
Robert Mugabe è uno dei presidenti più discussi al mondo, ma non per questo uno dei più conosciuti, se non per la sua longevità da record nel ruolo di capo di stato. Stiamo infatti parlando del capo di stato dello Zimbabwe, uno stato africano che non è di certo fra i più noti al pubblico occidentale, al di là del nome.
Già Primo Ministro dal 1980 al 1987, Mugabe ha assunto la massima carica il 31 dicembre 1987, per mantenerla senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri. Nel frattempo, l’ormai 89enne Presidente, ha anche ricoperto ruoli importanti in ambito internazionale, come quando, tra il 1986 ed il 1989, ha assunto la segreteria generale del Movimento dei Non Allineati.
La popolarità di Mugabe negli anni ’80, che lo ha poi portato nelle sfere del potere, è dovuta soprattutto al suo ruolo all’interno della guerriglia che combatteva il regime di apartheid presente nell’allora Rhodesia, dove vigeva una segregazione razziale non dissimile da quella del Sudafrica. La sua vita politica era pero iniziata negli anni ’60, con la formazione della ZANU (Zimbabwe African National Union), il partito di cui tuttora è leader (chiamato dal 1989 ZANU-PF).
A quei tempi, Mugabe si batteva contro il governo di Ian Smith. Arrestato, passò dieci anni in carcere, tra il 1964 ed il 1974. Dopo il rilascio, abbandonò il Paese, per poi tornarvi da leader della guerriglia. Proprio il suo ruolo nella lotta armata, lo fece divenire un eroe agli occhi dei suoi compatrioti e degli africani in generale. Alla fama, seguirono le vittorie elettorali, che lo portarono a ricoprire il ruolo di Primo Ministro e poi quello di Presidente.
Già negli anni ’80, però, iniziarono ad emergere gli elementi di violenza e brutalità che caratterizzeranno il regime di Mugabe per i successivi decenni. Il primo conflitto fu quello con l’opposizione comunista della ZAPU (Zimbabwe African People’s Union), il partito guidato da Joshua Nkomo. Migliaia di oppositori furono eliminati fisicamente, e i sopravvisutti della ZAPU furono costretti a fondersi con il partito di Mugabe, dando vita, nel 1987, alla tuttora esistente ZANU-PF (Zimbabwe African National Union – Patriotic Front).
Da allora, la politica interna di Mugabe fu sempre caratterizzata da violenza e repressione, il che contribuì a formare la fama negativa di cui gode il Presidente dello Zimbabwe nei Paesi occidentali. Solo negli ultimi anni, Mugabe ha operato una leggera apertura, attraverso riforme sulla via della democratizzazione e tentativi di migliorare la distribuzione delle ricchezze, dopo una vita passata ad accaparrarle. Un tentativo, forse tardivo, per preparare il Paese alla transizione del post-Mugabe, vista l’ormai veneranda età del capo di stato.
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