
Le elezioni parlamentari del Togo, un piccolo stato dell’Africa occidentale, si sono finalmente svolte il 25 luglio. Finalmente, perché questa tornata elettorale era inizialmente prevista per l’ottobre dell’anno scorso, salvo essere rimandata a causa delle proteste e degli scioperi che hanno invaso la capitale Lomé, al fine di chiedere al presidente Faure Gnassingbé una riforma elettorale. Inizialmente rimandate al 24 marzo, le elezioni sono state spostate ulteriormente al 21 luglio, e poi in modo definitivo al 25.
Già da tempo i partiti dell’opposizione togolese chiedono una riforma elettorale. Nell’ultimo anno il Paese africano è stato attraversato da grandi manifestazione contro il partito del Presidente Gnassingbé, l’Union pour la République, nonostante il divieto di manifestare in molte aree imposto dal governo. Le principali richieste dei manifestanti e dell’opposizione al governo erano quelle di aumentare il numero dei seggi dell’Assemblea Nazionale (da 81 a 91) e di ridisegnare i collegi elettorali. Una delle principali accuse mosse al partito di governo, infatti, è quella di gerrymandering, vale a dire di aver disegnato i confini dei collegi elettorali a proprio favore, in maniera da garantirsi il maggior numero di seggi possibile.
Per placare le proteste, il presidente Gnassingbé ed il governo allora guidato da Gilbert Houngbo hanno deciso di soddisfare la richiesta riguardante l’allargamento della rappresentanza parlamentare, portandola effettivamente da 81 a 91 seggi.
Ad ogni modo, i risultati hanno confermato la strapotere del partito di Gnassigbé, l’Union pour la République, capace di ottenere 62 seggi. La principale forza di opposizione sarà il Collettivo Salviamo il Togo (Collectif Sauvons le Togo), con 19 seggi, mentre sei saranno i rappresentanti dell’Alleanza Arcobaleno (Alliance Arc-en-ciel) e tre quelli dell’Unione della Forze del Cambiamento (Union des Forces du Changement). Eletto, infine, anche un candidato indipendente. In seguito alle elezioni, Gnassingbé ha incaricato Kwesi Ahoomey-Zunu, ex Ministro del Commercio, di formare il nuovo governo.
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