa, responsabili dell’amministrazione locale e della politica interna, mentre la politica estera resta naturalmente in mano al governo di Pechino. L’Assemblea è composta da 33 membri, ma solo 14 sono eletti direttamente.

I risultati sono stati a dir poco equilibrati tra le varie forze politiche, con il primo partito, il comunista ACUM (Associazione dei Cittadini Uniti di Macao) di Chan Meng Kam, che ha ottenuto solo tre seggi, con il 18,02% dei consensi. Al secondo posto si è piazzato invece l’AMN (Nuova Associazione di Macao), forza liberale guidata da António Ng, che si è assestata sul 15,73%, ottenendo due seggi.

Per sbrogliare la matassa, le principali forze politiche sono raggruppate in due grandi coalizioni: il fronte filocinese, guidato dall’ACUM, è formato da tutte le forze comuniste e socialiste che vorrebbero l’applicazione delle politiche della Repubblica Popolare Cinese anche a Macao; il fronte democratico, guidato dall’AMN, che invece sono favorevoli alla promozione della democrazia sia a Macao che nella Repubblica Popolare Cinese.

Al momento, la frammentazione del voto ha reso impossibile la formazione di un nuovo governo, ed è difficile sapere chi sostituirà Lau Cheok Vá nel ruolo di Presidente dell’Assemblea Legislativa. Quel che è certo, è che la popolazione di Macao appare divisa a metà tra coloro che vorrebbero un’integrazione totale nella Repubblica Popolare Cinese e coloro che invece spingono per differenziarsi ancora di più dalle politiche di Pechino.

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About Giulio Chinappi

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Dal 2012 si occupa di Vietnam, Paese dove risiede tuttora e sul quale ha pubblicato due libri: Educazione e socializzazione dei bambini in Vietnam (2018) e Storia delle religioni in Vietnam (2019). Ha inoltre partecipato come coautore ai testi Contrasto al Covid-19: la risposta cinese (Anteo Edizioni, 2020), Pandemia nel capitalismo del XXI secolo (PM Edizioni, 2020) e Kim Jong Un – Ideologia, politica ed economia nella Corea Popolare (Anteo Edizioni, 2020).

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