
Da quando, negli anni ’90, il Partito Popolare Cambogiano KPK (Kanakpak Pracheachon Kâmpuchéa) ha abbandonato ufficialmente il marxismo-leninismo per approcciare il socialismo riformato, le elezioni hanno sempre e comunque dato ragione agli ex comunisti ed al loro leader Hun Sen. Anche questa volta il responso elettorale ha confermato il primo posto del KPK, ma con una netta flessione che ha visto l’avvicinarsi degli avversari.
Rispetto alle elezioni del 2008, il partito di Hun Sen ha ottenuto 22 seggi in meno, con una perdita di quasi 10 punti percentuali. Il KPK occuperà quindi 68 posti nell’Assemblea Nazionale, che restano abbastanza per mantenere la maggioranza dei 123 seggi totali. Ma a preoccupare il partito di governo è soprattutto la crescita del Partito del Salvataggio Nazionale della Cambogia, la forza politica diSam Rainsy, fortemente liberale e fautore della democrazia all’occidentale. La principale forza di opposizione ha infatti registrato un aumento del 16% nel responso delle urne, passando dal 28,53% al 44,45% ed ottenendo 55 seggi, quasi il doppio rispetto ai 29 del 2008, quando il partito era noto come Partito dei Diritti Umani.
Sebbene questi risultati abbiano assestato un colpo importante al potere del KPK, nulla impedisce a Hun Sen di ottenere il suo quarto mandato come Primo Ministro. Il suo avversario, Sam Rainsy, non ha invece potuto votare, essendo tornato solo nel mese di luglio dall’esilio al quale era stato costretto nel 2010 dal re Norodom Sihamoni, per aver affermato che la Cambogia stesse cedendo nel silenzio generale alcuni territori al Vietnam.
Lo stesso Rainsy ha poi affermato di non accettare il responso elettorale, parlando di brogli così come Human Rights Watch, una ONG molto vicina al governo statunitense, mentre nessuna irregolarità è stata registrata dalla Commissione Elettorale Nazionale.
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte e del link originale.